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La sindrome di Ehlers-Danlos


La sindrome di Ehlers-Danlos o, più precisamente, le sindromi di Ehlers Danlos sono un insieme di disturbi ereditari che colpiscono, alterandolo, il tessuto connettivo. Quali sono le cause? Con quali sintomi si manifestano e quali sono le possibilità di cura?

Che cos’è la sindrome di Ehlers Danlos?

Con il termine sindrome di Ehlers-Danlos (EDS) si definisce un gruppo di malattie ereditarie che causano una particolare fragilità e lassità del tessuto connettivo, l’insieme di tessuti che rivestono, sostengono, proteggono e collegano le diverse componenti anatomiche.

Questa condizione si ripercuote dunque sull’integrità di pelle, articolazioni, ossa, organi interni.

La sindrome di Ehlers-Danlos è una malattia rara, con una prevalenza stimata in circa 1 su 5.000-30.000 individui.

Quali sono le cause della sindrome?

La sindrome di Ehlers-Danlos è causata da mutazioni nei geni implicati nella produzione del collagene, una proteina che rappresenta la componente chiave del tessuto connettivo, con conseguenze sulla resistenza e sull’elasticità dei tessuti.  La sindrome di Ehlers-Danlos riconosce differenti modalità di trasmissione:

  • autosomica dominante: un genitore affetto ha il 50% di probabilità di trasmettere la patologia a ciascun figlio, indipendentemente dal sesso
  • autosomica recessiva: una coppia di genitori portatori sani di mutazione ha il 25%  di probabilità di avere un figlio affetto dalla sindrome, indipendentemente dal sesso 
  • legata al cromosoma X: in questo caso, il gene difettoso è localizzato sul cromosoma  sessuale X, per cui una donna portatrice ha il 50% di probabilità di avere un figlio maschio malato e il 50% di probabilità di avere una figlia femmina solitamente portatrice.

In alcuni casi, la mutazione può originare de novo ovvero si verifica durante la formazione della cellula uovo o dello spermatozoo o nelle fasi iniziali dello sviluppo embrionale. Non è quindi ereditata da uno dei genitori e non vi sono altri casi in famiglia.

Quante sono le varianti cliniche attualmente note di sindrome di Ehlers Danlos?

Attualmente sono stati individuati 13 tipi della sindrome di Ehlers-Danlos, alcuni dei quali suddivisi a loro volta in sottotipi, classificati sulla base delle caratteristiche cliniche e del difetto molecolare. Tutti i tipi sono accomunati dalla presenza di un tessuto connettivo anomalo, conseguente all’eccessiva elasticità del collagene.

Ad oggi sono state individuate mutazioni causative in almeno 20 geni diversi.

  • EDS classica (cEDS)
  • EDS simil-classica (clEDS)
  • EDS vascolare (vEDS)
  • EDS cardio-valvolare (cvEDS)
  • EDS ipermobile (hEDS)
  • EDS tipo artrocalasico (aEDS)
  • EDS con dermatosparassia (dEDS)
  • EDS cifoscoliotica (kEDS)
  • EDS della cornea fragile (BCS)
  • EDS spondilodisplastica (spEDS)
  • EDS muscolo-contratturale (mcEDS)
  • EDS miopatica (mEDS)
  • EDS periodontale (pEDS)

Le forme più frequenti sono quelle:

  • ipermobile
  • classica
  • vascolare
  • cifoscoliotica.

Cosa comporta la sindrome di Ehlers-Danlos?

La sindrome di Ehlers-Danlos si associa a una serie di segni e sintomi conseguenti allo stato di alterazione del tessuto connettivo.  I segni distintivi della patologia sono:

  • pelle particolarmente elastica: può essere tirata e allungata in modo considerevole, per poi tornare allo stato di partenza (iperestensibilità)
  • anomala cicatrizzazione (cicatrici atrofiche)
  • ipermobilità articolare
  • tessuti fragili, tendenti a lacerazioni.

