Cerca nel sito
Chiudi

L’ipomimia

A cura di
Alberto
Lerario

L'ipomimia è una condizione spesso di origine neurologica, che porta il paziente ad avere una ridotta capacità di muovere i muscoli del volto

Cos'è l'ipomimia?

Con il termine ipomimia si intende un’anomalia nelle capacità di espressione derivate dai muscoli facciali. L’ipomimia può colpire sia le espressioni, o meglio micro espressioni, involontarie, sia influenzare progressivamente anche la gestione delle espressioni volontarie. 

Da un punto di vista eziologico le cause possibili sono di carattere patologico degenerativo a livello del sistema nervoso e psicologiche. 

A seconda dell’origine può essere presente o meno una sintomatologia correlata. L’alterazione della capacità di esprimere le proprie emozioni da parte del paziente risulta in difficoltà comunicative abbastanza evidenti. 

Ipomimia, cause possibili

Come detto le cause sono di natura psicologica o patologica, alcune piuttosto comuni, altre più rare. 

Le condizioni di carattere psicologico che possono portare ad ipomimia sono:

Sono possibili causa di ipomimia anche l’autismo e la sindrome di Asperger.

Per quanto riguarda le altre cause, quelle di natura patologica e degenerativa, possono risultare in ipomimia le seguenti condizioni: 

Quali sono i sintomi dell’ipomimia

La sintomatologia principale è quella di una scarsa o inesistente capacità di muovere i muscoli facciali, che risulta in mancanza di espressione del volto del paziente. 

A seconda della causa scatenante, però, possono essere presenti anche altri sintomi correlati, localizzati sul viso o in altri distretti del corpo.

Tra i principali vanno ricordati:

  • ipoestesia e parestesia al volto
  • problemi ad articolare la parola 
  • problemi di udito come gli acufeni
  • difficoltà cognitive 
  • tremore agli arti 
  • insensibilità generale a livello del sistema nervoso periferico
  • difficoltà coordinative dei movimenti 
  • problemi di memoria 
  • mal di testa 
  • sbalzi d’umore evidenti 
  • apatia
  • astenia

La lista non è esaustiva.

Diagnosi e terapia 

La diagnosi deve per forza di cose essere di tipo differenziale, data la vasta gamma di eziologie possibili. 

Il processo diagnostico si articola nelle tre fasi classiche. La prima è la raccolta dei dati anamnestici da parte del medico che registra la sintomatologia principale e accessoria, la sua entità, e le circostanze delle sue prime occorrenze. 

Successivamente il paziente viene sottoposto all’esame obiettivo durante il quale il medico verifica alcuni parametri fondamentali ed effettua dei test neurologici preliminari.

La terza fase è quella che dà la certezza definitiva della diagnosi ed e costituita da esami clinici e neurologici, a discrezione del medico che li prescriverà secondo quanto appurato durante le prime due fasi. 

La terapia dipende evidentemente dal responso del processo diagnostico. Nella maggior parte dei casi riportati sopra come possibile origine della condizione l’approccio è per forza di cose multi disciplinare, e può a seconda delle esigenze essere costituito da somministrazione di farmaci, fisioterapia, e psicoterapia

La prognosi dipende anch’essa dalla gravità della condizione iniziale, ma va precisato che nel caso di malattie degenerative come Parkinson e SLA per esempio, la terapia può essere solo sintomatica e parzialmente conservativa della qualità della vita del paziente, in quanto al momento non esistono cure che permettano di arrestare il processo degenerativo caratteristico delle due patologie.