La letargia è una condizione complessa di stanchezza cronica che può degenerare in gravi invalidità fino al coma
Cos’è la letargia?
La letargia è uno stato di estrema stanchezza o sonnolenza, caratterizzato da una marcata riduzione della vigilanza e dell'attività fisica e mentale. Le persone che soffrono di letargia possono avere difficoltà a rimanere sveglie, concentrarsi o svolgere normali attività quotidiane.
Le cause della letargia possono essere molteplici e variare da condizioni temporanee e facilmente trattabili a problemi di salute più gravi. Alcuni esempi di cause comuni includono:
Il termine, ancora utilizzato, sta venendo progressivamente abbandonato per esempio negli USA, perché risulta un po’ vago e impreciso. Oltre a questo il suo utilizzo in contesto extra sanitario ne ha modificato parzialmente il significato nella percezione comune, esattamente come successo con il termine depressione.
Vanno quindi fatte alcune distinzioni per poter comprendere meglio di che si tratta.
Una macro distinzione può essere quella tra uno stato letargico temporaneo e una letargia che invece risulta particolarmente persistente.
Le due hanno solitamente un’eziologia differente, con la prima causata di solito dallo stile di vita, mentre la seconda originata più frequentemente da patologie o condizioni più serie.
Ovviamente una diagnosi differenziale è fondamentale per poter individuare la causa e quindi la terapia.
Letargia, sintomi e segni accessori
La letargia è di per sé un sintomo e si presenta come una condizione di spossatezza prolungata anche di primo mattino, dopo il sonno.
Tuttavia, in aggiunta alla spossatezza sono presenti vari sintomi concomitanti, legati alla mancanza di riposo che l’organismo sta soffrendo. Questi possono essere sia di natura fisica sia di natura psicologica e cognitiva.
Tra i principali ricordiamo:
- astenia, cioè stanchezza cronica
- eccessiva sonnolenza diurna, anche dopo il riposo
- mancanza di forza per compiere gesti o normali attività quotidiane, come sollevare una borsa o salire le scale
- dispnea
- apnea ostruttiva del sonno, detta anche apnea notturna
- dolore toracico
- disturbi della memoria
- anaffettività nei confronti delle persone del nucleo familiare
- disturbi dell’umore, con momenti di crisi depressive
- deficit di attenzione
- incapacità lavorativa totale o parziale
- stato confusionale
- incapacità di mantenere lo stato di veglia, anche dopo essere stati forzati a svegliarsi
- perdita di coscienza
- stato comatoso, nei casi più gravi
La lista dei sintomi non è esaustiva ed è più che possibile che si verifichino delle sovrapposizioni tra sintomi diversi.
Letargia, cause e correlazioni
Come specificato in precedenza, la letargia non è sempre collegata a stati patologici. In questo caso, essa è solitamente temporanea e si risolve abbastanza in fretta.
Le cause di questa letargia non patologica sono legate ad una mancanza di riposo o ad un affaticamento eccessivo, e sono essenzialmente tre:
- privazione di sonno adeguato durante la notte, causata da disturbi del sonno, quali la sindrome delle gambe senza riposo
- stress anomalo e mal gestito durante il giorno
- attività fisica, sia sportiva, sia lavorativa molto intensa e prolungata
Naturalmente se la causa della letargia non viene rimossa ed essa persiste, anche la condizione lieve può peggiorare e portare a complicazioni più serie.
La letargia però è sintomatica di una serie di problemi di salute, la cui comunanza è data da un’influenza negativa sulla biochimica delle parti del nostro cervello che regolano lo stato di sonno-veglia (mesencefalo e ipotalamo).
In dettaglio, la letargia può essere indicativa di:
- intossicazione da sostanze, come alcol, droghe, gas di vario tipo e nicotina
- trauma cranico
- problemi di insufficienza funzionale di alcuni organi (insufficienza renale, insufficienza epatica), che causano una mancata espulsione di sostanze tossiche dal flusso sanguigno
- tumori cerebrali allo stadio iniziale
- disfunzioni tiroidee, come ipotiroidismo e ipertiroidismo
- effetti collaterali di alcuni farmaci
- problemi respiratori o cardiovascolari, che riducono l’apporto di ossigeno al cervello, causando ipossia
- infiammazioni delle meningi che separano encefalo da ossa del cranio, come la meningite, o delle strutture del cervello, come l’encefalite
- chetoacidosi diabetica
- crisi ipoglicemica, cioè carenza acuta di zucchero nel sangue
- emorragia cerebrale
- forte disidratazione
- squilibri elettrolitici nel sangue
- squilibri della regolazione delle temperatura corporea, in entrambe le direzioni, (ipotermia, e ipertermia)
- crisi epilettiche
- disturbi patologici del sonno
- insufficienze nutrizionali gravi
- problemi di carattere psichiatrico, come la depressione maggiore
Cosa fare in caso di letargia?
