Che cos’è il timoma
Il timoma è un tumore piuttosto raro (intorno all’1% di tutti i tumori). Colpisce il timo, una ghiandola che fa parte del nostro sistema linfatico e che è posizionata dietro lo sterno, nel mediastino (un’area posta tra i due polmoni).
In genere insorge in età adulta (tra i 40 e i 70 anni).
Il timo serve alla produzione di linfociti, cellule fondamentali per il nostro sistema immunitario. È piuttosto raro che venga interessato da neoplasie, ma quando succede, il tumore può essere di tre tipi:
- timoma: rappresenta la maggioranza delle neoplasie originatesi nel timo (circa il 90%).
- carcinoma timico: rappresenta una percentuale intorno al 10% dei tumori del timo e colpisce le cellule epiteliali della ghiandola ed è più aggressivo del timoma.
- carcinoide timico: molto più raro. Si tratta di un tumore neuroendocrino.
Il timoma si origina dalle cellule epiteliali del timo, come il carcinoma timico, è incapsulato e benigno. Cresce lentamente ed ha una diffusione che raramente porta a metastasi e a colpire distretti al di fuori della zona di origine del tumore. Può invadere ad esempio i linfonodi regionali, la pleura e i polmoni.
Quali sono le cause del timoma
Come per molte altre neoplasie che colpiscono l’organismo umano, le cause che portano allo sviluppo del timoma non sono del tutto chiare.
Sono abbastanza conclamati alcuni fattori di rischio legati al sistema immunitario, che risultano essere in qualche modo coinvolti nell’insorgenza di questo tipo di tumore.
Tra questi ci possono essere:
- miastenia gravis, una forma piuttosto grave di miastenia, che è presente in una percentuale elevata dei pazienti affetti da timoma (30%) e che ne spiega la debolezza muscolare.
- ipogammaglobulinemia, che comporta una ridotta presenza di gammaglobuline risultante in un sistema immunitario indebolito o in malattie autoimmuni.
Timoma, sintomi e segni
Dato lo sviluppo piuttosto lento di cui si è già detto, molti casi di timoma risultano asintomatici e la scoperta della massa neoplastica avviene in modo incidentale durante altri controlli.
Tuttavia esiste una sintomatologia correlata a questo tumore e ai fattori di rischio come la miastenia e l’ipogammaglobulinemia.
I principali sintomi sono:
- astenia o debolezza muscolare diffusa, alle volte localizzata alla muscolatura del viso
- difficoltà respiratorie
- frequenti infezioni
- dolori toracici
- tosse
- febbre
- difficoltà a tenere gli occhi aperti (ptosi palpebrale)
- riduzione della massa muscolare (ipotrofia)
- disfagia, cioè difficoltà nella deglutizione degli alimenti
- riduzione delle capacità vocali.
Nelle rare occasioni in cui il timoma generi metastasi, la sintomatologia può essere caratterizzata da disturbi legati alla zona in cui esse sono presenti. Data l’area di insorgenza del timoma, si tratta spesso di problemi respiratori.
Diagnosi e terapia
La diagnosi avviene come detto in modo spesso casuale, in quanto la sintomatologia non è frequente e comunque legata allo sviluppo avanzato del tumore. Essendo questo lento, possono passare anche anni prima che la sintomatologia si manifesti.
In ogni caso il processo diagnostico parte come sempre dall’anamnesi, cioè il colloquio del paziente con il medico riguardo ai sintomi, le circostanze della loro insorgenza ed eventuali altri dettagli quali lo storico delle patologie proprie e della famiglia.
Il medico procede poi all’esame obiettivo con il riscontro di alcuni parametri vitali fondamentali, quali pressione, battito cardiaco e respirazione.
Nel caso si sospetti neoplasia, vengono poi prescritti alcuni esami specifici.
Tra questi:
Una volta individuata una massa tumorale, è necessaria la biopsia, che permetterà la classificazione del tumore timico.
La terapia dipende da diversi fattori, i più importanti dei quali sono l’estensione del tumore e le condizioni generali del paziente.
Generalmente l’intervento chirurgico è il tipo di intervento che viene maggiormente praticato nei casi di tumori in quest’area del corpo, sia nello stadio iniziale, sia negli stadi successivi.
L’intervento prevede l’asportazione della massa tumorale, sia essa concentrata solo sulla ghiandola timica o nelle aree limitrofe (a volte anche con tecniche mini invasive: toracoscopia, robotica).
Altre opzioni terapeutiche possibili sono:
- chemioterapia
- radioterapia (per i tumori localmente avanzati)
- ormonoterapia (nei rari casi di carcinoidi del timo)
Possono venire usate sia in fase pre chirurgica, per ottenere una riduzione della massa tumorale e quindi una maggiore facilità di asportazione. Sia in fase post operatoria, per abbassare il rischio di ricadute. Vengono altresì usate anche nei casi di pazienti inoperabili, come unica soluzione possibile per la riduzione della massa tumorale, o quantomeno per arrestarne l’avanzamento.
L’approccio terapeutico al timoma, soprattutto negli stadi iniziali, permette alti tassi di guarigione.
Cosa succede se viene asportato il timo?
La rimozione del timo comporta una minore capacità di combattere le infezioni in quanto genera un’immunodeficienza.
L’approccio ai tumori del timo, molto rari, è complesso e va trattato in centri specializzati dotati di team oncologici multidisciplinari.