La varicella è una malattia particolarmente infettiva e acuta causata dal virus varicella-zoster. È tipica dell’età pediatrica ma colpisce anche adolescenti e adulti e può determinare complicanze.
Cos’è la varicella?
La varicella è una infezione acuta e sistemica causata dal virus varicella-zoster, che ugualmente causa l’Herpes Zoster e appartiene alla famiglia degli herpes virus.
La varicella, insieme al morbillo, la rosolia, la pertosse e la parotite, è molto diffusa in età pediatrica e si manifesta in genere in forma leggera. Può colpire tuttavia anche gli adolescenti e gli adulti. Non è da escludere l’eventualità di complicanze, specie nelle persone immunodepresse e nelle donne incinte.
Come inizia la varicella?
L’incubazione dell'infezione dura tra i 13 e i 17 giorni. Terminato il periodo di incubazione emergono i primi sintomi:
Dopo due giorni dall’insorgenza dei primi sintomi iniziano a manifestarsi delle papule pruriginose di colore viola. Queste papule evolvono prima in vescicole per poi diventare croste. Le croste, che non sono più contagiose, cadono entro 10 giorni.
Come si prende la varicella? Quanto è infettiva?
La trasmissione può accadere per via aerea, attraverso le goccioline di saliva, espulse attraverso un colpo di tosse o uno starnuto, oppure per contatto diretto con il sintomo tipico di questa patologia, le vescicole.
Il soggetto che ha contratto l'infezione può considerarsi contagioso circa due o tre giorni prima della manifestazione dell’esantema. La contagiosità diventa massima entro uno o 2 giorni precedenti alla comparsa delle vescicole, per estendersi fino ai 5 o 6 giorni successivi. Più precisamente, permane finché ogni lesione cutanea non sia diventata crosta.
Come si capisce se è varicella?
La diagnosi di varicella è clinica, si basa quindi sull’anamnesi, sull’analisi e sull’interpretazione dei segni clinici e sui sintomi, ovvero l’eruzione cutanea e le successive lesioni.
Nei casi di incertezza diagnostica, è possibile effettuare un prelievo del sangue alla ricerca di anticorpi specifici del virus. La ricerca del virus può avvenire, in tempi rapidi, per mezzo della immunofluorescenza dell’antigene virale.
Una terza possibilità diagnostica è data dall’esame della PCR, la proteina C reattiva, originata in sede epatica e immessa nel torrente ematico in presenza di infiammazione.
Quanti giorni dura la varicella?
Il decorso della varicella, fino alla piena e completa guarigione, avviene entro 7, massimo 10 giorni. Durante questo arco di tempo il soggetto sviluppa mediamente tra le 250 e le 500 lesioni cutanee.
Come si guarisce dalla varicella?
La terapia è esclusivamente sintomatica e punta alla riduzione dei sintomi stessi: la febbre e il prurito. Possono essere indicati, pertanto, antistaminici per alleviare il prurito e antipiretici per abbassare la febbre.
I pazienti che sviluppano complicanze possono assumere farmaci antivirali, sempre sotto indicazione medica. Questi ultimi non vanno utilizzati nei bambini con varicella, ma che altrimenti godono di buona salute. Alla stessa maniera, ai bambini non devono essere somministati salicilati, come l’aspirina. Si tratta di una terapia che aumenterebbe il rischio di contrarre la sindrome di Reye.
I soggetti affetti da varicella dovrebbero essere isolati, così da ridurre al minimo le possibilità di contagio. Il rientro a scuola o alla normale vita lavorativa deve accadere solo quando tutte le vescicole sono diventate croste.
Lavarsi accuratamente e con regolarità è fondamentale, per evitare sovrainfezioni batteriche. Le mani vanno mantenute pulite e le unghie tagliate. È necessario inoltre un ricambio frequente della biancheria. In caso di sovrainfezioni possono essere somministrati degli antisettici e, sempre sotto indicazione medica, degli antibiotici.
Se un soggetto ad alto rischio, come un paziente immunodepresso o un neonato, entra in contatto con una persona infetta, entro un tempo di massimo 96 ore rispetto alla esposizione, risulta importante la somministrazione per via intramuscolare di immunoglobuline.
Le possibili complicanze
Quando il sistema immunitario della persona affetta da varicella non ha alcuna compromissione, il decorso procede senza alcuna complicanza. Ma se il soggetto patisce una importante riduzione delle difese immunitarie, dovute ad esempio a HIV, cura steroidea, chemioterapia oppure patologie respiratorie croniche, il rischio di complicanze è reale.
La polmonite negli adulti è la complicanza più diffusa. Anche la atassia cerebellare è una complicanza comune. Possono tuttavia verificarsi:
Quando contratta da una donna incinta, la varicella può determinare malformazioni fetali:
- nei primi due trimestri può essere causa di una embriopatia chiamata sindrome della varicella congenita
- nei giorni appena successivi al parto, il neonato può contrarre la varicella in modo severo. Il tasso di mortalità arriva, in questa evenienza, al 30%.
Vaccinazione contro la varicella
Contro la varicella è disponibile un vaccino, non obbligatorio ma fortemente raccomandato, che assicura una protezione nel corso del tempo. L’efficacia è:
- del 95% per le forme gravi e le forme moderate
- del 70%-85% per le forme più lievi.
La somministrazione avviene con l’iniezione di due dosi. La prima tra dose è somministrata tra i 12 e i 15 mesi di età, la seconda dose intorno ai 5-6 anni.
La vaccinazione è consigliata per gli adolescenti e gli adulti che non hanno contratto la varicella, comprese le donne che non vogliono correre il rischio di contrarla durante una possibile gravidanza.
Ci sono poi casi in cui la somministrazione del vaccino è controindicata:
- soggetti immunodepressi
- soggetti allergici a componenti del vaccino, o con una reazione avversa alla prima dose
- pazienti che hanno una malattia concomitante, sia essa acuta, moderata oppure grave. Il vaccino sarà somministrato dopo la guarigione
- le donne incinte o le donne che vogliono rimanere incinte a distanza di un mese dalla vaccinazione
- pazienti che assumono corticosteroidi sistemici in quantitativi elevati
- bambini che stanno seguendo una terapia basata sui salicilati.
Chi ha preso la varicella può riprenderla?
Quando un soggetto è immunocompetente, l’infezione produce un effetto di immunità permanente. È raro che un soggetto sviluppi la malattia per due volte.
Tuttavia, il virus rimane latente nell’organismo, non viene rimosso. Resta nei gangli delle radici nervose spinali. In un 20%-30% dei casi il virus torna attivo a distanza di anni, solitamente oltre i 50 anni, provocando l’herpes Zoster, anche noto come fuoco di Sant'Antonio.
In questi casi, il torace vede la manifestazione di lesioni a grappolo, che possono risultare dolorose. Quando il dolore permane anche dopo un mese, si ha una neuralgia posterpetica.