L’asma è una malattia a carico dell’apparato respiratorio che si caratterizza per difficoltà nella respirazione. Può essere trattata con la terapia adeguata.
Che cos'è l'asma?
L’asma è una patologia infiammatoria cronica a carico delle vie aeree. La sua principale caratteristica è l’ostruzione dei bronchi, per questo la patologia è anche detta asma bronchiale. Questa ostruzione è generalmente reversibile ed è determinata da un processo infiammatorio a carico dell'albero bronchiale, che si infiamma e si restringe, dando luogo, talvolta, a una produzione eccessiva di muco. Di conseguenza, la funzionalità respiratoria può risultare compromessa.
Per la precisione, durante un attacco di asma, la muscolatura liscia dei bronchi ha una contrazione che ne causa il restringimento (broncocostrizione). Inoltre, l’infiammazione e la secrezione di muco fanno gonfiare i tessuti, rendendo difficile la respirazione. Quando l'attacco cessa, spontaneamente oppure grazie al trattamento, la contrazione dei muscoli delle vie aeree si interrompe e l’infiammazione si risolve, normalizzando il flusso d’aria che entra ed esce dai polmoni.
Le persone con diagnosi di asma nel mondo, secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità, sono comprese tra i 100 milioni e i 150 milioni. Molto spesso, la patologia si manifesta durante l’infanzia e, in 3 casi su 4 si risolve con la crescita. Inoltre, è stato osservato che la sua diffusione è legata all’aumento dell’obesità: riducendo il sovrappeso si riduce anche la gravità dell’asma.
Classificazione e tipologie
In base alla frequenza e alla gravità dei sintomi, è possibile distinguere l’asma in:
- episodica: si manifesta meno di 2 volte a settimana e non influisce significativamente sulle attività quotidiane. Gli attacchi notturni si verificano non più di due volte al mese e i sintomi sono brevi, spesso risolvendosi da soli o con l'uso di broncodilatatori a breve azione
- persistente lieve: i sintomi si presentano più di 2 volte a settimana, ma meno di 1 volta al giorno. Gli attacchi notturni possono verificarsi almeno 2 volte al mese. Gli episodi d'asma possono influire sulle attività quotidiane, e spesso è richiesta una terapia a lungo termine
- persistente moderato: i sintomi si verificano quotidianamente, con attacchi notturni più di 1 volta a settimana. In questo caso, la patologia può limitare le attività fisiche e richiede un trattamento regolare con antinfiammatori e broncodilatatori a lunga durata d'azione
- persistente grave: è la forma più severa e si caratterizza per sintomi continui durante il giorno, con frequenti episodi di soffocamento notturno. L'attività fisica è fortemente limitata ed è necessario un trattamento intensivo. Questo può includere dosi elevate di corticosteroidi per inalazione e/o per via orale e broncodilatatori a lunga durata d'azione.
È importante notare che l'asma può subire variazioni nel tempo e un paziente può passare da una forma all'altra. Inoltre, in base ai fattori scatenanti è possibile fare un'ulteriore distinzione tra asma:
- allergica
- da reflusso
- da sforzo.
Asma allergica
L’asma allergica è il tipo più frequente, e colpisce circa il 50% degli adulti e l’80% dei bambini che ne soffrono. I sintomi compaiono quando si viene a contatto diretto con allergeni, solitamente per inalazione. Questi possono essere pollini, acari della polvere, muffe e pelo di animali. Più raramente invece la condizione è causata da allergie alimentari (arachidi o crostacei, ad esempio, in alcuni soggetti predisposti).
L’asma allergica si caratterizza per l’insorgenza improvvisa di dispnea, ovvero la difficoltà respiratoria, e può essere correlata a rinite allergica e congiuntivite allergica. Se si sospettano allergie quali fattori scatenanti, è necessario effettuare i test allergologici.
