Che cosa sono i polipi intestinali?
I polipi intestinali sono una patologia importante perché hanno un'alta incidenza, possono dare sanguinamento e infine degenerare in senso neoplastico (tumorale)
I polipi del colon sono una patologia importante con un'alta incidenza, possono dare sanguinamento e infine degenerare in senso neoplastico (tumorale). Per incidenza, il cancro al colon è al terzo posto, dopo il tumore al polmone e alla mammella. La maggioranza dei tumori del colon originano da una degenerazione maligna dei polipi, quindi questi sono la principale strada attraverso la quale si forma il cancro del colon.
Come si formano i polipi nell’intestino?
I polipi sono masse di tessuto che originano dalla parete e aggettano nel lume intestinale. Esistono anche lesione pre-tumorali o tumorali che non hanno aspetto polipoide ma sono delle lesioni rilevate o escavate.
I polipi si possono classificare in vari modi. Da un punto di vista macroscopico si distinguono:
- polipi peduncolati, con un peduncolo
- polipi sessili, che hanno una larga base d'impianto
Da un punto di vista istologico, invece, i polipi si possono distinguere in:
- non neoplastici (serrati, giovanili, infiammatori)
- neoplastici benigni (adenomi) o maligni (carcinomi).
È importante sapere da quali cellule è costituito un polipo, cosa che si può scoprire attraverso l'esame istologico, in quanto negli adenomatosi e nei serrati ci sono cellule che hanno un potenziale di evoluzione in senso neoplastico.
Quanto tempo ci mette un polipo a diventare tumore?
Un’informazione spesso richiesta dai pazienti e molto importante per avere maggiore consapevolezza del percorso di questo tipo di patologia, riguarda quanto tempo un polipo impiega per trasformarsi in cancro. La maggior parte dei polipi si concentra nel colon sinistro e tendenzialmente compaiono 10 anni prima del cancro.
La probabilità che un polipo del colon evolva o meno verso una forma invasiva di cancro dipende dalla dimensione del polipo stesso. Una volta trasformata in tessuto canceroso, la mucosa intestinale può presentare caratteristiche diverse le cui peculiarità sono visibili al microscopio.
Quali sono i sintomi dei polipi intestinali?
Nella maggior parte dei casi, i polipi non danno segni né sintomi, motivo per cui è sempre più importante e cruciale l’attività di prevenzione e diagnosi precoce che viene effettuata sui soggetti potenzialmente a rischio.
In alcuni casi, invece, possono verificarsi alcuni sintomi che fungono da campanello d’allarme e si può notare:
- sangue occulto positivo (5% dei casi)
- proctorragia (emissione di sangue rosso vivo dall'ano)
- dolori crampiformi, soprattutto nei polipi giovanili che sono amartomatosi, piuttosto che adenomatosi
- diarrea secretoria
Pochi adenomi (meno dell'1%) evolvono in carcinomi e l'evoluzione è lenta, in genere (5-10 anni). Soprattutto nell'anziano, nel 30-50% dei casi gli adenomi sono multipli.
Come si diagnosticano i polipi intestinali?
La diagnosi dei polipi intestinali può essere svolta in diversi modi, tra i quali l’esame endoscopico. Esistono oggi diverse metodiche, più o meno invasive, per diagnosticare i polipi:
- ricerca del sangue occulto fecale (SOF), la cui positività indica che è più probabile trovare polipi in quel paziente. L'esame non è però così accurato, in quanto non è detto che una persona con sangue occulto negativo non abbia polipi. La ricerca del sangue occulto è uno screening di popolazione perché ha dei vantaggi: è facile ed accettabile, infatti un esame di screening si rivolge a persone sane, che non sempre accetterebbero un esame invasivo come la colonscopia.
- sigmoidoscopia flessibile, che consente di vedere il colon sinistro
- colonscopia
- colonscopia virtuale, che comunque non permette di eseguire l'esame istologico del polipo né di asportarli qualora se ne trovassero
Prevenire i polipi intestinali: è possibile?
La prevenzione è il primo passo verso una corretta gestione di quella che potrebbe diventare una preoccupazione per la salute e oggi rappresenta l’arma più preziosa e versatile per intervenire in uno stadio iniziale. Una visita specialistica può permettere al paziente di orientarsi al meglio tra le possibilità di diagnosi a seconda della specifica situazione.
La strategia per una diagnosi precoce coincide con l'attuazione dello screening per il carcinoma colorettale, conosciuto anche come tumore del colon retto. Nonostante solo il 5% dei polipi dia sangue occulto fecale positivo, questa indagine è effettivamente precisa perché i polipi che sanguinano sono tendenzialmente i più grossi o i più avanzati e possono degenerare con più facilità.
Secondo le ultime raccomandazioni (AGA 2003), il paziente asintomatico, senza familiarità per adenoma o cancro del colon retto, deve eseguire a partire dai 50 anni di età.
- test del SOF ogni anno + colonscopia se SOF positivo
- sigmoidoscopia flessibile ogni 5 anni
- SOF annuale + sigmoidoscopia ogni 5 aa
- colonscopia ogni 10 anni
Invece, per il paziente con familiarità per adenoma o cancro del colon retto è indicato lo stesso screening, ma con inizio a 40 anni. Dopo aver tolto i polipi, l'intervallo di sorveglianza varia a seconda delle caratteristiche dei polipi:
- polipi iperplastici con dimensione inferiore ai 10 mm nel colon e nel retto: 10 anni
- 5-10 adenomi tubulari di diametro inferiore ai 10 mm: ogni 5-10 anni
- 3-10 adenomi tubulari: 3 anni
- più di 10 adenomi: meno di 3 anni
- polipi serrati con dimensione inferiore di 1 cm senza displasia: ogni 5 anni.
Come si curano i polipi intestinali?
La tecnica utilizzata per rimuovere i polipi intestinale è semplice e oggi viene svolta con facilità, con piccole differenze a seconda delle tipologie.
Viene fatto passare un filo intorno al peduncolo del polipo, si stringe e viene fatta passare la corrente. In caso di polipi di 5 mm o meno è anche possibile posizionare il cappio intorno senza far passare la corrente. Nel caso di polipi piccoli, quest'ultima procedura è migliore perchè se si usa la corrente c'è la possibilità di causare sanguinamento.