Mollusco contagioso, cos’è?
Il mollusco contagioso è un’infezione virale cutanea che si caratterizza per la presenza di vescicole, dette anche papule o lesioni papulose, che emergono sulla pelle. Queste lesioni possono essere uniche oppure multiple. Al loro centro presentano una depressione chiamata ombelicatura centrale.
A soffrire di questa infezione sono bambini e adolescenti di età inferiore ai 15 anni, con un 80% di incidenza dei casi. Esistono poi specifiche categorie a rischio:
- soggetti con sistema immunitario compromesso (persone affette da AIDS o che hanno subito un trapianto)
- chi soffre di patologie linfoproliferative e in cura con corticosteroidi
- bambini che soffrono di eczema o dermatite atopica, anche se in questo caso non è stata dimostrata una correlazione diretta.
Come si prende il mollusco contagioso?
Il mollusco contagioso è una malattia infettiva virale cutanea causata dal Poxvirus. Il periodo di incubazione ha un arco di tempo che oscilla tra le 2 e le 7 settimane. Dal momento che l’incubazione delle lesioni ha un lungo periodo, è molto frequente il verificarsi di recidive.
Il mollusco contagioso può essere contratto in diversi modi:
- attraverso contatto diretto con la pelle di una persona infetta
- contatto sessuale, caso in cui le lesioni possono interessare il pene o il pube
- per un uso poco accorto di biancheria o asciugamani usati da un soggetto affetto
- uso condiviso di doccia, o vasca, già usata da chi ha contratto questa infezione virale.
Per queste ragioni, coprire le superfici interessate dalle lesioni con un cerotto è una pratica consigliata.
La diagnosi di mollusco contagioso
Catalogabile come una tra le malattie infettive, il mollusco contagioso esordisce, si accennava, con il comparire di papule (riconducibili anche alle cosiddette malattie bollose), o vescicole, indolori e dalle dimensioni tra i 2 e i 6 millimetri. Queste papule possono essere di poche unità o arrivare in alcuni casi fino al centinaio.
Le papule hanno un colorito rosso biancastro e possono disseminarsi in altre parti del corpo, specie in soggetti che già soffrono di dermatite atopica. Le superfici del corpo più interessate possono essere viso, braccia, ascelle e mani. Infine l’inguine.
A questo quadro sintomatico bisogna aggiungere come le lesioni di per sé non siano pericolose. A volte possono determinare un lieve fastidio o poco dolore, certamente del prurito.
Come si cura il mollusco contagioso?
Esistono diversi approcci terapeutici per la cura del mollusco contagioso. Anche nel caso in cui i sintomi durassero alcuni mesi, di base il mollusco contagioso si risolve con una guarigione spontanea. Tra i diversi tipi di terapia farmacologica si indicano:
- soluzione con idrossido di potassio. Si tratta di una soluzione fortemente alcalina che riesce a dissolvere le cellule interessate dal virus
- farmaci antivirali, dal momento che questa infezione ha un’origine virale
- acido salicilico, un farmaco dalla funzione cheratolitica, capace dunque di rammollire e dissolvere i tessuti cornei (quelli più esterni).
Nei casi più lievi, si segnala la possibilità di adottare rimedi naturali. L’applicazione topica di impacchi agli oli essenziali può contribuire a ridurre in modo significativo le dimensioni delle papule, permettendo alla guarigione spontanea di accadere in tempi più veloci. Gli olii essenziali estratti da mirto o limone sono spesso usati, senza dimenticare il Tea tree oil. Anche l’alimentazione può aiutare in modo significativo il sistema immunitario.
Terapia chirurgica e prevenzione
Se farmaci e cure naturali non sortiscono alcun risultato è necessario ricorrere alla terapia chirurgica. In genere vengono asportate le singole lesioni attraverso il courettage (ovvero raschiamento), che prevede l’uso di un bisturi dalla forma ad anello. Quando ad essere operato è un bambino affetto, viene adottata una crema anestetica.
Il courettage non è tuttavia l’unica metodologia chirurgica adottata. Per la rimozione delle papule vengono praticate anche la laser terapia e la crioterapia (detta anche terapia del freddo), che viene eseguita attraverso l’applicazione, sulla zona interessata, di azoto liquido.
Al momento non esiste una prevenzione che assicuri il soggetto, spesso un bambino, rispetto al rischio di infettarsi. Si raccomandano pertanto buone pratiche di igiene personale e l’uso di asciugamani propri, e non altrui, nel contesto di luoghi comuni. Importante il trattamento immediato delle papule per evitare il rischio di autoinoculazione, oltre che infettare altre persone.