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Steatosi epatica o fegato grasso: che cos’è e come trattarla


La steatosi epatica è una condizione a causa della quale si accumula un eccesso di grassi a livello delle cellule del fegato

Che cos’è la steatosi epatica?

La steatosi epatica, nota anche come fegato grasso, in quanto deriva dall’acronimo inglese NAFLD (Nonalcoholic Fatty Liver Disease), letteralmente “fegato grasso per causa non alcolica", è una condizione che descrive un accumulo superiore al normale di grasso all’interno delle cellule epatiche.

Questo problema colpisce prevalentemente gli adulti (uno su cinque), ma può manifestarsi anche nei bambini (15%).

In realtà, la presenza di grassi nel fegato è fisiologica, ma se la concentrazione epatica di trigliceridi supera la soglia del 5% diventa una condizione patologica che può evolvere anche in qualcosa di più severo come la cirrosi epatica o un tumore del fegato come l’epatocarcinoma

Cosa provoca la steatosi epatica?

L’accumulo di grasso eccessivo a livello epatico è dovuto all’afflusso superiore al normale nel fegato di energia sotto forma di acidi grassi. Questi ultimi provengono, a loro volta, da un eccesso, oltre che di grassi, anche di zuccheri. Tale condizione si verifica, ad esempio, nei pazienti obesi o che soffrono di diabete

Gli acidi grassi, ossidandosi e determinando danni a carico dei mitocondri (i “responsabili” della produzione di energia per la sopravvivenza delle cellule), risultano tossici per il fegato.

Per tutelarsi, quindi, il fegato stesso innesca un meccanismo tramite il quale gli acidi grassi vengono convertiti in goccioline di trigliceridi. 

Tuttavia, se l’accumulo di acidi grassi prosegue, questo meccanismo non è più sufficiente e il fegato va in sofferenza. Le conseguenze principali sono lo sviluppo di uno stato infiammatorio e la fibrosi epatica, ossia l’indurimento del fegato. Questa condizione è nota come steatoepatite non alcolica (NASH), che è ancora più pericolosa della steatosi epatica perché può degenerare in cirrosi epatica. 

In sintesi, le cause che possono determinare lo sviluppo della condizione di fegato grasso sono:

Oltre a queste cause, ci sono poi dei fattori di rischio che possono aumentare le probabilità di sviluppare steatosi epatica. 

Tra le condizioni patologiche associabili al fegato grasso possiamo citare:

La steatosi epatica può essere favorita anche da una predisposizione genetica o dall’asportazione chirurgica del pancreas. E, ancora, può accompagnarsi all’epatite cronica di tipo C, alla somministrazione di sostanze nutritive per endovenosa, a patologie cardiache o a malattie croniche a carico dell’intestino.

All’origine della steatosi epatica ci potrebbero essere anche delle patologie genetiche come l’ipo-betalipoproteinemia - in cui il fegato diventa l’organo “bersaglio” - e il deficit di lipasi acida lisosomiale (LAL) a causa della quale i pazienti che ne soffrono fanno registrare alti livelli di trigliceridi e colesterolo associati a malattia del fegato.

Che sintomi dà la steatosi?

La steatosi epatica è una patologia che non necessariamente determina particolari manifestazioni sintomatologiche, anche nei casi in cui il paziente presenta un fegato ingrossato. 

Sono i risultati di alcune analisi del sangue che possono dire di più sulla malattia, quando sospettarla o escluderla. Le condizioni patologiche e le alterazioni metaboliche associate alla steatosi, infatti, possono aumentare alcuni enzimi del fegato come:

Ci sono, poi, alcuni fattori che, se presenti, possono fornire elementi per la formulazione della diagnosi di steatosi epatica. Questi sono:

  • aumento della circonferenza addominale
  • ipertensione arteriosa
  • aumento del colesterolo
  • aumento della concentrazione ematica di trigliceridi
  • iperinsulinismo

Per quanto riguarda gli esami utili a diagnosticare la steatosi, quello più utilizzato è certamente l’ecografia del fegato, che consente di valutare il tessuto epatico che risulterà più brillante in un fegato normale e sano. 

Attraverso questo esame, è possibile anche valutare la severità della patologia, classificata su tre gradi ecografici: il grado 1 rappresenta una steatosi lieve, il 2 una forma moderata, mentre il 3 è il grado più severo della malattia.

Come si guarisce dalla steatosi epatica?

Ad oggi, non esiste una cura specifica per guarire la steatosi epatica e, di conseguenza, la principale terapia consiste nell’adozione di stili di vita sani, ossia l’abbinamento di un’alimentazione completa e bilanciata con un’attività fisica regolare. A questi due aspetti, bisogna aggiungere il trattamento degli eventuali fattori di rischio per la steatosi epatica che, come abbiamo visto, possono essere il diabete o le alterazioni metaboliche dei lipidi.

Ad esempio, possono essere utili in questo senso farmaci come le statine, assunte per abbassare i livelli di colesterolo e, di conseguenza, ridurre il rischio cardiovascolare. Inoltre, possono avere anche un effetto protettivo sul fegato.

Una delle possibili conseguenze della steatosi epatica è lo sviluppo di fibrosi del fegato, che può essere trattata assumendo farmaci per il controllo della pressione come gli ACE inibitori, i quali svolgono la loro funzione agendo sul sistema renina-angiotensina.

Cosa non mangiare con la steatosi epatica?

In caso di steatosi epatica, come abbiamo anticipato, è fondamentale curare l’alimentazione cercando di eliminare alcuni cibi che potrebbero peggiorare la condizione clinica del paziente.

Tra questi, ci sono sicuramente i grassi di origine animale come lo strutto, il lardo, il burro o la panna.

Da evitare assolutamente anche le frattaglie o gli insaccati ad elevata concentrazione di grassi saturi. Fanno parte di questa categoria i salami, le salsicce, lo zampone o il cotechino.

Sono banditi anche i piatti pronti e i cibi da fast food che presentano un alto contenuto di grassi idrogenati.