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Fibrillazione atriale: sintomi, cause e terapia

A cura di
Bruno
Andreuzzi

La fibrillazione atriale è una irregolarità della frequenza cardiaca. Può provocare conseguenze molto gravi come l'ictus cerebrale. Come si manifesta? E in che modo si può intervenire?

Cos’è la fibrillazione atriale?

La fibrillazione atriale è un disturbo del ritmo cardiaco: nella fibrillazione atriale, gli atri (i serbatoi che raccolgono il sangue venoso proveniente dall’organismo per poi inviarlo ai ventricoli, le vere e proprie pompe del cuore) non funzionano correttamente per una anomalia della loro attivazione elettrica.

Questo malfunzionamento elettrico ha come conseguenze:

  • impulsi elettrici irregolarmente trasmessi ai ventricoli, che si contraggono in modo disordinato e solitamente rapido
  • il sangue non è inviato ai ventricoli con efficacia e tende a muoversi molto lentamente in alcune zone degli atri, privi di forma regolare. Tale sangue stagnante tende a formare coaguli, che possono poi staccarsi ed essere portati dal flusso del sangue fino al cervello, provocando un ictus, cioè un infarto del cervello.

Esistono due tipi di fibrillazione:

  • fibrillazione atriale parossistica, cioè intermittente, che si risolve da sola nel giro di ore o pochi giorni
  • fibrillazione atriale persistente, cioè continua, che si risolve con farmaci o con una piccola scossa elettrica inferta dall’esterno; spesso si tratta di una evoluzione della forma parossistica. Nel caso invece non si riesca a risolverla la fibrillazione atriale si considera permanente.

Quali sono i sintomi della fibrillazione atriale?

È raro che non presenti alcun sintomo, ma di solito provoca fastidiosa palpitazione, una sensazione di cuore molto veloce ed irregolare, spesso associata a mancanza di fiato, dolore al petto, affaticamento per sforzi anche modesti.

In alcune circostanze può determinare anche svenimento.

Come ci si sente dopo una fibrillazione atriale?

È possibile che in seguito ad un episodio di fibrillazione atriale, gli eventuali sintomi scompaiano in modo spontaneo. Nei casi di persistenza, possono tornare a manifestarsi con andamento cronico.

Cosa fa scatenare la fibrillazione atriale?

Una delle cause della fibrillazione atriale da un cortocircuito elettrico congenito che si manifesta con l’età ma, più frequentemente, da uno stiramento degli atri che provoca la dispersione elettrica.

Questo evento può verificarsi in svariate malattie cardiache, in particolare:

Può inoltre presentarsi:

  • dopo interventi chirurgici, soprattutto quelli sul cuore
  • in caso di intossicazione alcolica
  • in caso di ipertiroidismo
  • nell’obesità
  • nella sindrome delle apnee notturne
  • con l’assumere farmaci stimolanti, fra cui alcune usate per trattare l’asma o alte dosi di caffeina, come nelle bevande energizzanti.

Diagnosi di fibrillazione atriale

Già ascoltando il cuore si può sospettare, ma la diagnosi vera e propria si fa con l’elettrocardiogramma

Qualora le palpitazioni durino per un tempo insufficiente a poter fare un elettrocardiogramma tradizionale, in genere in pronto soccorso, si può applicare un piccolo elettrocardiografo per 24 ore, chiamato Holter cardiaco

Si può impiantare sottopelle un elettrocardiografo miniaturizzato, chiamato loop-recorder, che permette di registrare l’elettrocardiogramma per mesi o anni, inviandolo automaticamente in ospedale qualora si verifichi un’anomalia.

Qual è più pericolosa, la fibrillazione atriale o ventricolare?

Le aritmie cardiache alla base della fibrillazione atriale rappresentano un rischio minore rispetto ai casi di fibrillazione ventricolare.

Che differenza c’è tra aritmia e fibrillazione?

La fibrillazione è un tipo specifico di aritmia. È possibile affermare che la fibrillazione atriale è una aritmia, laddove non ogni aritmia è una fibrillazione atriale.

Cosa fare per far passare la fibrillazione?

Le cure possono essere:

  • fluidificazione del sangue con terapia farmacologica, per evitare la formazione di trombi che potrebbero aumentare il rischio di ictus. Di solito si inizia con iniezioni di eparina 2 volte al giorno, per poi passare a farmaci per bocca. alcuni di questi necessitano di frequenti controlli del sangue, per regolare la dose, avendo un effetto molto variabile tra persona e persona. Per i più recenti bastano 1, 2 controlli l’anno
  • rallentare il battito cardiaco. Essenzialmente beta-bloccanti o calcio-antagonisti.
  • riportare il cuore al suo battito normale con farmaci in vena od orali, più usati sono Flecainide, Propafenone, Amiodarone. oppure con una scossa elettrica, nel cui caso si deve addormentare brevemente il malato.

In caso gli episodi dovessero ripetersi, il trattamento della fibrillazione atriale può prevedere l’eliminazione dei cortocircuiti all’interno del cuore. Si parla quindi di ablazione trans-catetere, che si effettua arrivando fino al cuore con un filo elettrico, del diametro di uno spaghetto, attraverso una vena, di solito a partenza dall’inguine. È un piccolo intervento che necessita di un ricovero di 2, 3 giorni.

Cosa non fare con la fibrillazione atriale?

I pazienti affetti da fibrillazione atriale non dovrebbero abusare alimenti contenenti grassi di origine animale, con formaggi e insaccati. Dovrebbero inoltre evitare l’abuso di dolci e di sale, limitando il più possibile l’alcol.