L’appendicite è un’infiammazione dell’appendice, protuberanza dell'intestino crasso che si trova nella parte destra del basso addome. È causata dall’ostruzione della sua cavità interna e deve essere trattata chirurgicamente.
Che cos’è l’appendicite?
L’appendicite è un’infiammazione, di tipo acuto o con andamento cronico, dell’appendice. L’appendicite è un sottile organo a forma di sacchetto allungato che si trova nella parte destra della pancia, in basso.
Questa infiammazione interessa tanto il genere maschile quanto il genere femminile, accade in qualsiasi età ma ha una incidenza più importante nei bambini e in pazienti d’età adolescenziale.
Cos’è l’appendice e dove si trova?
L’appendice è un piccolo organo tubulare attaccato al cieco, la parte iniziale del colon, situato nella parte inferiore destra dell’addome, e ha una lunghezza variabile tra i 5 e i 10 centimetri.
La sua funzione è quella di agire come riserva per batteri utili al benessere e al funzionamento dell’intestino, quando per diverse ragioni il loro numero diminuisce sensibilmente, soprattutto in età pediatrica.
Con quali sintomi si manifesta?
Uno dei sintomi iniziali più frequenti con cui questa infiammazione si manifesta è un dolore addominale; in termini più esatti il paziente lamenta un forte dolore persistente all’altezza dell’ombelico e nella parte alta dell’addome.
Il dolore tende a intensificarsi verso il lato destro e tende al peggioramento in caso di starnuto o colpo di tosse, se il paziente fa un respiro profondo, se si muove o se prova a palpare la zona dolorante.
Questo dolore può avere una insorgenza assolutamente spontanea oppure può essere un episodio acuto in un contesto cronico. Esistono altri sintomi che il paziente manifesta, tra i principali si possono indicare:
Se il paziente lamenta dolore lombare, in assenza di altri sintomi, è possibile che in ambito diagnostico emerga una condizione di appendicite retrocecale, o retroversa, ovvero collocata dietro l’intestino crasso.
Che gamba fa male con l’appendicite?
Il dolore dovuto ad appendicite può irradiarsi lungo la gamba destra. Questo dolore alla gamba ha il nome di segno del psoas. L’appendice è vicina al muscolo psoas, che si trova nella zona lombare.
Quando è infiammata, è possibile che irriti il muscolo psoas, e per questa ragione che il dolore alla gamba può essere più consistente in caso di movimento.
Forma cronica dell’appendicite
Risulta altrettanto possibile che al posto della sua forma acuta, l’appendicite si manifesti in forma cronica: con dolori comunque intensi ma dalla durata e dalla comparsa più ridotte.
Nei casi di forma cronica, ci si può rivolgere al chirurgo al gastroenterologo cercando di comprendere quale sia la terapia conservativa più adatta. Si può intervenire attraverso l’alimentazione, e anche l’assunzione di fermenti lattici. Anche se, va anticipato, la soluzione chirurgica è sempre la strategia risolutiva.
Quali sono le cause dell’appendicite?
L’appendicite è una conseguenza dell’ostruzione dell’appendice, che si riempie di muco e materiale fecale, determinando l’infiammazione. Non sono del tutto note le cause scatenanti, ma ci sono diversi fattori di rischio quali:
- infiammazione quali mononucleosi, morbillo, gastroenteriti, infezioni respiratorie, morbo di Crohn
- ristagno di materiale fecale come i coproliti, che sono delle masse, dalle dimensioni ridotte, di materiale fecale indurito
- presenza di corpi estranei come ad esempio calcoli biliari, neoplasie o, ancora, parassiti.
Quando l’appendice è ostruita, la flora microbica presente inizia la sua moltiplicazione, e proprio da questa moltiplicazione ha origine un’infezione. I globuli bianchi, e nello specifico i fagociti, iniziano la loro azione di inglobamento degli agenti patogeni, e come conseguenza si ha la formazione di pus.
Il pus, nel corso del tempo, causa distensione dell’appendice, oltre che una sua infiammazione. E quando si ha una rottura dell’appendice, si va incontro a complicanze quali la peritonite, che richiede immediata gestione.
