L’influenza è una patologia infettiva determinata da un virus. Può interessare le vie aeree superiori e le inferiori. Con quali sintomi si manifesta? Come può essere curata?
Che cos’è l’influenza?
L’influenza è una malattia respiratoria contagiosa causata da virus che infettano il naso, la gola e a volte i polmoni. Può variare da lieve a grave e, nei soggetti particolarmente fragili, può determinare la morte. I virus dell’influenza appartengono principalmente a tre generi: virus di tipo A, B, e C. I virus di tipo A e B sono responsabili delle epidemie stagionali ricorrenti. Il tipo A è ulteriormente suddiviso in sottotipi, emagglutinina (HA) e neuraminidasi (NA).
Ad essere colpiti dall’influenza, in Italia, sono circa 2,5 milioni fino a 3 milioni di persone ogni anno.
Quali sono i sintomi dell’influenza?
I sintomi possono essere diversi, ed è importante da parte del medico inquadrarli anche in un’ottica di diagnosi differenziale, perché sono sintomi ravvisabili anche in altre patologie:
Ci sono poi altri segnali che possono complicare il quadro clinico. Segnali quali crampi addominali, nausea e vomito, sonnolenza e sudorazione notturna, placche alla gola.
Quando c’è il picco dell’influenza?
Solitamente si ha un picco di casi di influenza in Italia nel trimestre compreso tra dicembre e fino a tutto il mese di febbraio.
Quali sono i sintomi della nuova influenza?
L’attuale influenza, A(H1N1)v, non presenta problematiche maggiori in relazione alla influenza invernale, ed anche i sintomi sono simili. Si parla infatti di tosse, febbre, cefalea, malessere generale e astenia. In alcuni casi il paziente può presentare ulteriori sintomi come diarrea, nausea e infine vomito.
Va specificato come i bambini presentino sintomi aspecifici, come pianto, irritabilità e inappetenza, e nei lattanti è piuttosto possibile che la febbre non sia presente.
Quanto dura la nuova influenza?
La durata media dell’attuale influenza, che ha un andamento simile alle precedenti, si assesta tra i 3 giorni e i 5 giorni, mentre il tempo necessario affinché la condizione di stanchezza e affaticamento scompaiano può arrivare anche fino alle 3 settimane.
Quando si presenta in forma lieve, l’influenza può comunque essere confusa con un raffreddore: i sintomi sono molto simili, ma nel caso dell’influenza tendono a manifestarsi in modo importante e quasi improvviso.
Possibili complicazioni
Quando il soggetto non presenta fragilità e ha una buona funzionalità immunitaria, l’episodio influenzale si risolve entro una settimana senza la necessità di ricorrere a terapie.
Le persone più a rischio, come bambini tra i 5 mesi e i 6 anni, le donne in gravidanza, gli anziani e i pazienti sotto terapie che indeboliscono il sistema immunitario, possono andare incontro ad aggravamenti o complicazioni. I soggetti con oltre 65 anni rappresentano oltre la metà dei casi di aggravamento.
Gli eventi complessi determinati dall’influenza possono essere:
Quali sono le cause?
I virus influenzali vanno ricondotti alle famiglie delle Ortomixoviridiae, che si caratterizzano per la frequente mutazione del capside, la struttura proteica a rivestimento dell’acido nucleico del virus. Questa mutazione frequente rischia di compromettere la risposta immunitaria dell’organismo, dal momento che il sistema immunitario calibra la propria risposta proprio in base alla struttura del capside. Se questa struttura muta, ecco che la risposta immunitaria risulta rallentata.
I virus responsabili sono 4, come da tabella.
Virus |
Caratteristiche |
Tipo A |
Interessano anche altre specie. Il tipo A è suddiviso in ulteriori sottotipi, in base alle proteine di superficie: la emoagglutinina (HA) e la neurammidinasi (NA). |
Tipo B |
Riguardano esclusivamente l’uomo. Non prevedono sottotipi. |
Tipo C |
La cui infezione è per lo più asintomatica, ed è estremamente simile al raffreddore. |
Tipo D |
Isolati in bovini e suini. Attualmente non si sa se il tipo D sia in grado di effettuare un salto di specie. |
Come avviene la trasmissione?
L’influenza si diffonde attraverso specifiche vie di trasmissione, indipendentemente dai ceppi virali che annualmente si sviluppano per mezzo delle mutazioni, che interessano prevalentemente il virus di tipo A.
L’influenza si trasmette principalmente per via aerea. Con un colpo di tosse, uno starnuto o anche parlando, dalla bocca fuoriescono delle goccioline di saliva, o droplet, che arrivano al soggetto con il quale si è in contatto diretto. Nei luoghi chiusi e affollati si ha un tendenziale aumento della contagiosità anche se il virus influenza dimostra capacità di resistenza anche a temperature basse e umidità, in ambienti esterni.
