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La tachicardia parossistica sopraventricolare o TPSV

A cura di
Gina
Biasillo

La TPSV è una forma di aritmia ad esordio e termine improvviso che si manifesta con palpitazioni descritte come spiacevole sensazione di accelerazione del battito cardiaco; nella maggior parte dei casi non è pericolosa ma occorre gestirla con attenzione e considerane le possibili conseguenze.

Che cos'è la tachicardia parossistica sopraventricolare?

La tachicardia parossistica sopraventricolare (TPSV) è una condizione più frequente tra le persone giovani, a volte, ma non sempre, in concomitanza con uno sforzo fisico.

La TPSV è una forma di aritmia che origina a livello degli atrii, le camere cardiache superiori. E’ caratterizzata da una rapida e improvvisa accelerazione del battito cardiaco (la frequenza raggiunge e supera 100 battiti al minuto): nelle forme più comuni la persona percepisce la spiacevole sensazione di accelerazione sostenuta del battito cardiaco, accompagnata talvolta da stanchezza, sensazione di difficoltà nella respirazione, fastidio toracico. L’intensità dei sintomi percepiti e riferiti può essere molto variabile da soggetto a soggetto.

Questa forma di aritmia si distingue da altre (ad esempio la tachicardia sinusale) proprio a causa della sua insorgenza improvvisa

La TPSV non è grave e non è mortale, ma deve essere gestita con attenzione: l’improvviso aumento di frequenza, infatti, può comportare riduzione dei livelli di pressione arteriosa che possono determinare vertigini (capogiri) o, in alcuni casi, perdita di coscienza.

Quali sono le cause della tachicardia parossistica sopraventricolare?

La causa scatenante della TPSV è in genere un battito cardiaco prematuro che attiva ripetutamente il cuore a frequenza molto elevata; tale condizione può essere causata a sua volta da alcune anomalie congenite del sistema di conduzione elettrico del cuore. Stress, alcol, fumo, sostanze stupefacenti possono contribuire a scatenare gli episodi.

Per confermare la diagnosi di TPSV è necessaria una visita cardiologica con elettrocardiogramma, registrato durante l’episodio.

Un altro esame importante per la diagnosi è l’Holter ECG, che monitorizza il ritmo cardiaco per un periodo più prolungato, da 24h fino a 72h o anche oltre.

Esistono due tipologie di TPSV:

  • tachicardia da rientro nodale
  • tachicardia da rientro atrio-ventricolare.

Come bloccare la tachicardia parossistica?

Il trattamento della TPSV è finalizzato a ridurre la frequenza cardiaca e a ripristinare il ritmo sinusale, ovvero il normale ritmo cardiaco.

Per bloccare la tachicardia parossistica sopraventricolare si ricorre a manovre che stimolano il nervo vago (manovre vagali), in modo da rallentare la frequenza cardiaca. Tra queste:

  • manovra di Valsalva: consiste in una ispirazione profonda seguita da espirazione forzata a glottide chiusa;
  • sforzarsi come se si facesse fatica a defecare;
  • immersione del viso nell’acqua fredda.

Le manovre sono più efficaci subito dopo l’inizio dell’aritmia.

Queste manovre vengono solitamente eseguite o controllate da un medico ma i soggetti che presentano frequentemente episodi di TPSV e nei quali la diagnosi sia stata posta imparano a eseguirle da soli dopo essere stati opportunamente istruiti.

Un'ulteriore manovra possibile è  il massaggio del seno carotideo, che consiste nello sfregare il collo appena sotto all’angolo mascellare: è necessario e fondamentale che tale manovra venga eseguita esclusivamente da un professionista medico.

Quale farmaco viene somministrato nella tachicardia parossistica?

Il medico può interrompere un episodio di TPSV somministrando per via endovenosa farmaci antiaritmici finalizzati al rallentamento del battito cardiaco e/o al ripristino del ritmo sinusale (adenosina, digossina, verapamil, diltiazem, beta-bloccanti). 

Nel caso in cui l’approccio farmacologico risulti inefficace può essere necessario procedere con la cardioversione (una scarica elettrica erogata al cuore in grado di ripristinare il ritmo normale).

Non è facile prevenire la TPSV. In caso di episodi ripetuti il medico può valutare un intervento di ablazione: attraverso un catetere inserito nel cuore si erogano impulsi che vanno a distruggere il tessuto da cui origina l’impulso anomalo che scatena l’aritmia; si tratta di un intervento eseguito con tecnica poco invasiva e che in genere è molto efficace.

Quanto può durare una tachicardia parossistica?

Un episodio di TPSV può durare da pochi minuti fino qualche ora e in genere si interrompe all’improvviso, così come è comparso.