Cerca nel sito
Chiudi

La psoriasi guttata


La psoriasi guttata, una delle varianti della psoriasi, è una patologia infiammatoria che si caratterizza per l’insorgenza di tipiche lesioni a forma di goccia. Scopriamone cause, sintomi e trattamento.

Che cos’è la psoriasi guttata?

La psoriasi guttata rappresenta una forma particolare di psoriasi, malattia infiammatoria autoimmune, cronica e recidiva che colpisce la pelle, causando la comparsa di un’eruzione cutanea. Nella variante in questione, le lesioni si presentano come papule rosa o rossastre di piccole dimensioni e dalla forma a goccia, che con il tempo vengono ricoperte da squame biancastre.

L’aggettivo “guttato” attribuito a questa tipologia di psoriasi sottolinea proprio il caratteristico aspetto delle lesioni: deriva infatti dal termine latino gutta, che in italiano significa "goccia".

La psoriasi guttata tende a manifestarsi principalmente nei bambini e negli adolescenti, mentre è rara negli adulti con età superiore a 30 anni. Rappresenta la seconda forma di psoriasi più diffusa, dopo la psoriasi a placche.

Perché viene la psoriasi guttata?

Le cause esatte della psoriasi guttata non sono ancora completamente comprese. Tra le tesi più accreditate c’è quella che la identifica come patologia genetica in grado di attivarsi, tuttavia, solo in presenza di particolari fattori. Tra questi vi sono:

  • infezioni da streptococco beta emolitico di gruppo A, in particolare la faringotonsillite (combinazione di faringite e tonsillite). Questa particolare forma infettiva è stata rilevata in un grande numero di pazienti che hanno poi sviluppato la psoriasi guttata
  • infezioni virali
  • stress intenso
  • esposizione ad alcuni farmaci
  • traumi cutanei come ustioni, scottature solari, lesioni
  • abuso di alcol.

Non è stato chiarito, tuttavia, in che modo questi elementi trigger arrivino scatenare la malattia.

Psoriasi guttata: quali sono i sintomi?

Come anticipato, il segno più evidente della psoriasi guttata sono le piccole lesioni a forma di goccia che compaiono sulla cute, accompagnate da prurito. Queste papule possono avere sfumature cromatiche diverse, dal colore rosso al rosa salmone e progressivamente vengono rivestite da squame di colore biancastro.

L’infiammazione cutanea interessa principalmente torso, braccia, addome e gambe. Nelle forme avanzate di psoriasi guttata, può estendersi – sebbene accada di rado – anche ad altre regioni del corpo, come il cuoio capelluto, volto, le palpebre, le orecchie, il collo, la schiena e i glutei.

Stando a quanto osservato, la sintomatologia tende a essere più acuta durante il periodo invernale e meno intensa, al contrario, in estate.

In un terzo dei casi, la manifestazione della malattia risulta cronica e ricorrente nel tempo, alternando periodi di quiescenza a recidive. Nei restanti casi, compare invece in forma transitoria.

La psoriasi guttata non è contagiosa.

Patologie associate e complicanze

In alcuni casi, la psoriasi guttata può associarsi ad altre condizioni patologiche e complicazioni:

  • compare in alcuni casi in concomitanza con dislipidemia, come elevati livelli di colesterolo e trigliceridi. Questo legame rimane poco chiaro e non sembra essere correlato direttamente a uno stile di vita non salutare
  • il prurito intenso provocato dalle lesioni cutanee può portare a grattarsi fino a creare ferite aperte, che a loro volta espongono al rischio di infezioni batteriche o fungine
  • la psoriasi guttata può evolvere in psoriasi a placche, una forma più cronica e più invasiva sotto il profilo estetico
  • in circa il 10% di pazienti che soffrono di episodi ricorrenti di psoriasi guttata può svilupparsi l'artrite psoriasica, un disturbo severo che si caratterizza per la presenza di dolore, infiammazione e rigidità articolare.

Come si diagnostica?

La diagnosi di psoriasi guttata si basa principalmente sulla valutazione dei sintomi e della storia clinica e familiare del paziente da parte dello specialista dermatologo, e sull'osservazione diretta delle lesioni cutanee durante l'esame fisico. Per affinare ulteriormente la diagnosi, è possibile integrare questi dati con ulteriori indagini, volte in particolare a identificare la presenza di Streptococco beta emolitico di gruppo A, che, come si è visto, è un trigger della patologia. A questo scopo possono essere eseguiti:

In alcuni casi, può essere richiesta inoltre una biopsia cutanea: il prelievo di un piccolo campione di tessuto dalla zona colpita dall’infiammazione da esaminare al microscopio. Questo esame può aiutare a confermare la diagnosi, escludendo altre condizioni dermatologiche con sintomi simili.

Come si cura?

Al momento, non esiste una cura definitiva per la psoriasi guttata in grado di accelerare il processo di guarigione o di risolvere i casi cronici. Di conseguenza, i trattamenti esistenti mirano principalmente alla gestione e al sollievo dei sintomi. Va detto, comunque, che nella maggioranza dei casi la psoriasi guttata tende a recedere in modo spontaneo entro alcune settimane. Le opzioni terapeutiche disponibili includono:

  • creme e unguenti idratanti ed emollienti per ridurre la secchezza cutanea
  • applicazione di corticosteroidi topici sulle papule, che possono alleviare l'infiammazione e ridurre l'irritazione
  • l’uso di lozioni a base di catrame minerale, noto per le sue proprietà antinfiammatorie, utili contro il prurito, e capace di rallentare il rinnovamento cellulare che interessa le aree ricoperte da chiazze
  • applicazione topica di prodotti a base di vitamina A o di suoi derivati, utili per migliorare l’aspetto delle lesioni, ma potenzialmente irritanti
  • rimedi antibiotici o antifungini per trattare eventuali infezioni batteriche o micotiche che possono svilupparsi in corrispondenza delle lesioni cutanee
  • fototerapia, una tecnica che impiega la luce ultravioletta per ridurre le placche cutanee. Può essere considerata in presenza di una forma avanzata o cronica del disturbo
  • l'impiego di farmaci immunosoppressori, per limitare la risposta immunitaria eccessiva tipica di delle condizioni autoimmune. Anche in questo caso, l’utilizzo può essere valutato solo a fronte di un quadro clinico più severo e recidivo.