Che cosa si intende per iperplasia?
Con il termine iperplasia si intende un aumento del volume di un tessuto o di un organo, dovuto ad una moltiplicazione superiore alla norma delle cellule che li costituiscono.
In questo aspetto, l’iperplasia si distingue dall’ipertrofia, che invece consiste nell’aumento del volume delle cellule stesse.
Iperplasia fisiologica
L’iperplasia non sempre è sinonimo di una condizione patologica, ma può anche essere fisiologica, nel momento in cui l’organismo reagisce di fronte ad una perdita di tessuti, conseguenza di un danno o una ferita.
Sono esempi di iperplasia fisiologica l’iperplasia endometriale, ossia l’aumento di volume dell’endometrio uterino, fenomeno che precede l’inizio del ciclo mestruale; o l’aumento di volume della parte restante del fegato, in seguito ad una eventuale riduzione chirurgica dell’organo (epatectomia parziale).
Iperplasia patologica
In caso di iperplasia patologica, invece, gli stimoli patologici che possono portare ad una proliferazione cellulare e ad un conseguente aumento del volume di tessuti e organi, sono di natura infiammatoria, infettiva oppure ormonale.
Rientra in questa categoria la sovrapproduzione di fattori di crescita, possibile causa di iperplasie ossee (acromegalia), della pelle o delle mucose.
Un esempio di iperplasia di origine infiammatoria è quella che riguarda la mucosa colica e che può portare allo sviluppo dei polipi.
Infine, la tonsillite è un esempio di iperplasia di origine infettiva.
L’eccessiva risposta del tessuto connettivo, in termini di proliferazione cellulare, a fronte di ferite e in associazione a infezioni virali, può portare allo sviluppo di papillomi o alla formazione di verruche. Questo meccanismo può aumentare il rischio neoplasia incrementando la predisposizione del soggetto alla malattia.