Che cos’è la radiodermite?
La radiodermite è un’infiammazione cutanea provocata dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti (raggi x e raggi gamma). Compare solitamente sulla pelle sottoposta a radioterapia, nel trattamento dei tumori maligni.
Può presentarsi in forma acuta, con sintomi solitamente reversibili, oppure evolvere – nel caso di un’irradiazione protratta – in una forma cronica, con effetti permanenti.
Le radiodermiti acute possono essere distinte in gradi a seconda della dose di radiazioni ricevute:
- Nel primo grado, corrispondente a un’irradiazione inferiore a 5,5 Gy, si manifesta, a circa una settimana dall’esposizione, un’irritazione della pelle che causa prurito o dolore ed eventuale caduta momentanea dei peli
Nel secondo grado, dagli 8-10 Gy a salire, l’eritema è più intenso e si accompagna a desquamazione e iperpigmentazione
- Nel terzo grado, da 12 a 25 Gy, compaiono vescicole che si aprono rivelando il derma sottostante. Alla perdita dei peli, che in questa fase diventa duratura, può associarsi quella delle ghiandole sudoripare e sebacee
- Nel quarto grado, oltre i 25 Gy, la pelle va incontro a un processo di necrosi che provoca un’ulcerazione della cute. Questo stadio evolve sempre in una forma cronica dell’infiammazione
La radiodermite cronica è una manifestazione tardiva (compare dopo mesi o dopo anni) caratterizzata da atrofia cutanea, capillari ingrossati (teleangectasie), iperpigmentazione e fibrosi. L’assenza di peli e di ghiandole sudoripare e sebacee dà alla pelle un aspetto glabro e asciutto. In questa fase possono presentarsi delle cheratosi (piccole escrescenze di colore grigiastro) che possono evolvere, a distanza di anni, in carcinoma.
Come curare la dermatite da radioterapia?
La terapia per la radiodermite varia a seconda dell’entità e della pericolosità delle manifestazioni cutanee.
Il trattamento della radiodermite acuta prevede:
- Nelle forme meno aggressive, l’attenta detersione della pelle interessata dalle radiazioni e l’applicazione di pomate
- Nei casi più gravi, l’utilizzo di corticosteroidi per ridurre l’infiammazione. Laddove compaiono ulcere e necrosi, si può procedere all’asportazione del tessuto colpito da radiodermite e al trapianto cutaneo con plastiche ricostruttive
La cura delle forme croniche consiste generalmente nell’asportazione chirurgica delle lesioni per contrastarne l’evoluzione in neoplasia maligna.
Come proteggere la pelle dalla radioterapia?
Con l’evoluzione tecnologica degli ultimi decenni e la maggiore cura nell’esecuzione del trattamento radiante, le possibili complicanze si sono ridotte in modo sensibile. Per far fronte, tuttavia, ai potenziali danni della terapia è possibile attuare alcune misure di protezione.
È importante detergere la pelle, con particolare attenzione alla zona che sarà interessata dall’irradiazione, utilizzando un detergente delicato, che protegga e conservi l’equilibrio del film idrolipidico cutaneo.
Per proteggersi dagli effetti della radiodermite sulla pelle si consiglia di utilizzare prodotti emollienti e protettivi, a partire da dieci giorni prima dell’inizio della radioterapia e per tutto il periodo in cui ci si sottopone al trattamento. Va specificato che durante le sedute di radioterapia la pelle dovrà essere pulita e priva di crema.
Questo accorgimento sarà utile non solo a limitare i sintomi della dermatite da radioterapia ma anche a prevenirli.
Come curare la pelle dopo la radioterapia?
Dopo la pulizia si può procedere con l’applicazione di una crema lenitiva tramite un leggero massaggio. Per massimizzare l’azione antinfiammatoria della crema, si può lasciarla ad agire sulla zona radiata subito dopo la seduta.
Di fondamentale importanza è schermare la pelle dai raggi solari utilizzando una crema con fattore di protezione 50+.