La sindrome dell'ovaio policistico (Pcos) è una malattia molto comune fra le donne in età riproduttiva che colpisce il sistema endocrino e può determinare un importante ingrossamento delle ovaie, che contengono piccoli accumuli di cisti liquide.
Che cos’è la sindrome dell’ovaio policistico?
L'ovaio policistico si caratterizza per una grande presenza di follicoli inattivi, di ridotte dimensioni, che vengono chiamati micro-cisti. L'origine di questa condizione ha carattere ginecologico, non ormonale e può essere agevolmente accertata mediante una semplice ecografia per valutare la condizione ecografica delle ovaie.
La sindrome dell'ovaio policistico (Pcos), invece, è una malattia molto comune fra le donne in età riproduttiva che colpisce il sistema endocrino e può determinare un importante ingrossamento delle ovaie che contengono piccoli accumuli di cisti liquide.
A cosa è dovuto l'ovaio policistico?
Non è ancora noto esattamente a quali cause sia dovuto lo sviluppo della sindrome dell'ovaio policistico, anche se sembrerebbe all'origine vi sia una disfunzione del sistema riproduttivo, a sua volta causata da:
- squilibri metabolici
- mutazioni genetiche
- fattori ambientali.
Tra gli altri fattori che potrebbero essere coinvolti con la Pcos ci sono:
Quali sono i sintomi dell’ovaio policistico?
Cosa succede a chi ha l'ovaio policistico? Il sintomo più comune della sindrome dell’ovaio policistico è l'alterazione della regolarità mestruale. Si possono avere cicli irregolari con un ritmo (cioè la distanza tra una mestruazione e l'altra) superiore di 30 giorni oppure l'assenza totale del ciclo mestruale (amenorrea).
Un altro sintomo della sindrome dell'ovaio policistico è rappresentato dall'anovulazione, cioè l'assenza di ovulazione. Questa può comportare problemi di fertilità e rendere difficoltosa una gravidanza.
Gli elevati livelli di ormoni maschili possono comportare fenomeni come:
Come si fa la diagnosi?
La diagnosi si basa innanzitutto su:
- sintomatologia riportata dalla paziente
- ecografia che mostra un aspetto caratteristico delle ovaie (a corona di rosario)
- dosaggio di alcuni ormoni (in particolare l'FSH, l'LH e gli ormoni maschili).
Per prima cosa, quindi, lo specialista raccoglie informazioni facendo l’anamnesi della paziente. In particolare, prende nota dei seguenti aspetti:
- storia del ciclo mestruale ed eventuali alterazioni
- eventuale infertilità
- storia familiare ed eventuale presenza di parenti con Pcos.
In seguito si procede a:
Con il supporto dei risultati di esami strumentali come l’ecografia pelvica transvaginale, il ginecologo valuta:
- condizione delle ovaie
- presenza di cisti follicolari
- spessore dell’endometrio.
Per effettuare la diagnosi di sindrome dell’ovaio policistico non è sufficiente una singola manifestazione sintomatologica. In molti casi, la diagnosi viene fatta solo in seguito all’esclusione di altre patologie o condizioni che causano una sintomatologia simile a quella della Pcos.
In alcuni casi, una serie di alterazioni a livello ormonale, causa di iperandrogenismo (aumento della produzione di ormoni androgeni), può associarsi alla sindrome. Si rende necessario effettuare esami clinici finalizzati a valutare l’origine di questa condizione e il suo eventuale legame con la Pcos nel momento in cui i sintomi peggiorano in modo repentino.
Come si cura l’ovaio policistico?
La sindrome dell’ovaio policistico può essere curata in diversi modi. Il trattamento dipende molto dall'età della paziente e dal suo desiderio o meno di gravidanza nell'immediato.
L'inositolo è un integratore vitaminico che contribuisce a regolarizzare il metabolismo, a favorire la maturazione dell'ovaio e a migliorare la fertilità nelle donne con cicli irregolari che cerchino una gravidanza. L'utilizzo della pillola anticoncezionale andrebbe riservato invece a coloro che non desiderano gravidanze nel breve termine o per migliorare temporaneamente l'aspetto fisico in caso di acne e peluria.
In alcuni casi, soprattutto qualora vengano riscontrati elevati livelli di glucosio, il medico può prescrivere anche la metformina – utilizzata generalmente per il diabete di tipo 2 – che può comportare effetti positivi sulla regolarità delle mestruazioni.
Laddove la sindrome sia correlata a una difficoltà nel rimanere incinta, il medico può ritenere opportuno un trattamento farmacologico a base di FSH e LH a supporto dell'ovulazione.
Gravidanza e ovaio policistico
Chi ha un ovaio policistico può avere figli? Va detto che la sindrome è una delle principali cause di sterilità tra le donne. Si tratta, tuttavia, di una condizione che può essere trattata nella maggior parte dei casi. Per tale ragione, l’eventualità di avere una gravidanza anche per le pazienti con Pcos è ragionevolmente possibile.
Una delle manifestazioni della Pcos è, come detto, l’anovulazione. Al fine di facilitare l’ovulazione, quindi, possono essere prescritti farmaci come:
- anti-estrogeni da assumere all’inizio del ciclo mestruale (es. clomifene)
- inibitori del rilascio di insulina
- metformina, capace di ridurre in modo indiretto la secrezione di insulina.
Come si fa a prevenire questa sindrome?
Sicuramente uno stile di vita corretto con un'alimentazione sana e sport praticato con regolarità, una quantità di ore di sonno adeguata e costante sono degli ottimi alleati per prevenire la sindrome dell'ovaio policistico.
Cosa non mangiare per l'ovaio policistico?
In presenza di ovaio policistico è bene ridurre al minimo l’assunzione di zuccheri, dolci e bevande zuccherine, così come di sale e alimenti che ne contengono in elevate quantità come salse, dadi o cibi in scatola.
Al contempo, occorre limitare il consumo di alimenti che contengono grassi saturi come insaccati, olio di palma e di cocco, burro, carni grasse, formaggi stagionati. Anche la caffeina va limitata, mentre alcol e fumo andrebbero eliminati.
È invece molto utile consumare alcuni alimenti ricchi di acido folico come i cereali integrali (specialmente crusca e grano), gli agrumi, la frutta secca (mandorle e noci in particolare) e i legumi.
Cibi sconsigliati con PCOS |
Cibi consigliati con PCOS |
Zuccheri, dolci e bevande zuccherine |
Cereali integrali |
Sale e alimenti ricchi di sale (salse, dadi o cibi in scatola) |
Agrumi |
Insaccati |
Frutta secca (mandorle e noci) |
Olio di palma e di cocco |
Legumi |
Burro |
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Carni grasse |
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Formaggi stagionati |
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Caffeina |
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Chi ha l'ovaio policistico può dimagrire?
La insulino resistenza di frequente associata alla sindrome dell’ovaio policistico, unita ad altri elementi caratteristici della patologia, fa sì che dimagrire sia effettivamente più difficile. Tuttavia, dimagrire in questa condizione non è affatto impossibile, e una perdita di peso anche minima può aiutare molto nella gestione della sindrome.
Non è necessario intraprendere diete troppo restrittive. In primo luogo i carboidrati non vanno eliminati ma assunti nelle giuste dosi, privilegiando quelli con un elevato contenuto di fibre. Le fibre sono molto importanti, così come le proteine e gli alimenti probiotici (ad esempio lo yogurt e il kefir). Per una dieta adeguata alla propria specifica condizione è consigliabile rivolgersi a uno specialista.