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Ernia del disco cervicale: terapia o intervento?

A cura di
Pietro
Brignardello

I sintomi di un'ernia cervicale possono essere molto complessi e diversi da persona a persona ma non vanno mai trascurati, posture scorrette, sforzi eccessivi, tensione e stress possono essere solo alcune delle cause.

Che cos'è l'ernia del disco cervicale? 

Le vertebre cervicali, tra le più piccole della colonna vertebrale, costituiscono il rachide cervicale, ovvero l'asse di sostegno del collo e della testa. Come nel caso di altri tipi di ernia, si può verificare lo spostamento del disco, in questo caso cervicale, che può avvenire medialmente e lateralmente a causa della rottura dell'anulus fibroso, l'impalcatura che ha la funzione di contenere e di proteggere il nucleo centrale del disco. 

Ernia discale cervicale: come riconoscere i sintomi

Le ernie mediane, ovvero quelle in cui l'erniazione è rivolta indietro lungo la linea mediana, causano una compressione sul midollo spinale che si può manifestare con segni di compromissione del midollo spinale, o mielopatia. Fra questi, ad esempio, troviamo intorpidimento delle mani, goffaggine, debolezza a carico del braccio e della mano, rigidità delle gambe, perdita di equilibrio, urgenza ad urinare e, nei casi più gravi, disturbi a carico degli sfinteri.

Le ernie laterali causano, invece, una compressione sulla radice nervosa che si manifesta con dolore e/o deficit radicolare. Di solito, infatti, il paziente riporta un dolore cervicale irradiato alla spalla, alla scapola e al braccio a seconda del livello interessato.

In particolare, la colonna cervicale è costituita da 7 vertebre, identificate con la lettera C, e progressivamente numerate da C1 a C7. Sulla base di questa divisione si possono individuare 3 livelli di irradiazione:

  • A livello C6-C7 il dolore si irradia sul margine postero/laterale dell'avambraccio e al dito medio della mano; può verificarsi una riduzione della forza muscolare a livello del tricipite, che si manifesta con difficoltà nell'estensione dell'avambraccio
  • A livello C5-C6 il dolore si irradia sul margine laterale dell'avambraccio, sul dorso della mano, sul pollice e sull'indice
  • A livello C4-C5 si verifica una compromissione del muscolo deltoide, che si manifesta con una difficoltà a sollevare e piegare il braccio

Come viene diagnosticato l'ernia del disco cervicale?

Svolgere una diagnosi accurata per l'ernia del disco cervicale richiede in genere un processo in 3 fasi:

  • esaminare la storia medica del paziente, comprese eventuali condizioni croniche, lesioni pregresse o anamnesi di dolore alla schiena o al collo e informazioni sui sintomi attuali
  • svolgere un esame fisico, con la palpazione per identificare qualsiasi caso di gonfiore o dolore al collo, controllare l'ampiezza di movimento, nonché eventuali segni di deficit neurologici nelle braccia, come problemi di riflessi, intorpidimento e/o debolezza.
  • prevedere uno studio di imaging, che può mostrare se un disco ha iniziato ad appiattirsi o a spostarsi oltre la sua posizione normale. La risonanza magnetica (MRI) è il metodo preferito per visualizzare un'ernia del disco, grazie alla sua visione di alta qualità dei tessuti molli. Attraverso la risonanza magnetica nucleare cervicale, può essere ben evidenziata l'ernia del disco e lo stato in cui si trova e si riescono eventualmente a visualizzare eventuali zone di sofferenza a livello midollare. La TAC cervicale fornisce invece maggiori informazioni sulla componente ossea.

La terapia dell'ernia cervicale: quali farmaci prendere e quali rimedi

Un'ernia del disco cervicale è in genere più dolorosa quando si sviluppa per la prima volta o durante le riacutizzazioni intermittenti, come ad esempio durante l'attività fisica. Il trattamento iniziale è generalmente sempre effettuato mediante terapie conservative. La maggior parte dei casi di dolore da ernia del disco cervicale può essere gestita con successo con trattamenti non chirurgici, come farmaci antidolorifici da banco, terapia fisica per rafforzare e allungare il collo, impacchi di ghiaccio o di calore e modifiche dell'attività per evitare movimenti dolorosi fino a quando il dolore è diminuito. Può essere indicato l'utilizzo di un collare morbido cervicale per 2-3 settimane, preferibilmente non oltre per evitare una atrofizzazione della muscolatura cervicale. 

Se il dolore al collo è grave o si irradia al braccio o alla mano, si consiglia, ad esempio di:

  • Astenersi da attività faticose, come il lavoro fisico o lo sport
  • Evitare movimenti specifici che peggiorano il dolore, come girare la testa da un lato
  • Modificare le posizioni del sonno, ad esempio cambiando il cuscino e/o dormendo sulla schiena invece che sul fianco o sulla pancia

La terapia farmacologica invece, si basa sull'utilizzo di farmaci miorilassanti, antinfiammatori non steroidei, analgesici e cortisonici. Può essere utile, inoltre, anche un ciclo di ozonoterapia, passata la fase acuta però è consigliabile impostare un trattamento fisioterapico.

Nel caso in cui tutte le terapie provate non portino sollievo, va presa in considerazione come soluzione l'intervento chirurgico.

Come viene eseguito l'intervento chirurgico per l'ernia del disco cervicale?

L'obiettivo dell'intervento chirurgico per un'ernia del disco cervicale è rimuovere il disco danneggiato e garantire che la radice del nervo e il midollo spinale siano decompressi. Questa procedura può alleviare il dolore radiante e prevenire la progressione dei deficit neurologici, come formicolio, intorpidimento e debolezza muscolare degli arti superiori.

L'intervento viene generalmente eseguito con tecnica microchirurgica con l'utilizzo del microscopio operatorio. Attraverso un'incisione su una piega del collo sul livello interessato, scollando i vari piani si raggiunge il piano vertebrale. Si procede quindi all'asportazione del disco intervertebrale e della sua parte erniata; una volta svuotato il disco si inserisce uno spaziatore, detto cage, nello spazio fra le due vertebre.

Il paziente, dopo l'intervento, viene dimesso il giorno successivo e può riprendere subito una vita normale, evitando ovviamente sforzi eccessivi ed indossando un collarino per 30 giorni.