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Il flutter atriale

A cura di
Gina
Biasillo

Il flutter atriale è una aritmia, con cause e conseguenze simili alla fibrillazione atriale. Può colpire soggetti cardiopatici o privi di patologie pregresse: come intervenire

Il flutter atriale è una aritmia - ovvero una irregolarità del ritmo cardiaco - che origina dagli atrii, due delle camere cardiache. Nel flutter, l’attivazione degli atrii è irregolare e spesso accelerata: questo può determinare in alcuni casi una compromissione del flusso del sangue verso i distretti dell’organismo, con conseguente possibile insorgenza di sintomi e complicanze potenzialmente anche molto gravi. Molto spesso i pazienti affetti presentano anche episodi di fibrillazione atriale.

I sintomi del flutter atriale possono essere a volte molto lievi, a volte addirittura assenti, in altre circostanze più importanti. I sintomi più comunemente presenti nel paziente che presenta flutter atriale sono legati all’aumento della frequenza cardiaca (numero di battiti cardiaci al minuto) e alla compromissione dell’apporto di sangue e sostanze nutritive verso vari distretti dell’organismo, primo tra tutti il distretto cerebrale (cervello e sistema nervoso centrale):

Il flutter atriale viene diagnosticato attraverso la registrazione di elettrocardiogramma (ECG). 

Perché viene il flutter atriale?

Il flutter si manifesta anche in soggetti apparentemente sani, senza condizioni patologiche presenti o pregresse. Esistono tuttavia delle condizioni predisponenti: nei soggetti che presentano tali condizioni l’insorgenza del flutter è più frequente. Si tratta di:

  • età avanzata
  • ipertensione arteriosa
  • infarto miocardico pregresso o recente o coronaropatia (patologia a carico dei vasi che apportano sangue al cuore)
  • valvulopatie (patologie a carico di una o più valvole cardiache)
  • difetti cardiaci congeniti (malformazioni), non trattati o già trattati attraverso intervento chirurgico
  • disfunzione della ghiandola tiroide.

Che differenza c'è tra fibrillazione atriale e flutter atriale?

Il flutter atriale, rispetto alla fibrillazione atriale, è meno frequente, tuttavia cause, conseguenze e sintomatologia sono molto simili. Entrambe le aritmie sono caratterizzate dalla successione rapida di impulsi elettrici ad origine dagli atrii; alcune di esse raggiungono i ventricoli e ne determinano una contrazione rapida e spesso meno efficace. 

Nella fibrillazione atriale l’attività elettrica degli atrii è caotica e “disordinata”: questo determina la compromissione dell’efficace contrazione meccanica della camera atriale; di conseguenza può esservi una riduzione della quantità di sangue espulsa dal cuore ad ogni battito. Inoltre, per via della compromissione della contrazione dell’atrio, può esserci ristagno di sangue in esso e pertanto esiste il rischio di formazione di coaguli che, passando in circolo, possono determinare ostruzione dei vasi sanguigni e, in alcuni casi, provocare ictus o trombosi a livello di uno o più distretti dell’organismo.

Nel flutter atriale l’aritmia origina in presenza di un “corto-circuitoelettrico localizzato più frequentemente nell’atrio destro, meno frequentemente in quello sinistro. Le contrazioni atriali, nel flutter, sono spesso regolari e molto rapide: si raggiunge una frequenza di depolarizzazione atriale caratterizzata dalla presenza di 250-300 impulsi al minuto. Tuttavia, proprio per la loro rapidità, non tutti gli impulsi possono essere condotti verso i ventricoli attraverso il nodo atrio-ventricolare: generalmente solo la metà passa al ventricolo, che si contrae con una frequenza di 100-150 battiti al minuto (si parla di blocco 2:1). Il blocco degli impulsi può essere variabile da un momento all’altro e questo determina una contrazione irregolare del ventricolo.

Nelle persone con fibrillazione atriale il polso risulta irregolare e molto spesso rapido. In caso di flutter atriale il polso è ugualmente rapido, ma può essere regolare o irregolare.

Cosa si fa in caso di flutter atriale?

Il trattamento del flutter atriale ha lo scopo di:

  • controllare la frequenza cardiaca, ovvero ridurre il numero di battiti al minuto
  • ripristinare il normale ritmo cardiaco
  • prevenire il tromboembolismo, ovvero evitare la formazione di coaguli e il passaggio degli stessi in circolo

Il controllo della frequenza cardiaca prevede la somministrazione di farmaci quali beta-bloccanti o calcio antagonisti non diidropiridinici (Verapamil o Diltiazem).

Il ripristino del normale ritmo cardiaco nel paziente con flutter atriale può essere conseguito con: 

  • farmaci volti al ripristino del ritmo sinusale (anti-aritmici)
  • cardioversione elettrica
  • ablazione

I farmaci anti-aritmici vengono generalmente somministrati per via endovenosa nel corso di un ricovero o di un accesso al pronto soccorso. La cardioversione è una “scarica elettrica” erogata con delle speciali piastre posizionate sul torace, nel corso di un ricovero o un accesso in pronto soccorso e dopo aver somministrato dei sedativi al fine di non far percepire al il dolore legato alla scarica. Rappresenta ad oggi il metodo di prima scelta nel trattamento del flutter atriale.

È  importante, prima di procedere alla cardioversione, che il paziente assuma farmaci anti-coagulanti, per prevenire il passaggio in circolo di coaguli eventualmente formatisi all’interno delle cavità cardiache. 

Nonostante la cardioversione risulti essere in genere molto efficace, va detto che il rischio che una forma di aritmia si ripresenti c'è comunque.

L’intervento di ablazione transcatetere consiste invece nell’interruzione del circuito di rientro che del flutter è la causa. L’intervento è eseguito in anestesia locale e mediante speciali sonde introdotte attraverso le vene. 

La prevenzione del tromboembolismo è finalizzata a ridurre il rischio che si formino coaguli all’interno dell’atrio e che da essi possano staccarsi emboli che ostruiscono i vasi sanguigni determinando ictus o trombosi in uno o più distretti dell’organismo. A tale scopo sono somministrati i farmaci anti-coagulanti: l’indicazione e la scelta del farmaco dipendono dalle caratteristiche del paziente.

Quanto è pericoloso il flutter atriale?

Il flutter atriale può essere pericoloso perché il ristagno del sangue negli atrii può determinare la formazione di coaguli nel sangue. Frammenti di coaguli possono ostruire le arterie e causare embolie. Esiste anche il rischio che questi frammenti raggiungano il cervello, causando un ictus. Quando invece i ventricoli non riescono a riempirsi interamente di sangue a causa dell’aumento della frequenza cardiaca, può verificarsi una insufficienza cardiaca.

Il flutter atriale può quindi essere pericoloso se non gestito correttamente, ma il rischio può essere significativamente ridotto con una diagnosi precoce e un trattamento adeguato. La consultazione con un cardiologo è fondamentale per determinare la strategia di gestione più appropriata.

Quanto dura flutter?

Il flutter atriale, così come la fibrillazione, può presentarsi e risolversi a intervalli alterni o in modo continuativo. Il flutter può durare anche mesi, e più tempo si aspetta ad intervenire, minori sono le probabilità di risolverlo con successo.

In alcuni pazienti, il flutter atriale può diventare una condizione cronica, in cui gli episodi sono frequenti o continui. Questo tipo di flutter richiede un trattamento più intensivo per gestire i sintomi e prevenire complicazioni.