Asma da reflusso
L’asma da reflusso è scatenata, come indica il termine stesso, dal reflusso gastroesofageo. Questa condizione si verifica quando lo sfintere che collega l’esofago allo stomaco non funziona adeguatamente da barriera, permettendo al contenuto acido dello stomaco di risalire lungo l’esofago.
Il reflusso acido può danneggiare l'esofago e innescare l'emissione di citochine, che sono proteine del sistema immunitario che mediano l'infiammazione. Quando ciò accade, può scatenarsi, quindi, un processo infiammatorio che porta ai sintomi dell'asma. Questi includono anche il restringimento dei bronchi che funge da meccanismo protettivo per evitare che l'acido entri nei polmoni. Inoltre, piccole quantità di acido possono comunque essere aspirate nelle vie aeree, causando irritazione diretta e peggioramento dei sintomi asmatici. Gli attacchi di asma da reflusso insorgono in particolar modo di notte, favoriti dalla posizione supina.
Asma da sforzo
L’asma da sforzo è indotto dall’esercizio fisico, che produce contrazione temporanea delle vie respiratorie. Più precisamente, durante l'esercizio fisico, l'incremento del flusso d'aria che entra ed esce dai polmoni può causare un'essiccazione e un raffreddamento delle vie aeree. Questo, a sua volta, può innescare una risposta infiammatoria che porta alla contrazione della muscolatura bronchiale.
Generalmente, l’asma da sforzo insorge dopo l'attività fisica aerobica (quindi che richiede sforzo) o dopo l’iperventilazione. Questa forma può avere conseguenze serie e provocare una grave crisi respiratoria che necessita di intervento immediato.
Stato di male asmatico
Il male asmatico è lo stato di asma più grave e meno frequente, che si presenta quando i polmoni non sono più in grado di rimuovere adeguatamente l'anidride carbonica e offrire ossigeno all’organismo. Si abbassa di conseguenza la pressione arteriosa e si crea una condizione di acidità nel sangue in grado di compromettere diversi organi. In questo caso occorre intervenire con dosi più elevate di farmaci o tramite respirazione assistita.
Quali sono i sintomi dell’asma?
I sintomi dell’asma possono essere diversi. La manifestazione principale è la dispnea che è spesso accompagnata dalla sensazione di mancanza d’aria. La dispnea può insorgere sia a riposo che in seguito a uno sforzo fisico, come abbiamo visto. La sensazione di mancanza d’aria può essere di lieve entità o al contrario estremamente intensa, fino a determinare vere e proprie crisi asmatiche.
Altri sintomi d'asma includono:
- respiro sibilante
- senso di oppressione al torace
- fischi e sibili toracici, specie nelle ore notturne
- tosse
- catarro denso e chiaro.
In un soggetto asmatico giovane, ma non solo, l’asma può caratterizzarsi esclusivamente per una persistente tosse stizzosa, che tuttavia resiste alle terapie usuali. La mancanza d’aria può generare uno stato d’ansia nel paziente, sudorazione e aumento del battito cardiaco. Un attacco d’asma grave può impedire al paziente di parlare.
La durata di un episodio d'asma è variabile, ed è compresa tra i 20, 30 minuti. La durata, tuttavia, può estendersi ad alcune ore o addirittura, fino a giorni. Quando gli episodi di dispnea sono brevi, è possibile che si abbia a che fare con una crisi d’ansia: si parla allora di dispnea da ansia.
A cosa è dovuta l’asma? Cause e fattori di rischio
L’asma, come detto, è dovuta all'infiammazione delle piccole vie respiratorie, e segnatamente dei bronchi. La conseguenza di questo processo infiammatorio è la riduzione del loro diametro e una ostruzione causata dal catarro. Le cause che scatenano o peggiorano l’infiammazione bronchiale possono essere:
- il fumo di tabacco
- l’inquinamento atmosferico
- le allergie, come abbiamo visto, a muffe, peli di animali, acari della polvere o pollini. In questo caso, il sistema immunitario risulta interessato
- infezioni respiratorie virali
- infezioni respiratorie batteriche
- sostanze chimiche eventualmente presenti nell’ambiente di lavoro
- stress e ansia
- aspirina e antinfiammatori non steroidei (FANS).
