La tubercolosi è una malattia infettiva che può essere curata. Soprattutto tramite un’adeguata prevenzione. Nella maggior parte dei casi colpisce i polmoni, ma talvolta può interessare anche altre parti del corpo.
Cos’è la tubercolosi?
La tubercolosi è una malattia infettiva causata principalmente dal batterio Mycobacterium tuberculosis, o bacillo di Koch. Colpisce più comunemente i polmoni (tubercolosi polmonare), ma può influenzare anche altre parti del corpo (tubercolosi extrapolmonare), come linfonodi, reni, ossa, o il sistema nervoso centrale.
Attualmente la tubercolosi rientra tra le 10 più importanti cause di decesso a livello globale. Ogni anno contraggono la malattia più di 10 milioni di persone, la maggior parte delle quali vive in Paesi a medio e basso reddito. Si stima che un quarto della popolazione mondiale sia affetta da questa malattia, che solo 2022 ha determinato la morte di 1,3 milioni di persone. In Italia l’incidenza è in diminuzione: nel 2021 sono stati registrati 2480 nuovi casi.
Tipi di tubercolosi
Esistono diversi tipi di tubercolosi, classificabili in base a dove si trova il batterio nel corpo e a quanto è grave l’infezione. Si può avere tubercolosi:
- polmonare: il tipo più comune. La forma primaria si verifica subito dopo l'infezione, spesso senza sintomi. La forma attiva può essere contagiosa e appare quando il sistema immunitario è indebolito
- latente: si ha quando il batterio è nel corpo ma non causa sintomi. Non è contagiosa, ma c'è il rischio che possa diventare attiva se le difese immunitarie calano
- extrapolmonare: se i batteri si spostano dai polmoni ad altre parti del corpo, possono colpire linfonodi, ossa, sistema nervoso e altri organi
- miliare: è una forma grave dovuta alla diffusione dei batteri in tutto il corpo, ed è potenzialmente fatale
- resistente: si verifica quando i batteri non rispondono agli antibiotici standard.
Inoltre, la tubercolosi segue tre stadi nel suo decorso:
- infezione primaria
- infezione inattiva
- malattia attiva
Nella maggior parte delle persone adulte, la malattia si ferma allo stadio di infezione primaria (senza sintomi e non contagiosa). Anche il passaggio da infezione inattiva (o latente) a malattia attiva non è così frequente come si potrebbe pensare: in assenza di infezione da HIV la probabilità è del 5-10% nell’intero corso della vita.
Come si fa a prendere la tubercolosi?
La tubercolosi si trasmette per via aerea, attraverso le secrezioni respiratorie emesse da un individuo contagioso con la malattia attiva. Nello specifico, il Mycobacterium tuberculosis si diffonde principalmente come aerosol, disperso nell’aria quando una persona infetta tossisce, starnutisce, parla o espettora. I batteri possono restare nell’aria per diverse ore.
Oltre al contatto con un malato che abbia sviluppato la malattia, ci sono alcune condizioni di salute o abitudini scorrette, che ne possono rendere più facile il contagio.
Tra queste:
Quanti giorni di incubazione ha la tubercolosi?
Il periodo di incubazione della tubercolosi è estremamente variabile. Infatti, può andare dalle otto settimane fino a diversi anni. In alcuni casi dura tutta la vita (tubercolosi latente che rimane tale).
Cosa succede se si ha la tubercolosi?
I sintomi della tubercolosi sono piuttosto vari e includono:
I sintomi sono differenti a seconda della parte del corpo che viene maggiormente colpita. La malattia è infatti prevalentemente polmonare, ma non solo. Può colpire altre zone del corpo, quali i reni, il cervello, la schiena.
I sintomi della malattia sono in molti casi lievi e non immediatamente riconducibili alla malattia stessa, perché facilmente scambiabili con quelli di altre patologie. Questa è una delle ragioni principali della sua alta diffusione. Senza diagnosi precoce infatti, è possibile che il malato la porti in giro anche per molto tempo.
Come si scopre la tubercolosi?
La diagnosi di tubercolosi può essere svolta con diversi esami. Tra i quali si possono indicare:
- Test della Mantoux (test cutaneo alla tubercolina): viene fatta un’iniezione di piccola quantità di tubercolina sotto la pelle dell’avambraccio. Dopo 48, 72 ore, si misura la reazione cutanea per determinare se è presente l’infezione.
- Test Quantiferon-TB (QFT): è un esame del sangue che misura la risposta del sistema immunitario alla presenza del batterio della tubercolosi. È spesso utilizzato per confermare i risultati del test cutaneo alla tubercolina.
- RX torace: viene utilizzata per identificare eventuali lesioni o anomalie nei polmoni che possono essere causate dalla tubercolosi attiva.
