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Alveolite. Quali sono le cause e come si interviene


L’alveolite è un’infiammazione dell’osso alveolare. Nella maggior parte di casi accade in seguito all’intervento di estrazione di un dente

Cos’è l’alveolite?

L’alveolite dentale è una infiammazione di tipo acuto a carico dell’alveolo. L’alveolo è la cavità ossea nella quale hanno alloggio le radici dei denti. Si tratta di una complicazione che si verifica in seguito all’estrazione di un dente, per lo più un molare.

Questa complicazione accade piuttosto raramente, i casi interessati sono l’1%, 2% di infiammazioni dell’alveolo che si verificano dopo l’intervento di estrazione. Con il termine alveolo, nello specifico, si intende la cavità presente nelle ossa mascellari. Le pareti dell’alveolo risultano delimitate da un sottile strato di osso corticale, sul quale si verifica l’inserzione delle fibre del legamento parodontale.

L’alveolo, quindi, risulta diviso in tre zone:

  • zona corticale
  • zona spugnosa
  • regione alveolare.

Sul suo fondo può presentare più loculi: in ognuno dei loculi viene accolta una radice del dente. Sono infine presenti dei canalicoli lungo i quali passano nervi e vasi in direzione del dente.

Perché viene l’alveolite?

Questo processo infiammatorio interessa l’alveolo di un dente che è stato estratto: la parola con cui si indica l’estrazione dentale è avulsione. In termini più puntuali, si parla di alveolite post estrattiva. Spesso, al fine di coadiuvare l’emostasi e quindi la formazione del coagulo, si applica un tampone di garza sull’alveolo. Una garza di cotone sterile, si specifica, da tenere per circa 30 minuti sull’alveolo residuo.

In seguito all’avulsione si forma nell’alveolo un coagulo di sangue che ha, per funzione, il blocco del sanguinamento e dell’eventuale contatto con batteri. In questo modo si prepara anche una base del cosiddetto tessuto di granulazione, grazie al quale si formerà il nuovo tessuto osseo. In alcuni casi la formazione del coagulo avviene in modo affatto funzionale, oppure il coagulo si distacca anzitempo oppure, ancora, è possibile che non si formi.

Spesso l’alveolite può svilupparsi da un dente che patisce condizioni particolarmente difficili, come una carie profonda, nei casi di granulomi oppure di pulpìti. Può accadere con una certa frequenza a carico del dente del giudizio.

Fattori di rischio

Esistono inoltre diversi fattori di rischio che possono contribuire all’insorgenza di questa infiammazione. Primo tra tutti il fumo, perché la nicotina diminuisce l’ossigeno a disposizione dei tessuti per avere tempi di guarigione relativamente rapidi.

Altre condizioni predisponenti possono essere:

  • una igiene orale scarsa
  • l’uso di punti di sutura in seguito all’estrazione
  • l’assunzione, da parte del soggetto, di corticosteroidi
  • alti livelli ematici di estrogeni, rilevabili in concomitanza con le prime settimane del ciclo, o quando viene assunto un contraccettivo per via orale.

Come capire se si ha l’alveolite?

I primi giorni in seguito all’estrazione si verifica una diminuzione del disagio causato dall’intervento. Dopo quattro giorni il dolore, nella sede in cui si è svolta l’operazione, tende a intensificarsi in modo inaspettato e improvviso.

Il dolore si irradia poi nelle zone attorno all’alveolo, fino a poter raggiungere le branche che si diramano dal nervo trigemino, come ad esempio l’orecchio. Oltre al dolore possono manifestarsi alitosi o un gonfiore dei linfonodi attorno alla regione interessata; è altresì possibile che il dolore coinvolga la mandibola nella sua area angolare.

L’alveolo risulta vuoto, con un colore che tende al grigio; residui alimentari possono presentarsi al suo interno. In rari casi si riscontra una secrezione purulenta. Tra gli altri sintomi concomitanti possono essere indicati:

  • dolore al collo e all’orecchio
  • linfonodi sottomandibolari ingrossati
  • febbre.

Nei casi di maggiore gravità possono presentarsi mal di testa, tumefazione emilaterale del viso. Quando un caso risulta essere particolarmente grave, può essere interessato il tessuto osseo, con sviluppo di osteite.

Come avviene la diagnosi?

Risulta importante rivolgersi al medico di base o al proprio dentista in caso di sospetta alveolite dentale. Di prassi, viene svolta una osservazione diretta del cavo orale, che permette di vedere un alveolo possibilmente grigio e maleodorante.

Il dolore riferito dal soggetto è di tipo pulsante, manifestandosi entro il quarto giorno post operatorio e non raramente resiste agli analgesici comuni. In seguito all’aspirazione la cavità dell’alveolo risulta vuota, né è presente il tessuto di granulazione.

Il dentista può chiedere una radiografia panoramica o endorale, che interessa non più di tre denti.

Come si cura un’alveolite?

I sintomi possono variare per tipo e intensità, come si è visto, e possono essere curati come segue:

  • antisettici come collutori oppure gel con clorexidina allo 0,2%
  • analgesici come la lidocaina.

Si tratta di soluzioni che prevedo un’applicazione topica e possono essere prescritti insieme ad antibiotici e antinfiammatori. Sia la durata della terapia sia la posologia sono indicata dal dentista o dal medico di base.

Particolare attenzione merita l’igiene orale su base quotidiana, per la quale si consiglia l’uso di uno spazzolino dalle setole morbide. L’alveolo può essere liberato da possibili residui alimentari, o da un qualunque corpo estraneo, per mezzo di lavaggi svolti con acqua fisiologica. Se il dolore è particolarmente resistente, viene svolta dall’odontoiatra una pulizia dell’alveolo, che consiste in:

Quanto dura il processo di guarigione?

I tempi di guarigione possono raggiungere dai 7 ai 14 giorni. In caso di dolore persistente, viene applicata una medicazione analgesica su base giornaliera, fino alla scomparsa del dolore.