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Raffreddore nei bambini: cause, cure e rimedi naturali

A cura di
Otilia Claudia
Laneri

Il raffreddore è una delle malattie più frequenti per i bambini. Causa sintomi come naso che cola, starnuti, tosse e mal di gola. Anche se di solito non è grave, sempre meglio non sottovalutarlo

Quali sono le cause del raffreddore nei bambini?

Il raffreddore è una delle infezioni più comuni nei bambini ed è causato da virus che colpiscono le vie respiratorie superiori, come Rinovirus, Adenovirus, Virus Sinciziali Respiratori (VRS), enterovirus, metapneumovirus, virus influenzali e virus parainfluenzali. Questi agenti si trasmettono facilmente tramite le goccioline di saliva emesse parlando, tossendo o starnutendo, e possono sopravvivere sulle superfici, favorendo il contagio.

Tuttavia, ci si può ammalare di raffredore anche in maniera indiretta, toccando gli oggetti contaminati e poi portandosi le mani agli occhi, naso e alla bocca.

Sebbene sia più frequente in inverno, non è il freddo in sé a causarlo, ma il fatto che i bambini trascorrono più tempo in ambienti chiusi e poco ventilati, come scuole e asili, dove virus e batteri circolano più facilmente. Inoltre, l'umidità e le basse temperature possono prolungare la sopravvivenza dei virus nell'aria, aumentando il rischio di infezione.

Un altro fattore che incide sulla frequenza del raffreddore nei più piccoli è il loro sistema immunitario ancora in fase di sviluppo. Nei primi anni di vita, il loro organismo non è ancora entrato in contatto con tutti i ceppi virali, rendendo quindi i bambini più vulnerabili e soggetti a raffreddori frequenti.

Come si manifesta il raffreddore nei più piccoli?

I primi segnali di raffreddore nei bambini piccoli includono spesso occhi arrossati e lacrimazione, accompagnati da una sensazione di stanchezza e spossatezza.

I più grandi possono riferire mal di testa e fastidio alla gola, mentre i neonati e i bambini più piccoli, non potendo esprimersi chiaramente, possono mostrarsi più irritabili, tendono a piangere frequentemente e a dormire male. 

Uno dei sintomi più caratteristici è il naso chiuso o che cola abbondantemente (rinorrea). Inizialmente, il muco è chiaro e fluido, ma con il passare dei giorni può diventare più denso e assumere una colorazione giallo-verdastra. Altri sintomi comuni includono tosse, voce rauca, perdita di appetito, disturbi del sonno, anosmia, difficoltà di concentrazione.

Nei bambini più piccoli, il raffreddore può anche interferire con l’allattamento o l’assunzione del biberon, poiché il naso chiuso rende più difficile la suzione.

In alcuni casi, può comparire una lieve febbre (tra i 37°C e i 37,5°C), mentre temperature superiori ai 38°C, accompagnate da tosse persistente, possono suggerire una sovrainfezione o l’insorgenza di altre patologie respiratorie.

Quanti giorni dura?

La durata del raffreddore nei bambini varia generalmente tra i 5 e i 10 giorni, a seconda della capacità del sistema immunitario di combattere il virus. I primi due o tre giorni sono i più difficili per il bambino, poiché i sintomi sono più intensi e lo rendono particolarmente sensibile.

Nella maggior parte dei casi, dopo una settimana i sintomi principali si attenuano e il bambino torna ad avere energie per giocare e svolgere le normali attività quotidiane. Tuttavia, la tosse e il catarro possono persistere per alcuni giorni in più, poiché l’organismo impiega del tempo a eliminare completamente le secrezioni in eccesso.

Se dopo 10 giorni il raffreddore non accenna a migliorare, oppure se compaiono sintomi più gravi è consigliabile consultare il pediatra. 

Come bloccare subito il raffreddore?

