Il melanoma nodulare è il tipo più aggressivo e pericoloso di tumore della pelle. La diagnosi precoce è essenziale per una prognosi più favorevole.
Cos’è il melanoma nodulare?
Il melanoma nodulare è il più aggressivo e pericoloso tra i melanomi. Nello specifico, si tratta di un tumore cutaneo maligno, poiché la lesione tumorale si sviluppa a velocità notevole e si estende in profondità, determinando l’insorgenza di metastasi.
Le metastasi si formano a partire da cellule tumorali che si staccano dal tumore primario e, attraverso il sistema linfatico o sanguigno, raggiungono altre parti del corpo. La diagnosi precoce è pertanto essenziale.
Tipi di melanoma
Si possono avere quattro tipi di melanoma:
- melanoma a diffusione superficiale: è il tipo più comune e può apparire come lesione nuova o a partire da un nevo già esistente, crescendo in superficie; è più trattabile se diagnosticato precocemente
- melanoma nodulare: appare come un nodulo pigmentato o non pigmentato che cresce in profondità più che in larghezza, tendendo ad essere più aggressivo rispetto agli altri tipi
- lentigo maligna: si sviluppa spesso nei pazienti anziani, presentandosi come macchie di colore scuro sul viso, sulle orecchie o sulle mani, zone tradizionalmente esposte al sole per lunghi periodi; tende a crescere lentamente in superficie prima di diffondersi nelle strutture più profonde
- melanoma lentigginoso acrale: è meno comune e si manifesta in aree meno esposte ai raggi ultravioletti come i palmi delle mani, le piante dei piedi e sotto le unghie.
Come riconoscere il melanoma nodulare?
In sintesi, ci sono alcune caratteristiche di cui tenere conto per capire se si è di fronte ad un possibile melanoma nodulare.
La lesione presenta uno sviluppo verticale, chiamato anche forma a cupola, e presenta dei bordi solitamente regolari, ha una consistenza dura e presenta uno sviluppo generalmente rapido. Inoltre, ha un colore che può essere nero, marrone, blu scuro oppure tendente al rosa e, soprattutto, non scompare ma tende a rimanere.
Quali sintomi lo caratterizzano?
All’aspetto, il melanoma nodulare può presentarsi come un nodulo, ovvero un rilievo solido sulla pelle, che non presenta bordi irregolari e può variare in colorazione, da nero a bluastro, rosso o rosa, fino a talvolta essere privo di pigmento (melanoma acromico), e quindi apparire simile al colore della pelle. In quest’ultima circostanza è possibile che sia confuso con un foruncolo ma, a differenza di un foruncolo, tende ad accrescere invece che a risolversi.
Spesso si distingue per il cambiamento rapido in termini di dimensione e forma, e può essere associato a sintomi come sanguinamento o presentare una consistenza diversa al tatto rispetto alla pelle circostante. Può formarsi in parti del corpo che sono prive di lesioni.
Il suo tratto distintivo è il modo in cui si sviluppa, dal momento che si estende maggiormente in profondità a partire dai primi momenti della crescita, e non si sviluppa radialmente, quindi lungo la superficie cutanea, ma verticalmente, penetrando gli strati della pelle raggiungendo sia i vasi sanguigni che i vasi del sistema linfatico. E proprio per questa ragione tende a causare metastasi.
Quali cause determinano un melanoma nodulare?
Il meccanismo che determina insorgenza e sviluppo di un melanoma nodulare è dato da una proliferazione abnorme e incontrollata di cellule. Le cellule in questione sono i melanociti, la cui funzione consiste nella produzione di melanina, un pigmento che svolge un ruolo di protezione del genoma rispetto all’azione dei raggi ultravioletti.
In seguito ad un insieme di mutazioni genetiche, i melanociti abbandonano questa funzione e iniziano a replicarsi in modo massivo e in velocità. Le cause delle mutazioni genetiche sono ancora poco conosciute. Ci sono alcuni fattori di rischio da tenere in considerazione, come una predisposizione genetica o una familiarità sia con il melanoma nodulare che con altre forme di melanoma.
