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La chetoacidosi diabetica, cause, conseguenze e trattamento

A cura di
Silvia
Accornero

La chetoacidosi diabetica è una condizione di acidosi metabolica acuta estremamente seria

Cos'è la chetoacidosi diabetica?

La chetoacidosi diabetica è una condizione di acidosi metabolica acuta, estremamente seria, che colpisce i pazienti malati di diabete mellito di tipo 1 e pazienti con diabete mellito di tipo 2, anche se in questo caso in modo decisamente meno frequente. 

La condizione si caratterizza per una eccessiva presenza di chetoni nel flusso sanguigno, per cui l’acidità del sangue aumenta considerevolmente. I chetoni sono dei prodotti metabolici derivati dalla distruzione delle cellule adipose, che l’organismo usa come carburante cellulare, quando, per la carenza di insulina, non riesce a usare il glucosio

L’impossibilità di utilizzare il glucosio è appunto una caratteristica dei soggetti affetti da diabete mellito di tipo 1, che hanno scarsa o totalmente assente produzione di insulina, l’ormone pancreatico che serve per processare gli zuccheri e trasformarli nel “carburante” di cui necessitano le cellule per funzionare.

La causa della chetoacidosi diabetica è quindi in sostanza la scarsa presenza di insulina nel flusso ematico (sangue), rispetto alle necessità del paziente. 

La condizione è molto grave ed è necessario un trattamento tempestivo per evitarne le conseguenze peggiori che possono portare il soggetto al decesso. 

Il medico di riferimento a cui rivolgersi è lo specialista in diabetologia (diabetologo) . Se una persona, specie se un bambino, affetta da diabete mellito accusa sintomi importanti è opportuno rivolgersi a una struttura di emergenza e urgenza (pronto soccorso).

Quali sono i sintomi della chetoacidosi diabetica

I sintomi della chetoacidosi diabetica possono essere estremamente vari e colpiscono il soggetto a più livelli:

  • disidratazione
  • necessità di urinare in modo continuativo (poliuria)
  • sete più frequente del normale (polidipsia)
  • stanchezza e sonnolenza (letargia)
  • cefalea
  • dolori addominali
  • nausea e vomito
  • sonno disturbato
  • battito cardiaco accelerato (tachicardia)
  • alitosi dal caratteristico odore fruttato, simile a solvente per smalto
  • respirazione affannosa o respiro di Kussmaul (molto profondo e dalla frequenza anomala)

Questa sintomatologia può poi accompagnarsi a disturbi dell’umore e a irritabilità del paziente. 

Cosa provoca la chetoacidosi diabetica

La chetoacidosi diabetica è una complicanza dovuta ad una ridotta o assente presenza di insulina nel sangue del soggetto, che non è in grado in questo modo di processare il glucosio e trasformarlo in energia per il funzionamento cellulare. 

Fermo restando che un paziente affetto da diabete mellito di tipo 1 è sempre in una condizione con scarsa o assente presenza di insulina, la chetoacidosi può essere derivata dal fatto che la dose di insulina somministrata regolarmente al paziente, per qualche ragione, non è più sufficiente

Le motivazioni per una simile circostanza sono legate a stress fisici, a terapie farmacologiche e a fattori di rischio

Tra i tipi di stress fisico che possono scatenare la chetoacidosi vanno ricordate: 

Tra i farmaci che possono contribuire all’insorgere della condizione ricordiamo le seguenti classi: 

Infine tra i fattori di rischio principali vanno annoverati uno stato di peso non ottimale del paziente (sottopeso), infezioni non curate, diabete mellito non trattato, abuso di cocaina e metanfetamina.

In alcuni rari casi, pazienti affetti da diabete di tipo 2 possono sviluppare la chetoacidosi diabetica. Si tratta di pazienti con fattori di rischio, oppure trattati con gliflozine o casi particolari di soggetti obesi e di origine africana. (questa variante rara prende il nome di diabete Flatbush).. 

Come si effettua la diagnosi

La diagnosi può essere effettuata solo dal medico specialista diabetologo tramite una serie di osservazioni e di esami specifici. 

L’iter normale prevede l’anamnesi del paziente, ossia il colloquio con lo stesso, per raccogliere le informazioni mediche, i farmaci assunti e sintomi presenti. Si procede poi ad un esame obiettivo da parte del medico.

La diagnosi è comunque possibile solo tramite specifiche analisi di laboratorio che comprendono esami del sangue e delle urine, per verificare i livelli di glucosio, chetoni, gas respiratori (ossigeno e anidride carbonica), minerali (elettroliti),  oltre all’osmolarità (livello di diluizione del sangue e delle urine) e pH (acidità del sangue e delle urine).

A complemento vengono eseguite ulteriori analisi di laboratorio per escludere infezioni e pancreatite. Per gli adulti, può essere richiesto anche un ECG (elettrocardiogramma), e specifici esami del sangue (troponina e cpk) per verificare o escludere un infarto del miocardio. In caso di sintomi neurologici, come sonnolenza o cefalea intensa, può essere eseguita una tomografia dell’encefalo (TC). 

Quali sono le complicazioni della chetoacidosi diabetica

La condizione è acuta ed estremamente seria. Per questo motivo il trattamento deve essere tempestivo. 

Le complicazioni gravi a cui un si può andare incontro comprendono l’insufficienza renale,  setticemia, coagulazione intravascolare disseminata, trombosi, coma

L’edema cerebrale è la principale cause di morte dei pazienti non trattati, specialmente se di giovane età.

Non rari sono anche i decessi di feti in caso di chetoacidosi delle madri

Chetoacidosi diabetica, trattamento e cure

Il trattamento della chetoacidosi diabetica è volto principalmente al ripristino dei livelli di glucosio e di acidità del flusso sanguigno. Si procede pertanto con la somministrazione per via endovenosa di insulina, liquidi e elettroliti.

Data la gravità della condizione, i pazienti sono tenuti sotto osservazione continua, con analisi intervallate per accertarsi della progressiva normalizzazione del quadro clinico. 

In quest’ottica è quasi sempre necessaria l'ospedalizzazione del paziente.

Come si previene la chetoacidosi diabetica

La prevenzione di questa condizione passa dalla corretta gestione e trattamento della malattia sottostante, sia essa il diabete mellito tipo 1 o tipo 2 e il controllo dei fattori di rischio. Per una corretta gestione del diabete mellito è necessario:

  • regolare assunzione della terapia farmacologica sia con ipoglicemizzanti che insulina
  • monitoraggio domiciliare del glucosio, secondo le indicazioni fornite dal diabetologo
  • stile di vita corretto, basato su un’alimentazione equilibrata e regolare attività fisica. Alle persone che soffrono di diabete mellito è utile il supporto di un professionista (dietista o nutrizionista) per gestire la propria alimentazione
  • effettuare regolari visite diabetologiche, insieme agli esami di laboratorio e strumentali richiesti dallo specialista
  • in caso di sintomi anomali, febbre persistente, errori nella somministrazione della terapia per il diabete mellito è opportuno contattare il medico