Che cos’è l’ernia ombelicale?
L’ernia ombelicale è una protrusione di una piccola porzione dell’intestino o dell’omento (il rivestimento addominale) attraverso l’ombelico. Si tratta di un disturbo diffuso principalmente nei neonati e nei bambini piccoli, in maggioranza di sesso femminile, e nei nati prematuramente o sottopeso. Può insorgere tuttavia anche negli adulti e negli anziani.
Cosa può causare l’ernia ombelicale?
L’ernia ombelicale nei bambini ha quasi sempre origine congenita. Insorge nei casi in cui l’anello ombelicale del feto – l’apertura nell’addome cui è collegato il cordone ombelicale – dopo la nascita (e dopo la caduta del cordone ombelicale) non si sigilla del tutto, creando così un orifizio da cui può fuoriuscire una parte dell’intestino oppure il grasso dell’omento.
Soltanto in rare circostanze l'ernia ombelicale infantile nel bambino presenta grandi dimensioni. In questi casi il disturbo può essere dovuto ad altre patologie, come per esempio:
- Ipotiroidismo congenito
- Disturbi del metabolismo del collagene e dei polisaccaridi
- Sindrome di Down
- Sindrome di Freeman-Sheldon (nota anche come sindrome della faccia soffiante), una patologia congenita caratterizzata da anomalie della faccia e del rachide
- Sindrome fetale da idantoina (un farmaco impiegato per il trattamento dell'epilessia)
Nell'adulto l’ernia ombelicale compare meno frequentemente, come effetto di un aumento della pressione addominale prodotto da condizioni quali:
- Cirrosi
- Ascite
- Gravidanze multiple
- Stato di sovrappeso o obesità
- Tumori addominali
- Sforzo eccessivo (come il sollevamento di un carico troppo pesante)
- Perdita del tono muscolare addominale
Tipi di ernia ombelicale
In base all’età in cui si manifesta, l’ernia ombelicale può essere distinta in:
- Ernia embrionale o fetale, quando è provocata dalla chiusura incompleta o difettosa della parete addominale durante il periodo di vita intrauterina
- Ernia neonatale o del bambino, quando compare in seguito alla caduta del cordone ombelicale
- Ernia ombelicale nell’adulto, se insorge in età adulta a causa delle condizioni sopracitate (ascite, cirrosi, ascite, gravidanze gemellari, obesità, tumori addominali, sforzo estremo, indebolimento della muscolatura addominale)
Quali sono i sintomi di un’ernia ombelicale?
I sintomi provocati dall’ernia ombelicale sono generalmente lievi e talvolta poco riconoscibili. Il segno più esplicito della sua presenza è un rigonfiamento in prossimità dell’ombelico. Questo gonfiore può avere dimensioni diverse, da uno a cinque centimetri, ma può risultare poco evidente nelle persone in sovrappeso o affette da obesità.
Nei casi in cui si manifesta nei neonati e nei bambini, solitamente l’ernia ombelicale può ingrandirsi quando piangono, compiono uno sforzo, ridono oppure tossiscono. Si riduce, al contrario, nei momenti in cui si distendono e si rilassano.
Altri disturbi che possono accompagnarsi a un’ernia ombelicale sono:
- Sensazione di peso sull’addome
- Dolore nell’area addominale, quando si tossisce, si starnutisce o si sollevano degli oggetti pesanti
Come avviene la diagnosi?
La diagnosi di un’ernia ombelicale di solito viene effettuata attraverso un esame fisico. Durante l’esame, il medico esaminerà l’area dell’ombelico per cercare eventuali rigonfiamenti o protuberanze. Potrebbe essere chiesto al paziente di tossire o sforzarsi per valutare se l’ernia diventa più evidente durante questi movimenti.
In alcuni casi, potrebbe essere necessario eseguire ulteriori test diagnostici, come ad esempio una ecografia o una tomografia computerizzata (TAC), per confermare la presenza dell’ernia ombelicale, e valutare le sue dimensioni e le eventuali complicazioni.
Cosa fare in caso di ernia ombelicale?
Per accertare la presenza di un'ernia ombelicale in un bambino o in un adulto, è sufficiente sottoporsi a una visita dal medico, che valuterà la situazione osservando ed eseguendo una palpazione dell’addome.
In alcuni casi, per verificare la possibile insorgenza di complicazioni può essere prescritta una radiografia o un’ecografia all’addome.
Nella gran parte dei casi in cui si verifica nei bambini, l’ernia ombelicale rappresenta un disturbo innocuo che tende a risolversi spontaneamente senza il bisogno di ricorrere a un’operazione. Il riassorbimento avviene in genere entro il compimento dell’anno o anno e mezzo di età o quando il bambino comincia a camminare, grazie allo sviluppo dei muscoli addominali che rafforzano la parete addominale.
L’intervento chirurgico per i piccoli è consigliato solo superati i quattro o i cinque anni, escludendo i casi in cui l’ernia sia di dimensioni considerevoli o insorgano complicazioni. L’operazione è raccomandata in particolare per le bambine, che nel caso di un’eventuale futura gravidanza potrebbero andare incontro a complicanze.
Negli adulti l’unico trattamento risolutivo è quello chirurgico. Le ernie ombelicali, infatti, tendono a ingrandirsi e a provocare complicazioni. L’operazione, solitamente molto breve (venti-trenta minuti), viene eseguita in anestesia locale o totale: si pratica un’incisione in corrispondenza dell’ernia e se ne riporta poi il contenuto all’interno dell’addome. Si suturano infine i muscoli per richiudere la zona debole.
Qualora la lacuna sia di grande dimensioni e impedisca di suturare i muscoli, si introduce una sottile rete sintetica che ha il compito di rinforzare la parete addominale ed evitare che l’ernia possa ripresentarsi.
Che disturbi porta l'ernia addominale? Cosa succede se non si opera?
Diversamente da quanto accade nei bambini, negli adulti difficilmente l’ernia ombelicale può rientrare da sola e la sua presenza potrebbe essere causa di alcune importanti complicazioni, tra cui:
- Ostruzione: l’intestino non riesce a estendersi in modo adeguato e rimane bloccato all’esterno dell’addome dentro l’ansa intestinale erniata, causando un’occlusione che si accompagna a nausea, vomito e dolore addominale (si produce in questi casi un’ernia incarcerata)
- Strangolamento: la porzione di intestino erniato resta intrappolato all’esterno della parete addominale, andando a limitare o a impedire l’afflusso di sangue e provocando la cosiddetta ernia strozzata. Questa condizione può causare la necrosi del tessuto intestinale interessato e richiede dunque un intervento chirurgico d’urgenza per ripristinare il flusso sanguigno in quel tratto
Si tratta di complicazioni che possono insorgere in modo improvviso anche a distanza di anni trascorsi nella totale assenza di disturbi legati all’ernia. È proprio per questa ragione che è raccomandabile discutere con il medico l’opportunità di sottoporsi all’operazione chirurgica, che previene questi rischi.
Cosa non mangiare?
Quando si soffre di ernia ombelicale, di solito si consiglia di evitare alcuni alimenti che possono peggiorare i sintomi o contribuire al reflusso acido. È consigliabile evitare:
- bevande alcoliche, caffè
- cioccolato, agrumi
- cipolla, cibi piccanti o pesantemente conditi
- carne rossa, salumi
- formaggi grassi, alimenti fritti, salse pesanti.
Questi alimenti possono aumentare l’acidità dello stomaco e mettere ulteriore pressione sull’addome, peggiorando i sintomi di un’ernia ombelicale.