Anche l’esposizione ai raggi UV e l’essere un fototipo chiaro sono considerati fattori di rischio.
Diagnosi di melanoma nodulare
Il melanoma nodulare, si ricorda, può essere particolarmente aggressivo e tende a crescere in profondità piuttosto che in larghezza. Per questa ragione, qualsiasi nodulo che si sviluppa rapidamente sulla pelle dovrebbe essere esaminato da un medico e dallo specialista dermatologo.
La diagnosi si svolge secondo questi passaggi:
- esame clinico: lo specialista esamina la lesione sospetta, tenendo in considerazione la storia clinica del paziente e i cambiamenti nella lesione
- dermatoscopia: è un esame non invasivo che utilizza uno strumento chiamato dermatoscopio. Il dermatoscopio illumina e ingrandisce la lesione cutanea (epiluminescenza), permettendo allo specialista di osservare in modo approfondito le strutture non visibili a occhio nudo
- biopsia cutanea: in caso di sospetto di melanoma, è probabile che si proceda con una biopsia. Consiste nella rimozione chirurgica dell’intera lesione, e viene poi inviata a un patologo per l’esame microscopico
- stadiazione: se viene confermata la diagnosi di melanoma potrebbero essere richiesti oltre all’allargamento dell’escissione chirurgica, altri test per determinare lo stadio del tumore. Tra gli esami previsti ci sono la biopsia del linfonodo sentinella e il ricorso a tecniche di imaging (RX, TAC, RNM, PET). La stadiazione è fondamentale per pianificare il trattamento più appropriato.
Nel 2023 in Italia sono stati diagnosticati oltre 12.000 casi.
Stadiazione del melanoma nodulare
Il più utilizzato è il sistema TNM. L’acronimo TNM indica i criteri di stadiazione che sono:
- T (Tumore): descrive lo spessore del melanoma e indica se è ulcerato. Lo spessore è misurato in millimetri (spessore di Breslow) e viene determinato con una biopsia
- N (Nodo): indica se il melanoma si è diffuso ai linfonodi regionali vicini e quanti ne sono interessati.
- M (Metastasi): specifica se il melanoma si è metastatizzato ad altri organi del corpo.
Gli stadi possono essere:
- 0: il melanoma è in situ, si trova solo nello strato superficiale della pelle
- I: il melanoma è sottile, ovvero fino a 2 mm di spessore, e può presentare o meno ulcerazione
- II: si ha spessore maggiore e ulcere, ma non si ha diffusione ai linfonodi
- III: il melanoma si è diffuso ai linfonodi vicini o ha formato satelliti, quindi piccole masse di cancro, vicino al tumore primario
- IV: si ha diffusione in altre parti del corpo, inclusi altri organi o linfonodi lontani.
Che terapia è prevista?
Il trattamento del melanoma nodulare viene stabilito in relazione alla sua stadiazione. Nello stadio 0, viene effettuata la resezione chirurgica, che consiste nella rimozione del melanoma e di un margine di tessuto sano circostante; la rimozione può essere sufficiente per melanomi sottili senza segni di diffusione.
Per melanomi più spessi o in fase avanzata, è necessaria l’asportazione del linfonodo sentinella per verificare la diffusione del tumore ai linfonodi. Se il melanoma si è diffuso, il trattamento può includere innanzitutto la rimozione chirurgica dei linfonodi regionali.
Quando la malattia diventa metastatica si interviene anche con immunoterapia, terapia a bersaglio molecolare, chemioterapia, radioterapia. L’immunoterapia prevede la somministrazione di anticorpi monoclonali quali nivolumab o ipilimumab o pembrolizumab. La terapia molecolare contempla l’uso ad esempio di encorafenib, dabrafenib e vemurafenib, in grado di arrestare o rallentare in modo importante la proliferazione abnorme delle cellule tumorali.
Quanto si vive con melanoma nodulare?
La sopravvivenza, in seguito a diagnosi di melanoma nodulare, può variare ed è legata alla precocità della diagnosi e del trattamento. Solitamente la mortalità è alta nei primi cinque anni a partire dalla diagnosi. Il trattamento del melanoma è comunque complesso e va eseguito in centri specializzati.