Il morbo di Crohn è una patologia infiammatoria del tratto gastrointestinale. È una condizione cronica, le cui cause non sono ancora del tutto conosciute. Vediamo come si cura.
Cos'è il morbo di Crohn?
Il morbo di Crohn, chiamato anche malattia di Crohn, è una patologia infiammatoria cronica che può colpire qualsiasi parte del tratto gastrointestinale, dalla bocca all'ano. Nella maggior parte dei casi, tuttavia, interessa l’ileo terminale, ovvero l'ultimo tratto dell’intestino tenue. Oppure il colon, ricompreso nell’intestino crasso.
Le aree intestinali colpite si differenziano in modo piuttosto marcato rispetto all’intestino adiacente, che prende il nome di area di risparmio. La distribuzione dei tratti interessati dalla malattia di Crohn è:
- 35% con esclusivo coinvolgimento dell’ileo
- 45% con coinvolgimento di ileo e colon. Il lato destro del colon è statisticamente più colpito
- 20% con esclusivo coinvolgimento del colon. Nella maggior parte dei casi, in questa occorrenza non si verifica un interessamento del retto.
Chi colpisce il morbo di Crohn?
Il morbo di Crohn colpisce solitamente persone di età compresa tra i 20 e i 30 annni. Più precisamente la malattia interessa il 30% - 40% delle persone che soffrono di malattie intestinali, che attualmente in Italia sono circa 150.000.
In alcuni casi, possono essere colpiti bambini e adolescenti. Più rara, anche se possibile, è l’insorgenza in pazienti di età avanzata, con un picco osservabile dopo i 65 anni di età.
Che sintomi dà il morbo di Crohn?
I sintomi del morbo di Crohn variano in base alle zone intestinali colpite. Tra quelli più comuni si indicano:
È inoltre possibile che il paziente manifesti una perdita di peso significativa, conseguenza del malassorbimento determinato dalla malattia. Ulteriori sintomi possono essere raccolte di pus o fistole perianali.
Va segnalato, inoltre, che il morbo di Crohn può dare esito anche a sintomi aspecifici. La sua scoperta spesso avviene casualmente, nel contesto di accertamenti di tipo radiologico o endoscopico svolti per altre cause.
Come evolve la malattia? E quando preoccuparsi?
L’esordio del morbo di Crohn si caratterizza per infiammazione e per la presenza di ascessi criptici, che tendono a progredire in ulcere aftoidi. Queste ultime, a loro volta, tendono a diventare delle ulcere profonde. Quando l’infiammazione si estende, le pareti intestinali presentano linfedema e ispessimento. Non va esclusa la possibilità di occlusione intestinale.
I segmenti intestinali che sono colpiti dalla malattia di Chron presentano, inoltre, un aumento del rischio di cancro. Così come nei casi di interessamento del colon, si ha un rischio di cancro del colon-retto identico al rischio che si ha nei casi di colite ulcerosa, a parità di estensione e durata della patologia.
Per via del malassorbimento, infine, è possibile che il paziente vada incontro a carenze nutrizionali, specie in relazione alla vitamina D e alla vitamina B12.
Quali sono le cause?
Le cause del morbo di Crohn non sono ancora completamente note. È stata rilevata tuttavia una correlazione con un’attivazione, continua e non regolata, del sistema immunitario della mucosa intestinale.
I fattori di rischio che si ritiene siano coinvolti sono:
Come si capisce che si ha il morbo di Crohn? Diagnosi
La diagnosi della malattia di Crohn si basa, in prima istanza, sull’anamnesi del paziente, che include informazioni sull’eventuale assunzione di farmaci e sulla storia familiare.
A questa, Segue l’esame obiettivo in cui si effettuano:
- controllo dello stato dell’addome
- ascolto, per mezzo del fonendoscopio, dei suoni addominali
- palpazione dell’addome per trovare eventuali zone dolenti e per un controllo delle dimensioni di fegato e milza.
Il terzo momento diagnostico prevede esami di laboratorio, nello specifico del sangue e delle feci. Sono utili anche esami strumentali, in particolare:
- colonscopia comprensiva di visualizzazione dell’ileo e di biopsie multiple intestinali. Con questo esame, adottato anche per il monitoraggio periodico, viene valutato lo stato della mucosa intestinale
- ecografia addominale che include lo studio delle anse intestinali, utile per la valutazione non invasiva della parete intestinale. Serve per l’esclusione o la diagnosi delle complicanze, oltre che per monitoraggio quando il paziente è sotto cure
- risonanza magnetica addominale con mezzo di contrasto. Consente la localizzazione dell’infiammazione e la sua estensione, insieme alla valutazione di possibili complicanze.
Come si cura il morbo di Crohn?
Il trattamento del morbo di Crohn mira a ridurre l’infiammazione intestinale. I trattamenti previsti, che variano anche in base al tratto gastrointestinale interessato dalla malattia, sono:
- steroidi, di tipo sistemico oppure a bassa biodisponibilità. Svolgono un ruolo antinfiammatorio e servono a modulare la risposta immunitaria
- farmaci biologici. Si tratta di anticorpi monoclonali che in modo selettivo bloccano alcune molecole responsabili dell’infiammazione
- farmaci immunosoppressori, come ad esempio l’azatioprina. Portano alla morte dei globuli bianchi attivati e responsabili dell’infiammazione
- cellule staminali mesenchimali, per trattare le fistole perianali che non rispondono ad altri trattamenti
- antibiotici intestinali, somministrati solo nei casi di complicanze.
Si può ricorrere, invece, a un intervento chirurgico quando:
- è necessario rimuovere complicanze ormai irreversibili
- approccio farmacologico non determina benefici per il paziente.
Una diagnosi precoce è comunque fondamentale per una terapia efficace.
Tipologia di trattamento |
Tipo di farmaco |
A cosa serve |
Farmaci |
Steroidi (di tipo sistemico o a bassa biodisponibilità) |
Hanno un ruolo antinfiammatorio e modulano la risposta immunitaria |
Biologici (anticorpi monoclonali) |
Bloccano selettivamente alcune molecole responsabili dell’infiammazione |
Immunosoppressori (es. azatioprina)
|
Portano alla morte dei globuli bianchi attivati, riducendo l’infiammazione |
Cellule staminali mesenchimali |
Trattano le fistole perianali non rispondenti ad altri trattamenti |
Antibiotici intestinali |
Somministrati solo in caso di complicanze |
Intervento chirurgico |
Necessario:
- per rimuovere complicanze irreversibili
- se l'approccio farmacologico non porta benefici.
|
Cosa non si può mangiare con il morbo di Crohn?
I pazienti che soffrono della malattia di Crohn hanno necessità di seguire uno specifico regime alimentare, che eviti l’aggravamento della condizione. Per raggiungere questo scopo è necessario ridurre al minimo, o meglio eliminare del tutto:
- carni grasse, rosse, affumicate oppure lavorate come ad esempio gli insaccati.
- bevande gasate o zuccherate
- snack industriali: possono causare un peggioramento dei sintomi
- cibi particolarmente piccanti o speziati
- fritti
- caffeina
- alcolici
- olii di semi
- margarina.
La frutta e verdura se consumate crude, possono determinare un peggioramento dei sintomi. Vanno pertanto consumate con moderazione e selezionate accuratamente anche in base alla loro possibilità di fermentare.