Il periodo di incubazione tendenzialmente è di 2 giorni, in seguito al contatto con un soggetto infetto. È comunque possibile una incubazione di 3 - 4 giorni. La contagiosità si estende ad un massimo di 7 giorni, con un esordio che anticipa di poco il manifestarsi dei primi sintomi. Nei bambini la contagiosità è più prolungata rispetto agli adulti.
Perché la sera si alza la febbre?
La febbre, il principale sintomo influenzale, la sera tende ad aumentare. Questo ulteriore aumento della temperatura ha una ragione: in questo segmento della giornata l’organismo produce una quantità inferiore di cortisolo.
Il cortisolo è un ormone secreto dalle ghiandole surrenali, svolge una funzione antinfiammatoria, come accade con il cortisone. Il cortisolo interrompe la produzione delle prostaglandine da parte dell’ipotalamo. Come conseguenza, la temperatura subisce un aumento.
Cosa fare per far passare l’influenza?
Il primo passo da compiere, in caso del manifestarsi di sintomi influenzali, è rivolgersi al medico curante. La terapia più adatta è quella sintomatica.
Cosa fare |
Dettagli |
Primo passo |
Rivolgersi al proprio medico curante |
Possibili farmaci |
- antipiretici: paracetamolo, naproxene, acido acetilsalicinico per abbassare la febbre.
- analgesici: ibuprofene, codeina, amitriptilina per ridurre malessere, mal di testa e dolori muscolari o articolari.
- antinfiammatori: cortisone, nimesulide, dimeticone per ridurre infiammazione e infezione.
- antivirali: amantadina (virus A), zanamivir e oseltamivir (virus A e B).
|
Riposo |
Riposo per un tempo massimo di 2 giorni dopo la scomparsa della febbre. |
Complicanze |
In caso di complicanze, lo specialista prescriverà la terapia adeguata. |
Influenza e vaccini
La migliore difesa dal virus influenzale è data dai vaccini antinfluenzali, specialmente per alcune categorie di persone che sono particolarmente a rischio: anziani, bambini, donne in gravidanza, operatori sanitari. E per evitare il rischio di complicazioni.
Quello antinfluenzale è un vaccino inattivato trivalente, con efficacia nei confronti del virus di tipo A e B. L’efficacia del vaccino ha uno spettro compreso tra il 70% e il 90%; la riduzione della mortalità è ricompresa tra il 70% e l’80%. Grazie al vaccino è possibile prevenire l’eventuale infezione o, in caso di infezione, il rischio di complicazioni risulta ridotto in modo drastico e significativo.
Il vaccino è consigliabile per tutti i soggetti a rischio cui si è fatto riferimento. Inclusi i pazienti che soffrono di patologie pregresse quali asma, ipertensione, diabete, AIDS.
Come si fa a capire se è Covid o è influenza?
Rispetto ai sintomi dovuti al Covid-19, l’influenza ha in comune:
- tosse
- febbre
- affaticamento
- dolori muscolari e articolari
- mal di testa
- gola infiammata
- sudorazione notturna, soprattutto con la variante Omicron.
Ci sono poi sintomi specifici del Covid-19, quali la perdita di gusto e di olfatto, più infrequenti nelle ultime varianti. Va poi aggiunto che i sintomi da Covid-19 hanno una durata più importante, con una manifestazione compresa tra i 2 giorni e i 14 giorni rispetto all’esposizione con un soggetto contagiato.
La debolezza e la difficoltà nella respirazione risultano poi molto più persistenti quando determinati da infezione da Covid-19, originata da coronavirus SARS-CoV-2. Nel dubbio, è fortemente consigliato sottoporsi ad un tampone, così da accertare in modo inequivocabile la causa virale dei sintomi, e intraprendere quanto prima la terapia più adeguata.
Prevenzione dell’influenza, cosa fare?
Oltre alla vaccinazione, esistono varie misure preventive che possono aiutare a ridurre il rischio di contrarre l’influenza. Queste pratiche includono:
- lavarsi le mani frequentemente: l’uso di acqua e sapone o disinfettanti a base di alcol può eliminare i germi
- evitare il contatto ravvicinato con persone malate: mantenere una distanza sicura dalle persone che presentano sintomi influenzali
- coprire naso e bocca quando si starnutisce o si tossisce: usare un fazzoletto o l’interno del gomito può impedire la diffusione dei germi
- evitare di toccarsi occhi, naso e bocca: le mani possono trasferire il virus a queste aree facilitando l’infezione
- pulire e disinfettare superfici e oggetti che potrebbero essere contaminati: virus influenzali possono sopravvivere su superfici e trasmettersi ad altre persone.