Non esiste un rimedio miracoloso per fermare il raffreddore, ma intervenire subito può ridurne la durata e alleviare i sintomi. Appena compaiono i primi sintomi è fondamentale mantenere il bambino ben idratato: l’idratazione aiuta a fluidificare il muco e migliorare la respirazione.

In casa, è utile umidificare l’aria, soprattutto in inverno, per evitare l’irritazione delle vie respiratorie. Un umidificatore o una bacinella d’acqua vicino ai termosifoni possono essere soluzioni efficaci.
Per il naso chiuso, i lavaggi con soluzioni fisiologiche o acqua marina liberano le vie aeree e limitano la proliferazione virale, ma vanno eseguiti con delicatezza, soprattutto nei più piccoli.

Un’alimentazione ricca di frutta e verdura rafforza il sistema immunitario: agrumi, kiwi e fragole forniscono vitamina C, mentre legumi, frutta secca e pesce apportano zinco, utile per contrastare il virus.

Come curare il raffreddore nei bambini?

La cura del raffreddore nei bambini si concentra sul sollievo dai sintomi, poiché gli antibiotici sono inefficaci e un uso scorretto può favorire la resistenza batterica.

Se il bambino presenta temperatura superiore a 38°C, il pediatra potrebbe consigliare l’uso di antipiretici come il paracetamolo o l’ibuprofene, che aiutano a ridurre la temperatura corporea e ad alleviare eventuali dolori muscolari o mal di testa.

Per migliorare la respirazione, oltre ai lavaggi nasali, si possono utilizzare spray nasali a base di acqua di mare ipertonica, che aiutano a liberare il naso senza l’uso di farmaci vasocostrittori. Se possibile, una passeggiata in riva al mare è un'ottima alternativa: l'aria ricca di salsedine svolge un'azione simile a un aerosol naturale, aiutando a liberare le vie respiratorie proprio come i lavaggi nasali.

In caso di tosse secca e fastidiosa, il pediatra potrebbe suggerire uno sciroppo lenitivo, mentre se la tosse è grassa è meglio favorire l’espettorazione con un’adeguata idratazione.

Ci sono rimedi naturali?

Oltre ai trattamenti tradizionali, alcuni rimedi naturali possono alleviare i sintomi del raffreddore nei bambini, ma è sempre bene consultare il pediatra, soprattutto per i più piccoli.

Il miele (dai 12 mesi in su) è utile per calmare la tosse e lenire la gola, mentre tisane tiepide di camomilla o zenzero, dolcificate proprio con un po’ di miele, possono dare sollievo. I fumenti con acqua calda e bicarbonato aiutano a liberare il naso chiuso, e per i bambini più grandi si possono aggiungere oli essenziali di eucalipto o tea tree per un effetto balsamico.

Anche un impacco caldo sul petto può favorire la respirazione, rilassando la muscolatura e riducendo la congestione.

Quando c’è da preoccuparsi?

Di solito, il raffreddore nei bambini è lieve e si risolve da solo in pochi giorni. Tuttavia, in alcuni casi è bene consultare il pediatra per escludere complicazioni o infezioni più serie.

Bisogna prestare particolare attenzione se il bambino presenta:

  • Febbre alta persistente (sopra i 39°C) che non scende nemmeno con antipiretici.
  • Difficoltà respiratorie, come respiro affannoso, sibili o retrazione delle costole durante l’inspirazione.
  • Tosse insistente e molto forte
  • Dolore all’orecchio o secrezioni auricolari, che potrebbero indicare un’otite.
  • Muco denso e giallo-verde per più di 10 giorni, segno di possibile sinusite batterica.
  • Segni di disidratazione, come labbra secche, riduzione della minzione o stato di sonnolenza eccessivo.

Nei neonati sotto i tre mesi di età, il raffreddore deve sempre essere monitorato con attenzione, poiché le vie aeree ristrette e la difficoltà a respirare attraverso il naso possono rendere la condizione più pericolosa.