Che cos’è un osteocondroma?
Gli osteocondromi, conosciuti anche come esostosi, sono tumori benigni delle ossa. Si tratta di patologie piuttosto comuni che prediligono con più frequenza le estremità delle ossa lunghe, nonostante possono svilupparsi in qualsiasi tipologia di osso.
L’identikit del paziente con più probabilità di sviluppare un osteocondroma è un giovane maschio di età compresa tra i 10 e i 20 anni. È piuttosto raro che gli osteocondromi possano degenerare in una forma tumorale maligna, conosciuta come condrosarcoma.
Questo tumore può essere particolarmente insidioso in quanto la sua evoluzione, nella maggior parte dei casi, è abbastanza imprevedibile. Le recidive, sia nei pazienti in cui il trattamento chirurgico viene effettuato per le complicanze della malattia sia in quelli in cui l’intervento ha scopo di prevenzione di forme maligne, sono piuttosto frequenti.
A tutt’oggi, gli osteocondromi hanno cause ancora sconosciute, anche se le ipotesi non mancano. La più accreditata dalla comunità scientifica è che questi tumori possano essere associati ad uno specifico gene, l’EXT 1. Non sono chiari nemmeno i fattori ambientali o di altro tipo che possano innescare o favorire la malattia.
Tipologie di osteocondromi
Gli osteocondromi possono essere classificati in due tipologie principali: sessili e peduncolati.
I primi sono caratterizzati dal fatto che presentano lesioni con una vasta porzione di attaccamento alla superficie delle ossa. I secondi, invece, hanno un segmento che deriva dalla lesione, il quale si può allontanare dalla porzione di crescita sulla superficie ossea. In virtù di questa caratteristica, gli osteocondromi peduncolati sono quelli che hanno maggiori probabilità di coinvolgere altre strutture come i tessuti molli sovrastanti, nervi, tendini e vasi sanguigni.
In alcuni casi, si può assistere anche ad una crescita di osteocondromi multipli, nell’ambito di una condizione clinica nota come esostosi multipla ereditaria, un disturbo di natura genetica. In questi casi, gli osteocondromi si sviluppano in corrispondenza delle estremità di diverse ossa lunghe o di ossa piatte quali scapola o bacino.
Le esostosi multiple ereditarie sono caratterizzate da una trasmissione autosomica dominante. Ciò significa che il figlio di un individuo che soffre di questa patologia avrà una possibilità su due di contrarla a sua volta.
Quali sono i sintomi dell’osteocondroma?
Nella maggior parte dei casi gli osteocondromi non comportano alcun tipo di manifestazione sintomatologica. Nell’eventualità in cui, al contrario, siano presenti, i sintomi comprendono principalmente il dolore. Esso può essere dovuto alla compressione, da parte del tumore, di un nervo o, in alternativa, al coinvolgimento di vasi sanguigni o tendini.
La sintomatologia dolorosa può, altresì, essere la conseguenza dello sfregamento di strutture molli che si trovano in posizioni adiacenti o dello stato infiammatorio delle borse che si trovano a livello delle estremità ossee coinvolte da esostosi.
I pazienti che soffrono di esostosi multipla ereditaria hanno più probabilità di andare incontro ai sintomi sopra descritti. Nel caso la sintomatologia si manifesti nei pazienti adulti, va monitorata con molta attenzione, poiché potrebbe essere il campanello d’allarme di un’evoluzione maligna del tumore.
L’osteocondroma, benché di natura benigna, può essere la causa di complicanze che possono dar luogo a ulteriori sintomi. L’eccessiva crescita del tumore, infatti, può comportare anomalie di natura strutturale delle ossa, compromettendone il fisiologico processo di crescita e causando significative limitazioni nei movimenti del paziente.
Il processo infiammatorio innescato dall’osteocondroma, in corrispondenza dei tendini e dei muscoli che sovrastano il tumore, può dar luogo a deficit di tipo motorio o sensoriale. I nervi stessi rischiano di essere deviati nel loro percorso a causa dell’interferenza meccanica dell’osteocondroma.
Più rare, invece, sono le complicanze che coinvolgono l’apparato urinario o intestinale, a causa di ostruzioni determinate dagli osteocondromi che si sviluppano in corrispondenza della regione pelvica.
Come anticipato, il condrosarcoma rappresenta la possibile evoluzione maligna degli osteocondromi e solitamente si sviluppa tra i 30 e i 50 anni. Il dolore è indubbiamente il sintomo più comune e caratteristico e, nella maggior parte dei casi, è associato a tumefazioni locali.
Come si cura un osteocondroma?
Qualora non insorgano complicanze o non sia presente alcun tipo di sintomatologia, non è previsto trattamento per l’osteocondroma.
In caso contrario, l’intervento può rivelarsi necessario.
Le eventualità per cui è richiesta una terapia specifica sono i casi di deformità ossee – che comportano anche alterazioni di tipo estetico – limitazioni funzionali di movimento o sintomatologia dolorosa particolarmente severa.
Un’opzione possibile, in tutti questi casi, è la rimozione chirurgica. Tuttavia, va sottolineato che quest’ultima è indicato solo quando il paziente abbia raggiunto la piena maturità scheletrica. Ci deve essere, inoltre, una conferma, attraverso esame bioptico, dell’evoluzione maligna del tumore.
In caso di esostosi ereditaria multipla, l’intervento chirurgico consente di rimuovere la lesione neoplastica ripristinando le fisiologiche funzionalità dei nervi e dei vasi sanguigni coinvolti in fenomeni compressivi e correggendo le eventuali anomalie strutturali degli arti.