Diagnosi di appendicite
E grazie all’analisi dei sintomi alla palpazione dell’addome che è possibile svolgere una diagnosi di appendicite. Possono essere prescritte delle analisi del sangue e attraverso l’emocromo può essere intercettata una leucocitosi, ovvero un aumento significativo del numero dei globuli bianchi.
È altrettanto possibile che sia richiesto un approfondimento radiologico.
Dove palpare per appendicite?
Durante la visita per la diagnosi di peritonite, un segno comunemente cercato è il dolore nella zona dell’appendice durante la palpazione. La zona tipica per palpare in caso di sospetta appendicite si chiama punto di McBurney, situato poco più a destra, in basso, rispetto all’ombelico.
Complicanza in peritonite
Se l’appendicite non viene trattata per tempo, è possibile che si verifica un rilascio del materiale infetto all’interno della cavità addominale. In questa eventualità il paziente si ritrova a soffrire di peritonite.
Questo termine indica l’infiammazione della membrana che riveste la cavità addominale. La peritonite è una condizione che richiede un trattamento ancora più tempestivo, se possibile, dal momento che rischia di mandare il paziente in:
- ipovolemia, ovvero perdita importante di liquidi
- setticemia, una condizione generalizzata di infezione.
Sia l’ipovolemia che la setticemia possono portare il paziente a rapido decesso.
Come capire se si tratta di appendicite o colite?
La diagnosi differenziale che permette di distinguere tra appendicite e colite, che possono sovrapporsi dal punto di vista della sintomatologia, viene svolta attraverso gli esami del sangue e per mezzo di una ecografia.
Come viene trattata l’appendicite?
In caso di appendicite acuta la soluzione chirurgica rimane l’unico tipo di intervento risolutivo.
Le tecniche utilizzate sono:
- laparoscopia o chirurgia mininvasiva
- laparotomia, intervento tradizionale.
Nel primo caso, l’intervento consiste nell’effettuare tre o quattro piccole incisioni sull’addome, nella parte destra, dove verranno inseriti strumenti chirurgici di precisione e una microtelecamera per rimuovere l’appendice.
Essendo un intervento poco invasivo, il recupero del paziente è più veloce rispetto al metodo tradizionale che, invece, consiste in un unico taglio nella parte destra del basso addome.
In questo caso è necessaria, oltre ad una degenza più lunga, anche l’applicazione di un tubicino per drenare pus e altri liquidi e scongiurare il pericolo infezione. Questo tipo di intervento è necessario in caso di peritonite o di ascesso. Sia la laparoscopia sia la laparotomia prevedono l’anestesia generale.
Cosa mangiare e cosa no se si ha l’appendicite infiammata?
Ai pazienti che presentano sintomi di appendicite viene consigliato di non mangiare o bere nulla fino a quando non si sia stata svolta una visita approfondita, per evitare di complicare un potenziale intervento chirurgico, da svolgere in tempi rapidi, rischiando inoltre di interferire con la diagnosi.
Dopo un intervento di appendicectomia, la dieta dovrà essere reintrodotta gradualmente secondo le indicazioni mediche. La ripresa alimentare solitamente inizia con liquidi chiari e alimenti blandi che siano facili da digerire, evitando cibi pesanti, grassi o molto conditi che possono affaticare il sistema digestivo.
Durante il recupero, possono essere mangiati:
- brodi chiari
- gelatine o succhi di frutta senza polpa
- tè
- toast o cracker
- yogurt e altri alimenti probiotici per ripristinare la flora intestinale.
Vanno invece evitati:
- cibi piccanti, molto conditi e ricchi di grassi
- prodotti caseari pesanti
- alcol
- caffè ed altri stimolanti
- alimenti ricchi di fibre che possono essere difficili da digerire subito dopo l’appendicectomia.
Come curare l’appendicite senza operazione?
Fermo restando che l’intervento chirurgico rimane l’unico trattamento risolutivo, in alcuni casi si può decidere di rimandare l’operazione. E nel frattempo, la terapia consiste nella somministrazione di antibiotici e nell’applicazione di ghiaccio sulla zona infiammata.