Quando l’olfatto non funziona
Quando si verifica la perdita totale o parziale del senso olfattivo si parla rispettivamente di anosmia o di iposmia.
È piuttosto difficile che la perdita dell’olfatto sia il sintomo di una patologia grave.
La durata può essere temporanea (il più delle volte) e definitiva (in alcune occasioni) ed è correlata alla causa scatenante.
La perdita di olfatto, in ogni caso, è un sintomo che richiede approfondimento diagnostico e un’adeguata terapia. Dal momento che pazienti affetti da questa condizione possono perdere interesse nei confronti del cibo, andando incontro a malnutrizione, dimagrimento o anche depressione, nel lungo termine.
Va specificato inoltre come la perdita di olfatto sia anche legata all’età e può verificarsi in modo anche impercettibile a partire dai 60 anni di età.
Che cos’è la parosmia?
Si definisce invece parosmia un’alterazione dell’olfatto. I pazienti che soffrono di parosmia non riescono a sentire gli odori in modo corretto.
È una problematica di per sé non pericolosa per il paziente. Allo stesso tempo la qualità della vita, di chi ne è affetto, può esserne condizionata, poiché i disturbi dell’olfatto possono influenzare anche il senso del gusto.
Questa alterazione olfattiva può essere determinata da diverse cause: lesioni di origine traumatica, virale oppure infiammatoria a carico delle mucose. Anche infiammazioni quali riniti o sinusiti sono annoverabili tra le cause.
Quali sono i sintomi del malfunzionamento dell’olfatto?
Nei casi di anosmia o iposmia, la percezione degli odori è parzialmente o completamente compromessa. Si tratta di una condizione potenzialmente pericolosa, dal momento che il paziente può ritrovarsi nella eventualità di non percepire odori pericolosi come una perdita di gas, ad esempio, o l’odore di bruciato.
Tra i sintomi ci possono essere:
- perdita parziale o completa dell’odorato (anosmia appunto)
- iposmia, ovvero un senso dell’olfatto diminuito
- parosmia, una percezione alterata degli odori
- fantosmia, quando si ha una percezione degli odori che nei fatti non ci sono.
Anosmia e iposmia, cause
Le cause per le quali si presentano disturbi per l’olfatto possono essere molteplici. Tra le più importanti si indicano:
Cosa fare per recuperare l’olfatto?
La terapia volta al recupero dell’olfatto viene stabilita in base alla causa scatenante. È sufficiente, ad esempio, una pulizia approfondita delle cavità nasali per mezzo di una soluzione salina, nei casi in cui l’olfatto non funziona a causa di una sinusite o di una allergia.
Quando la causa è riconducibile ad un'infezione, la pulizia delle cavità nasali non è sufficiente, e risulta necessario rivolgersi al proprio medico, o all’otorinolaringoiatra, per la prescrizione di farmaci cortisonici o di antibiotici. Risolta l’infezione, le funzioni olfattive sono ripristinate.
Nei casi in cui la causa è riconducibile ad una ostruzione delle cavità nasali, sarà necessario per l’otorinolaringoiatra intervenire con una endoscopia nasale a fibre ottiche. Con questa tecnica è possibile comprendere se le ostruzioni sono di natura infiammatoria, sono conseguenze di irregolarità dell’anatomia, o sono polipi nasali.
Quando la causa è di natura tumorale, va svolta l’asportazione della massa, cui segue una radioterapia. In questa evenienza è piuttosto improbabile che si verifichi un recupero dell’olfatto.
Rieducazione al riconoscimento degli odori
Quando si è intervenuti sulla causa che ha determinato il malfunzionamento o l’alterazione dell’odore, non è da escludere la possibilità di ricorrere ad un vero e proprio training, una riabilitazione olfattoria.
Obiettivo di questa riabilitazione è lo stimolo dell’epitelio nasale per mezzo di sostanze dal profumo particolarmente intenso, e allo stesso tempo familiare, così da determinare un incentivo al recupero della funziona olfattiva.