Ci sono poi altre cause che possono essere all’origine di un episodio asmatico come:
- aria fredda
- aria umida
- sforzi fisici
- reflusso gastroesofageo
- vento
- variabili di ordine emotivo.
L’asma può anche essere idiopatica, vale a dire che non è possibile risalire alla sua origine. Alcune infiammazioni, come la rinite allergica, rappresentano un fattore di rischio importante per un possibile sviluppo di asma. Esistono inoltre più di 100 geni che possono predisporre all’asma. I fattori ambientali e quelli genetici possono integrarsi e interagire.
Come si fa a sapere se si ha l'asma? Diagnosi
Quando il soggetto presenta sintomi quali respiro sibilante, tosse e fiato corto risulta consigliabile svolgere un approfondimento diagnostico, per scongiurare il sospetto di asma o, in caso contrario, iniziare quanto prima la cura.
Spesso i sintomi peggiorano durante la notte, nel sonno, o durante le prime ore del giorno. La crisi può manifestarsi improvvisamente oppure crescere gradualmente. In ogni caso il paziente inizia a percepire un respiro affannoso, senso di oppressione e tosse.
La diagnosi di asma viene svolta a partire da un esame mirato a constatare lo stato di salute dei bronchi: la spirometria. Al paziente viene chiesta una forte espirazione all’interno di un boccaglio, collegato allo spirometro. I risultati di questo esame, in combinazione con i sintomi rilevati in sede di esame obiettivo, permettono di stabilire la gravità della condizione.
La diagnosi richiede quindi un ulteriore approfondimento per intercettare la causa scatenante. Possono essere svolte visite e prove allergologiche o di ricerca delle immunoglobuline specifiche. È possibile che sia richiesta una radiografia del torace per l’esclusione di altre patologie. Inoltre, è bene tenere conto che anche una persona che soffre d’asma episodica può andare incontro a episodi di asma grave.
Cosa fare per curare l'asma? Terapie e trattamenti
L’asma è una malattia cronica, che alterna fasi asintomatiche a momenti o periodi di riacutizzazione: diagnosi e terapia devono essere svolte con periodicità. La terapia va seguita anche quando i sintomi sembrano, o sono effettivamente, in remissione, per scongiurare recrudescenze. Sono adottate due tipologie di farmaci:
- farmaci da usare in fasi o episodi particolarmente acuti, da assumere esclusivamente in caso di necessità. Possono essere i beta2-antagonisti, derivati della noradrenalina
- farmaci di fondo. La loro assunzione, sempre sono osservazione specialistica, serve a mantenere la patologia sotto controllo, in assenza di sintomi. È il caso dei broncodilatatori a lungo termine.
La somministrazione, a seconda del farmaco specifico e della circostanza, può avvenire per via inalatoria, sottocutanea oppure endovenosa. È possibile, anche se raro, che si manifestino effetti collaterali quali mal di testa, diarrea, crampi muscolari. Rivolgersi allo specialista, in questi casi, è la scelta necessaria per un eventuale adeguamento della terapia.
Inoltre, se li si individuano, è necessario agire sui fattori scatenanti. Ad esempio, se tra i fattori si rilevano gli acari, occorre utilizzare appositi coprimaterassi e copricuscini ed effettuare lavaggi frequenti di lenzuola e biancheria.
L'andamento della patologia, anche nelle fasi di remissione, deve in ogni caso essere seguito dallo specialista pneumologo. Generalmente i pazienti asmatici non presentano sintomi tra una crisi e l’altra. L’obiettivo delle cure, nella maggior parte dei casi raggiungibile, è far sì che la funzionalità respiratoria sia mantenuta a un livello di normalità, così da poter praticare sport, per esempio, in tutta sicurezza e traendone al meglio i benefici.