Ulteriori manifestazioni e possibili complicanze sono:

  • presenza di smagliature, legate alla atipica elasticità cutanea
  • pelle dalla consistenza simile a un impasto
  • frequente comparsa di lividi 
  • comparsa di protuberanze sottopelle
  • alterazione della coagulazione, con conseguente ritardo nella guarigione delle ferite
  • debolezza dei vasi sanguigni, legata a un più alto rischio di complicazioni come aneurismi, dissecazioni e conseguenti emorragie interne
  • prolasso della valvola mitrale
  • frequenti lussazioni e distorsioni dovuta all’ipermobilità articolare
  • affaticamento cronico
  • debolezza e dolore muscolare
  • ernie
  • prolasso rettale
  • ipertensione
  • fragilità degli organi interni, con un più alto rischio di complicanze come perforazione
  • disturbi articolari (piedi piatti, ginocchio e alluce valgo)
  • particolari tratti facciali (ad esempio, orecchie sporgenti o con lobi assenti o non del tutto formati, sopracciglia mancanti o solo parzialmente formate, ecc.)
  • difetti della vista quali miopia
  • indebolimento osseo, con conseguenti osteopenia o osteoporosi
  • complicanze in gravidanza: maggiore probabilità di rottura precoce delle membrane e parto prematuro, rottura dell’utero durante il travaglio, sanguinamenti eccessivi prima, durante o in seguito al parto.

Diagnosi

Il processo diagnostico parte da una valutazione clinica accurata, che comprende un esame obiettivo volto a rilevare i segni tipici della malattia (come l'iperelasticità della pelle e l’eccessiva lassità delle articolazioni) e la raccolta dell’anamnesi per ricostruire la storia clinica personale e familiare del paziente.

L’esecuzione di test genetici mirati permette di confermare la diagnosi e di correlare la/le mutazione/i con il tipo di EDS.

Possono essere condotti inoltre ulteriori esami quali, ad esempio:

  • biopsia della cute per identificare alcuni particolari tipi della sindrome
  • ecocardiogramma per valutare la presenza di segni cardiovascolari.

Il riconoscimento tempestivo dell’EDS è cruciale per prevenire o mitigare alcune delle sue complicanze più gravi.

Cura della sindrome di Ehlers-Danlos: cosa fare?

Non esiste purtroppo una cura definitiva, dal momento che le anomalie a carico del tessuto connettivo non sono reversibili. Il trattamento della sindrome, dunque, è mirato prevalentemente alla gestione dei sintomi e alla prevenzione delle complicanze.

Gli interventi terapeutici sono personalizzati in base alle specifiche esigenze dell'individuo e possono includere:

  • attività fisioterapica per rinforzare i muscoli e migliorare la stabilità articolare, minimizzando così il rischio di slogature e lesioni
  • utilizzo di supporti ortopedici e tutori per offrire una maggiore stabilità alle articolazioni, e limitare il rischio di cadute e traumi
  • farmaci analgesici e antinfiammatori per alleviare il dolore e l'infiammazione derivanti dall'instabilità muscolare e articolare
  • farmaci per il trattamento dell’ipertensione, utili ad abbassare la pressione del sangue e prevenire danni ai vasi sanguigni più fragili
  • interventi chirurgici vascolari e/o ortopedici in caso di lesioni al livello dell’apparato cardiovascolare o scheletrico non trattabile con terapie farmacologiche
  • l'uso di lenti correttive per risolvere eventuali problemi di vista.

È raccomandata una visita genetica alle famiglie dei pazienti affetti, utile per valutare il rischio di ricorrenza e comprendere meglio la condizione. 

Sindrome di Ehlers Danlos: aspettativa di vita

L’aspettativa di vita è in genere normale per la maggior parte dei tipi di di EDS. È ridotta invece nelle forme più severe, come quelle con compromissione vascolare per il rischio di emorragie potenzialmente letali.