Il prurito è il sintomo della pelle più comune. Può essere anale, vulvare, in testa o in altre parti del corpo. In caso persista, è bene consultare il dermatologo per trovare la terapia adeguata.
Che cos'è il prurito?
Il prurito è il sintomo cutaneo più comune. Si tratta di una sensazione spiacevole, che evoca il grattamento e può accompagnare frequentemente una dermopatia, cioè una malattia della pelle.
Il suo principale mediatore chimico è l'istamina, ovvero la sostanza che provoca la sensazione di prurito è l'istamina. Questa viene prodotta dalle cellule mastociti, ma anche dalle cheratinociti.
Oltre all'istamina, esistono altri mediatori del prurito:
- serotonina
- acetilcolina
- endorfine
- sostanza P.
Essendo il prurito una sensazione spiacevole, determina una profonda alterazione della qualità della vita.
Quali malattie possono provocare prurito?
Esiste un prurito associato a malattie cutanee e quello che non accompagna malattie della cute.
Le principali malattie cutanee in cui è presente il prurito sono:
Esistono patologie della pelle, in cui il prurito non è costantemente presente quali:
Esiste inoltre un prurito localizzato in testa, dovuto per esempio alla dermatite seborroica, oppure il prurito anale, dovuto per esempio alle emorroidi, e prurito vulvare, dato dalla vulvovaginite. In quest'ultimo caso, bisogna tener conto di eventuali fattori emotivi che talvolta influenzano e peggiorano tale sintomatologia.
Le principali malattie non cutanee in cui è presente il prurito sono:
Anche le punture di insetti possono essere causa di prurito intenso.
Quali sono gli alimenti che fanno venire il prurito?
Anche le allergie alimentari sono incluse tra i fattori che possono causare prurito. Circa sette bambini su dieci in Italia sviluppano reazioni pruriginose o altri sintomi come gli sfoghi cutanei in conseguenza dell'ingestione di latte, uova, soia, frumento, arachidi o pesce. Mentre nel 3% della popolazione adulta, queste stesse reazioni possono essere causate da molluschi o frutta con il guscio.
Per risolvere il problema, in questi casi, può essere sufficiente eliminare dalla propria dieta l'alimento responsabile della reazione allergica. In alternativa, può bastare limitarlo, se non addirittura cambiare le modalità di assunzione del cibo. Ad esempio, in alcuni casi, la reazione potrebbe essere scongiurata o cuocendo l'alimento o eliminandone la buccia, nel caso di un frutto.
Eliminando, invece, l'alimento per la durata di circa tre anni, è possibile che l'organismo si desensibilizzi spontaneamente all'allergene.
Quando il prurito è dovuto all’ansia o allo stress
Tra le cause del prurito, lo stress può certamente rappresentare un fattore scatenante. I disturbi dell’umore, infatti, nel momento in cui vengono somatizzati, possono manifestarsi sotto forma di sintomi fisici.
Uno dei principali esempi di queste dinamiche è la dermatite da stress. Questa patologia consiste in un'infiammazione della cute, che si manifesta tipicamente con:
La dermatite da stress generalmente coinvolge le aree del viso, del collo, delle mani e dei piedi. In alcuni casi, può manifestarsi anche sulle palpebre. L’eruzione cutanea comporta fastidio e prurito che può spingere il soggetto a grattarsi peggiorando la situazione e aumentando il rischio di eventuali infezioni nelle lesioni della cute.
Il prurito del cuoio capelluto
Oltre che nelle zone più comuni in cui solitamente si manifesta, come viso, collo e corpo in generale, il prurito può avere origine anche nel cuoio capelluto. Di conseguenza mantenere capelli sani e una cute curata in quell’area può risultare un’ottima strategia di prevenzione per alleviare il prurito.
Tra le principali cause di prurito alla testa ci possono essere:
- psoriasi
- infezioni ai follicoli piliferi
- forfora
- pidocchi
- stress cronico
Quando il prurito è preoccupante?
Il prurito in sé, soprattutto nel caso sia solo transitorio, non è generalmente motivo d’allarme e, di conseguenza, non costituisce una ragione sufficiente per rivolgersi ad uno specialista.
Nel caso in cui, però, il disturbo diventi persistente nel tempo o sia associato a importanti eruzioni cutanee, allora rivolgersi al medico diventa necessario.
Il prurito associato a specifici sintomi può essere, invece, un importante campanello d’allarme. Nel caso in cui, ad esempio, ci siano segnali concomitanti quali:
- perdita di peso
- sudori notturni
- senso di affaticamento
Perdita di sensibilità e formicolii potrebbero essere l’indicatore di un disturbo che coinvolge il sistema nervoso. Dolori addominali e colorazione giallastra di occhi e cute potrebbero significare che ci sono problemi epatici. Minzione frequente e sete eccessiva sono sintomi associati al diabete.
Il prurito associato a questa gamma sintomatologica non deve essere trascurato e le sue cause vanno approfondite con l’aiuto di uno specialista.
Cosa fare in caso di prurito?
In quei casi in cui il prurito si accompagna a malattie sistemiche, il trattamento deve essere rivolto alla patologia di base.
Allo stesso modo, nel caso in cui il prurito sia dovuto a una dermopatia pruriginosa, la terapia dev'essere orientata alla risoluzione di quest'ultima.
In caso di prurito persistente è bene farsi visitare dal dermatologo, per risalire alle cause e per trovare la terapia più efficace.
Che esami si devono fare per il prurito?
Per diagnosticare le cause del prurito, in molti casi, non sono necessari esami o approfondimenti vari. Tuttavia, potrebbe essere richiesta in determinate circostanze una biopsia. Questo test consiste nell’analisi di un campione di pelle prelevato dal paziente.
In caso di impossibilità a risalire la causa scatenante di una reazione allergica, potrebbe rivelarsi necessario condurre dei test allergici sulla cute. Questi consistono nell’applicazione sulla pelle di sostanze che causano allergie, in due modi alternativi:
- patch test, gli allergeni vengono applicati sulla pelle con un cerotto
- esame di cutireazione, le sostanze che causano allergie vengono applicate sulla cute con un piccolo ago
Quali esami del sangue per il prurito?
Nel caso in cui il prurito non sia riconducibile ad una reazione allergica o a un disturbo della pelle, possono essere prescritti esami del sangue allo scopo di approfondire la natura del problema.
Uno di questi è l’emocromo, grazie al quale è possibile escludere diverse condizioni cliniche e patologie. Esso include il dosaggio di:
- globuli rossi
- globuli bianchi
- piastrine.
I valori dell'emocromo, ad esempio, risultano alterati in presenza di un linfoma.
Il prurito può essere anche uno dei sintomi di un disturbo a carico del fegato, per cui anche esami epatici specifici possono essere utili a fare chiarezza su questo sintomo. A tal proposito, il medico può prescrivere le transaminasi.
Se, invece, si sospetta che il prurito possa essere riconducibile ad un problema renale, l'esame di riferimento per avere informazioni utili sulla funzionalità di questi organi è il dosaggio dell'urea, prescritto nella maggior parte dei casi insieme alle analisi della creatinina o di altri marcatori che servono al medesimo scopo.
A fronte di alte concentrazioni ematiche di questi analiti, infatti, è possibile che ci sia un deficit nella funzionalità dei reni che non riescono a smaltirli adeguatamente.