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L'iperkaliemia

A cura di
Silvia
Accornero

L'iperkaliemia è una condizione per la quale i livelli di potassio all'interno dell'organismo sono superiori alla norma

A cosa serve il potassio nell’organismo

Il potassio è un minerale fondamentale per l’attuazione di alcuni processi base nel funzionamento dell’organismo. 

In particolare esso è responsabile di: 

  • regolare quella che si chiama pressione osmotica cellulare, cioè la pressione esistente tra il liquido intra cellulare e l’ambiente esterno con cui le cellule scambiano elementi nutritivi
  • regolare il pH, ossia il rapporto acido - base all’interno delle cellule
  • mantenere la conduzione degli impulsi elettrici a livello delle cellule dei muscoli regolando così i meccanismi di contrazione muscolare e rilassamento
  • favorire alcune fasi del metabolismo cellulare, regolando i processi di utilizzo e smaltimento delle sostanze nutritive e in eccesso
  • contrastare parzialmente gli effetti del sodio e aiutare a mantenere la pressione sanguigna a livelli normali
  • aiutare il mantenimento del ritmo cardiaco 

Il potassio deve essere assunto con l’alimentazione ed è presente in quantità diverse in molti alimenti. 

Tra le principali fonti alimentari di potassio ricordiamo: 

  • tè e caffè
  • legumi vari, quasi tutti quelli principalmente utilizzati nella cucina italiana (fagioli, fagiolini, piselli, ceci)
  • frutta secca ed essiccata, come mandorle, pistacchi e albicocche secche
  • pesce azzurro, come sarde e acciughe
  • carne di pollo 

Che cos'è l’iperkaliemia?

Definiamo come iperkaliemia una condizione in cui i livelli di potassio nel sangue superano i valori ritenuti normali, cioè di 5,5 mEq/l.  Normalmente il potassio in eccesso viene automaticamente espulso dal corpo attraverso i reni, che filtrano il sangue, e l’urina in cui viene depositato.

Eccessi di potassio nel sangue possono essere un’indicazione di vari stati patologici, sui quali si deve intervenire prontamente. Un accumulo del sale minerale nell’organismo può infatti risultare in alcuni casi in conseguenze gravi o estremamente gravi e portare fino alla morte del paziente. 

L’iperkaliemia può essere distinta in tre tipi, in relazione al livello di gravità: 

  • iperkaliemia lieve: 5,5 e 5,9 mEq/l;
  • iperkaliemia moderata: 6,0-6,4 mEq/l;
  • iperkaliemia severa: > 6,5 mEq/l.

Cosa provoca un eccesso di potassio

Il deposito eccessivo e la mancata espulsione tramite le urine del potassio può essere causato da una serie piuttosto ampia di patologie. Si riportano alcune delle più comuni, ma il seguente elenco non vuole essere esaustivo. 

Le principali malattie e condizioni che possono portare ad un eccesso di potassio sono:

Ci sono poi alcune condizioni derivate da traumi o comunque da lesioni che pregiudicano l’integrità strutturale e funzionale di alcuni tessuti e distretti dell’organismo, che possono avere come conseguenza l’iperkaliemia. 

Tra queste: 

  • emorragie di parte del sistema digerente, in particolare del tratto gastrointestinale
  • ustioni
  • decomposizione dei muscoli, detta rabdomiolisi
  • necrosi o morte cellulare di ampie parti del corpo

Possono poi darsi altre cause legate ad un eccesso di assunzione del minerale nell’organismo, ma in questi casi deve trattarsi di un eccesso davvero consistente, in grado di sopraffare le capacità di espulsione dei reni. 

Ci sono infine le cosiddette cause iatrogene, cioè che derivano da pratiche medico-sanitarie. Alcuni farmaci, un ciclo chemioterapico, anestesie, trasfusioni ematiche, o un’integrazione del sale minerale per altre ragioni possono risultare in iperkaliemia. 

Bisogna ricordare che livelli di potassio nel sangue falsamente elevati possono risultare quando il prelievo di sangue è difficoltoso o in caso di erronea conservazione del campione di sangue.

Iperkaliemia, sintomi e segni

La sintomatologia riguarda solitamente il sistema nervoso e la muscolatura. Nel caso della iperkaliemia lieve, questa può risultare spesso asintomatica. Con l’aumento della concentrazione di potassio nel sangue però i sintomi diventano più evidenti e in alcuni casi l’iperkaliemia può avere effetti invalidanti. Le complicazioni possono portare il soggetto a problemi di mobilità seri, fino all’arresto cardiaco e conseguente decesso.

Tra i principali sintomi troviamo:

Come si diagnostica l’iperkaliemia

Il processo diagnostico è costituito da tre fasi:

  • raccolta dei dati anamnestici o anamnesi
  • esame obiettivo
  • esami specifici

Durante la raccolta dei dati anamnestici il paziente a colloquio con il medico fornisce un resoconto accurato della sintomatologia, con particolare attenzione alle circostanze della loro insorgenza, la loro frequenza ed intensità e ovviamente alla loro natura. 

Viene solitamente anche richiesta una sommaria descrizione dello storico delle patologie pregresse e si indaga la possibilità di fattori di rischio genetici. 

Durante la visita vera e propria, il medico controlla alcuni dei parametri fondamentali dell’organismo, come battito cardiaco, respirazione e pressione sanguigna. In caso di sospetta iperkaliemia, il medico può anche effettuare semplici test motori. 

La diagnosi definitiva è comunque possibile solo con esami del sangue. In via precauzionale può essere anche prescritto un elettrocardiogramma, se durante l’auscultazione del battito cardiaco il medico ha riscontrato anomalie. 

Quali sono le terapie per l’iperkaliemia?

Il trattamento dipende dall’entità della condizione e dalle cause che l’hanno determinata. Si procede immediatamente alla sospensione dell’assunzione di eventuali farmaci che possano essere stati causa dell’aumento di potassio, e si consiglia anche di ridurre l’assunzione degli alimenti che ne sono particolarmente ricchi per un periodo di tempo. 

Nel caso dell’iperkaliemia lieve o moderata, solitamente vengono prescritti farmaci che favoriscano l’espulsione del potassio e la condizione si risolve senza complicazioni e in tempi brevi nella maggior parte dei casi.

Con iperkaliemia severa, sintomi gravi o alterazione elettrocardiografiche i livelli di potassio vanno invece ridotti immediatamente. Il paziente viene pertanto costantemente monitorato, vengono anche in questo caso sospesi subito tutti i possibili elementi iatrogeni della concentrazione elevata di potassio e vengono somministrate per via endovenosa calcio, insulina e glucosio che proteggono il cuore e fanno sì che il minerale venga assorbito dalle cellule, venendo quindi rimosso dal sangue.

Nel caso di insufficienza renale o anche in caso di mancato funzionamento delle terapie di cui sopra, nei casi più gravi è necessaria la dialisi.