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La dissenteria: cause e terapie


La dissenteria è una condizione a carico dell’intestino, e nello specifico del colon, di origine infettiva. Può manifestarsi in associazione a diverse patologie.

Come si definisce la dissenteria?

Quando l’intestino, e in via principale il colon, presentano una condizione di infezione che si manifesta attraverso abbondanti scariche di diarrea, sangue, pus oppure muco durante l’evacuazione e tenesmo, si è di fronte ad un caso di dissenteria.

Nella evenienza in cui il soggetto dovesse patire scariche diarroiche particolarmente abbondanti, che determinano una perdita di liquidi oltre che di sali minerali, potrebbe andare incontro a disidratazione e a squilibri elettrolitici.

Come capire se è dissenteria? Quali sono i sintomi?

Questo tipo di infezione si manifesta attraverso i seguenti sintomi:

  • diarrea, che consiste in una evacuazione di feci liquide in più occasioni durante l’arco di una giornata
  • presenza di sangue nelle feci
  • possibile presenza di muco oppure di pus
  • tenesmo, termine che indica una contrazione dello sfintere anale, spasmodica e associata spesso a dolore a carico dello sfintere. Si manifesta uno stimolo ricorrente alla defecazione senza che quest’ultima accada, o accada con scarse feci.

Altri sintomi riscontrabili sono:

Non è da escludere l’eventualità che si manifestino ulteriori sintomi quali vomito e febbre.

A cosa è dovuta la dissenteria?

Nelle sue manifestazioni statisticamente più rilevanti la dissenteria è di origine infettiva. Gli agenti infettivi che possono determinarla sono:

  • l’Entamoeba histolytica, un’ameba parassita del corpo umano e all’origine della cosiddetta d. amebica. Si contraddistingue per una importante attività necrotica
  • la Shigella dysenteriae, un enterobatterio gram negativo asporigeno che causa la d. bacillare.

Questi tipi di dissenteria possono essere contratti se il soggetto ingerisce del cibo contaminato; è inoltre possibile che il contagio avvenga per contatto diretto con le persone che risultano già infette.

Spesso, infatti, ci si espone a questi agenti patogeni, che arrivano a determinare anche epidemie, in luoghi che sono sovraffollati e in contesti nei quali le condizioni igieniche lasciano a desiderare.

Altre forme, più rare, sono riconducibili alla Giardia Lamblia, un organismo unicellulare anaerobico e parassita dell’intestino, e al Balantidium coli, parassita monocellulare. Né va dimenticata la cosiddetta diarrea del viaggiatore, che può arrivare a interessare fino a 1 viaggiatore su 3.

Va specificato come esistano altre patologie in associazione:

  • colite, una infiammazione a carico del colon
  • colite ulcerosa, patologia infiammatoria che interessa l’intestino crasso
  • gastroenterite, una infiammazione che interessa la mucosa dello stomaco e dell’intestino piccolo e grosso
  • intolleranze alimentari
  • morbo di Crohn, patologia infiammatoria cronica a carico dell’intestino.

Qual è la differenza tra diarrea e dissenteria?

Quando si verificano almeno tre evacuazioni su base quotidiana, con espulsione di feci che risultino molli, siano acquose oppure non formate, si parla di diarrea.

La dissenteria è invece un tipo di gastroenterite di origini infettive e la diarrea, segnatamente la diarrea ematica, con presenza di sangue, è il principale sintomo.

Che analisi, ai fini diagnostici, sono previste?

Ai fini diagnostici, lo specialista gastroenterologo si occuperà in sede di anamnesi di indagare le abitudini alimentari del soggetto, l’eventuale assunzione di farmaci e la sua storia clinica, poiché la motilità intestinale può essere alterata da interventi chirurgici.

È possibile quindi effettuare un esame delle feci per indagare e rilevare l’eventuale presenza di batteri oppure parassiti. Solo in questo modo sarà possibile intervenire con una adeguata e specifica terapia farmacologica.

Quali cure sono previste per la dissenteria?

La cura per la risoluzione della dissenteria deve agire su più fronti. Innanzitutto ha come primo obiettivo il prevenire la disidratazione. A questo fine si reintegrano i liquidi per via orale oppure, quando le circostanze sono particolarmente severe, per via endovenosa.

In seconda battuta è necessario intervenire con una terapia a base di antibiotici, la cui presenza deve essere accertata attraverso l’esame delle feci. Sono controindicati i farmaci antidiarroici, la cui inibizione della motilità intestinale rischia di prolungare il decorso della patologia.