- TC torace: una TC del torace può essere utilizzata per ottenere immagini dettagliate dei polmoni e identificare lesioni che potrebbero non essere visibili con una semplice radiografia.
- Esame microscopico dell’espettorato: può rilevare la presenza del batterio della tubercolosi.
- Coltura dell’espettorato: l’espettorato viene coltivato in laboratorio per vedere se il batterio della tubercolosi cresce. Può richiedere alcune settimane, ma è uno dei metodi più accurati per confermare la diagnosi.
- Test molecolari (PCR): possono rilevare il DNA del batterio della tubercolosi in campioni di espettorato o altri fluidi corporei. Sono molto sensibili e possono fornire risultati rapidi.
Come si cura la tubercolosi?
Il trattamento della tubercolosi richiede farmaci specifici antitubercolari per un periodo prolungato, solitamente una combinazione di antibiotici per un arco di tempo compreso tra 6 e 9 mesi. La cura standard per la tubercolosi attiva, nelle persone con sistema immunitario efficiente, prevede una fase iniziale con un regime a quattro farmaci:
- isoniazide
- rifampicina
- pirazinamide
- etambutolo
Dopo il primo periodo, il trattamento viene generalmente continuato solo con isoniazide e rifampicina per un totale di almeno 6 mesi. Il successo del trattamento è fortemente dipendente da quanto il paziente segue il regime prescritto per evitare la resistenza ai farmaci.
La gestione della tubercolosi resistente ai farmaci è più complessa e richiede l'utilizzo di regimi terapeutici più lunghi e farmaci secondari, che possono essere più tossici. Infine, il trattamento può variare se la persona è affetta da HIV o altre patologie che possono influenzare l'efficacia del trattamento e la capacità immunitaria del paziente.
Esami per la diagnosi di tubercolosi |
La diagnosi di tubercolosi può essere svolta con diversi esami. Tra i quali si possono indicare:
- Test della Mantoux (test cutaneo alla tubercolina): viene fatta un’iniezione di piccola quantità di tubercolina sotto la pelle dell’avambraccio. Dopo 48, 72 ore, si misura la reazione cutanea per determinare se è presente l’infezione.
- Test Quantiferon-TB (QFT): è un esame del sangue che misura la risposta del sistema immunitario alla presenza del batterio della tubercolosi. È spesso utilizzato per confermare i risultati del test cutaneo alla tubercolina.
- RX torace: viene utilizzata per identificare eventuali lesioni o anomalie nei polmoni che possono essere causate dalla tubercolosi attiva.
- TC torace: una TC del torace può essere utilizzata per ottenere immagini dettagliate dei polmoni e identificare lesioni che potrebbero non essere visibili con una semplice radiografia.
- Esame microscopico dell’espettorato: può rilevare la presenza del batterio della tubercolosi.
- Coltura dell’espettorato: l’espettorato viene coltivato in laboratorio per vedere se il batterio della tubercolosi cresce. Può richiedere alcune settimane, ma è uno dei metodi più accurati per confermare la diagnosi.
- Test molecolari (PCR): possono rilevare il DNA del batterio della tubercolosi in campioni di espettorato o altri fluidi corporei. Sono molto sensibili e possono fornire risultati rapidi.
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Cosa si rischia con la tubercolosi?
Se non trattata, la malattia può portare alla morte, nel 45% dei casi. La tubercolosi è particolarmente mortale nei pazienti affetti da HIV.
Come detto però, la malattia è generalmente curabile con adeguate terapie, a base di antibiotici, che vengono somministrati sia ai pazienti con infezione latente, sia a quelli che hanno sviluppato la malattia.
Come proteggersi da tubercolosi?
I ricercatori stanno lavorando per sviluppare un vaccino contro la tubercolosi che sia efficace e accessibile su larga scala. Attualmente esiste soltanto il vaccino vivo attenuato BCG (bacillo di Calmette Guérin). Efficace nella prevenzione delle forme più gravi della malattia nei bambini piccoli, si utilizza soltanto nelle aree in cui la malattia è molto diffusa e, in Italia e in altri Paesi europei, per le categorie a rischio.
Per prevenire la diffusione della malattia si punta ad ampliare il trattamento preventivo delle persone con infezione tubercolare latente (profilassi con isoniazide). Queste persone, che non hanno sintomi, possono tranquillamente continuare a condurre una vita normale durante il trattamento.
Chi ha la tubercolosi deve stare in isolamento?
Sì, le persone con tubercolosi attiva devono stare in isolamento per non trasmettere la malattia ad altre persone. Tuttavia, dopo due settimane dall’inizio del trattamento il rischio di contagio si riduce drasticamente. I pazienti con tubercolosi latente, extrapolmonare o extralaringea possono invece continuare a svolgere normalmente la propria vita perché, non espellendo i batteri, non possono trasmettere l’infezione.