La valutazione immediata da fare è che la letargia, come l’elenco di cui sopra mostra, è potenzialmente il sintomo di una condizione patologica molto seria. Di norma, prima si interviene, qualunque sia la malattia a causare la letargia, meglio è.
Pertanto, se dopo alcuni giorni di riposo assoluto, la letargia dovesse persistere, è fondamentale rivolgersi quanto prima ad un esperto, che possa fare le valutazioni del caso e prescrivere tutti gli accertamenti necessari.
Come si diagnostica la letargia?
La diagnosi di questo sintomo può risultare piuttosto laboriosa e lunga da effettuare. L’eziologia come si è visto è molto ampia. Risulta pertanto indispensabile ricorrere a quella che viene definita diagnosi differenziale. La diagnosi differenziale altro non è che una procedura diagnostica che va per esclusione, cercando di ridurre al minimo la lista di possibili malattie sottostanti la letargia.
In concreto, il medico raccoglie tramite anamnesi la testimonianza del paziente, con particolare riferimento a:
- tempistiche e durata della condizione, cioè quando è apparsa e quanto dura
- sintomatologia accessoria in concomitanza della letargia
- patologie passate del paziente e dei familiari, per verificare la presenza o meno di malattie il cui sviluppo possa essere correlato alla familiarità genetica
La fase successiva è quella dell’esame obiettivo. Questo è costituito da una visita vera e propria del medico, verifica il battito cardiaco, la respirazione, la pressione del paziente.
In alcuni casi può ritenere necessario un sommario esame di vista e udito. Nei casi di sospetta letargia è molto spesso opportuna una verifica delle capacità cognitive del paziente, anche se, nei casi gravi, le mancanze in questo senso risultano immediatamente evidenti.
I pazienti affetti da letargia seria possono infatti risultare parzialmente o totalmente incapaci di conversare o reagire in modo appropriato a stimoli di carattere intellettuale o cognitivo.
Dopo questa fase, il medico prescrive gli esami specifici che ritenga necessari per poter man mano escludere alcune delle patologie che possono causare letargia.
Tra questi vi possono essere:
Quali terapie per la letargia?
Trattandosi di una condizione sintomatica e non di una patologia, il percorso terapeutico dipende integralmente dalla diagnosi. Una terapia sintomatica, che si occupi di risolvere lo stato di stanchezza anomalo, rischia di essere inutile, se non addirittura dannosa.
Nei casi di letargia acuta ma temporanea, dovuta a stress, attività fisica eccessiva o mancanza di riposo, la soluzione primaria sarà quella di prescrivere al paziente un periodo variabile di recupero. Questo di solito basta a risolvere.
Nel caso in cui il problema sia legato generalmente allo stile di vita, quindi alcol, nutrizione insufficiente, disidratazione, la terapia prevede la modifica dei comportamenti scorretti che causano la letargia.
Se causata da farmaci, sarà opportuno sospendere la cura e trovare un sostituto farmacologico valido.
In tutti gli altri casi, si deve procedere andando a curare, se possibile, o arginare la malattia sottostante.
Si può prevenire la letargia?
La prevenzione della letargia passa inevitabilmente dalla prevenzione di tutte le cause sottostanti che possono essere efficacemente prevenute.
Recuperare una certa regolarità del ciclo sonno-veglia, quindi andare a letto e alzarsi sempre alla stessa ora, permettendo al corpo di dormire 7-8 ore, può essere un buon punto di partenza in ogni caso.
Bisogna poi agire sullo stile di vita ed evitare i comportamenti che possano facilitare l’insorgere di stress e patologie che causano letargia.
Più nello specifico è importante seguire alcuni consigli di carattere generale quali:
- mantenere un’alimentazione sana e bilanciata, possibilmente sotto l’iniziale guida di una figura professionale che ci aiuti a comprendere i principi della nutrizione
- fare attività fisica in modo regolare ma sostenibile, evitando di passare ad intensità eccessive alle quali non siamo ancora preparati
- astenersi o ridurre il consumo di sostanze che possono influenzare negativamente la nostra salute, come l'alcool e i cibi ultra processati ricchi di zuccheri
- imparare la gestione dello stress tramite pratiche meditative e di mindfulness
- usare i dispositivi di protezione nei casi in cui questo sia necessario, se impegnati in attività sportive o lavorative che li necessitino
La prevenzione passa anche poi dalla gestione della malattia sottostante, qualora questa non sia curabile del tutto. Per questo è necessario affidarsi al medico curante o allo specialista che ci ha seguiti.