Punture di api, vespe e calabroni sono una delle eventualità più comuni, soprattutto durante un’escursione in campagna. Ma vediamo nel dettaglio quali conseguenze comportano.
Come riconoscere le punture di insetti?
Le punture di api, vespe e calabroni sono un fenomeno molto comune. In Italia, circa il 15% delle persone viene punto da un imenottero almeno una volta nella vita.
Le punture di vespa sono quelle più frequenti, dal momento che le vespe possono essere aggressive se le si disturba in un prato o in un giardino, o anche semplicemente se si mangia all'aperto.
Le api pungono meno frequentemente; i calabroni sono più rari.
Come capire di che insetto si tratta? La vespa non perde il pungiglione pungendo, e può farlo più volte, per cui è consigliabile allontanarsi una volta punti. L'ape perde il pungiglione e muore, in quanto col pungiglione perde anche alcune ghiandole e alcuni muscoli addominali connessi al pungiglione stesso.
Cosa può provocare una puntura di insetto?
Le punture di api, vespe e calabroni provocano, nella maggior parte dei casi, una reazione locale: una manifestazione cutanea di qualche centimetro di diametro (dai 2 ai 4 centimetri), con dolore, rossore e gonfiore. Si tratta di una reazione normale, dovuta al veleno iniettato dall'imenottero che contiene decine di sostanze chimiche irritanti e tossiche.
La reazione locale non deve essere causa di preoccupazione e generalmente non necessita di terapia in quanto di breve durata, da pochi minuti a poche ore a seconda del punto di puntura.
Quando preoccuparsi per punture di insetti?
Ma quando preoccuparsi per le punture di api, vespe e calabroni? Circa il 10% delle persone colpite ha importanti reazioni sistemiche, caratterizzate da:
Poche persone, circa qualche decina di casi all'anno, manifestano una vera e propria reazione anafilattica (o shock anafilattico) con grave calo della pressione arteriosa che può portare anche al decesso.
Nella grande maggioranza dei casi, un episodio di shock anafilattico è preceduto da reazioni locali estese o da reazioni importanti e si manifesta con:
Come capire se si è allergici alla puntura di un insetto?
L'allergia al veleno degli imenotteri è dovuta al fatto che la persona punta ha anticorpi contro alcune delle sostanze presenti nel veleno, e questi anticorpi possono causare reazioni locali estese (oltre i 10 centimetri di diametro) oppure reazioni importanti quali orticaria generalizzata e shock anafilattico.
Le persone che hanno avuto una reazione locale estesa o una reazione generalizzata devono consultare uno specialista per meglio definire il proprio rischio e le modalità di comportamento. Molto raramente un episodio di shock è preceduto solo da una normale reazione locale.
Quanto dura una puntura di insetto?
Una puntura di ape, vespa o calabrone produce una reazione che raramente dura più di 30 minuti. Gli effetti della puntura si manifestano entro pochi minuti, ma in alcuni casi anche dopo un’ora dal morso dell’insetto.
In caso di vera e propria allergia al veleno degli insetti, che si presenta con una reazione estesa, l’effetto è più grave e duraturo. La reazione può raggiungere il picco anche dopo 24 ore (ma non sono rari i casi in cui il picco si raggiunga dopo 48 ore) e la reazione allergica può durare dai 7 ai 10 giorni.
Puntura di insetto normale |
Reazione allergica |
Insorgenza entro pochi minuti, ma talvolta anche dopo un'ora |
Picco degli effetti anche dopo 24 o 48 ore |
Reazione locale: dolore, rossore, gonfiore
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Reazione locale estesa (oltre i 10 cm) o sistemica (orticaria, dispnea, nausea, vomito, calo di pressione...) |
Reazione che raramente dura più di 30 minuti |
Reazione allergica che può durare dai 7 ai 10 giorni |
Cosa fare in caso di puntura di insetto?
In caso di puntura di api, vespe e calabroni, la prima cosa da fare è mantenere la calma, evitando movimenti bruschi che possono indurre l’insetto a mordere di nuovo.
In caso di puntura d'ape è necessario togliere subito il pungiglione, che appare come un puntino nero al centro della zona arrossata, aiutandosi con una pinzetta o con le unghie. Togliere il pungiglione è fondamentale perché le ghiandole e muscoli connessi a quest'ultimo, per un certo tempo, continuano a iniettare veleno.
Se la reazione è nella norma e si manifesta come una reazione locale di qualche centimetro, è sufficiente del ghiaccio per ridurre la reazione stessa e l'infiammazione prodotta dal veleno. È importante non grattarsi per evitare di introdurre batteri che possono causare un'infezione con necessità di terapia antibiotica nei giorni seguenti, come a volte capita.
Se la reazione è estesa è prudente utilizzare subito un cortisonico e un antistaminico.
Quando chiamare il pronto soccorso o rivolgersi al medico?
Se la reazione è grave è necessario chiamare tempestivamente il pronto soccorso.
L'intervento deve essere immediato, in quanto quasi tutti i decessi avvengono entro la prima ora. È importante ricordare, inoltre, che la maggior parte dei casi mortali avviene se punti sulla testa o sul collo.
Se la persona ha già avuto reazioni gravi, deve sempre portare con sé una fiala o una siringa di adrenalina iniettabile, che è facile da utilizzare. Nel caso si renda necessaria un'iniezione di adrenalina, è indispensabile chiamare in ogni caso il pronto soccorso.
È necessario chiamare il 118 anche nel caso di punture multiple (8-10 punture o più): in gran numero, infatti, le punture possono produrre effetti tossici dovuti al veleno, anche in assenza di allergia. La reazione tossica da punture multiple si presenta con:
L'intossicazione da veleno, inoltre, può provocare danni a livello cardiaco, renale e muscolare.
In caso di reazioni gravi, è possibile impostare, nel periodo successivo, l'immunoterapia specifica, chiamata anche impropriamente vaccino desensibilizzante, che permette di ottenere ottimi risultati. Questo tipo di terapia è piuttosto lunga e complessa, ed è eseguibile solo presso ospedali specializzati.