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La fibrillazione ventricolare

A cura di
Gina
Biasillo

La fibrillazione ventricolare, a differenza della fibrillazione atriale, è un’aritmia potenzialmente fatale, alla quale è possibile sopravvivere solo se si interviene entro pochi minuti

Che cos'è la fibrillazione ventricolare?

La fibrillazione ventricolare (FV) è una grave aritmia, ovvero un disturbo del ritmo cardiaco, caratterizzata da una sequenza di contrazioni rapide e caotiche dei ventricoli, le camere inferiori del cuore. In questa condizione il cuore non è in grado di pompare correttamente il sangue nelle arterie: per questo motivo, se non si interviene immediatamente ad interrompere l’aritmia, si verifica un arresto cardiocircolatorio seguito dal decesso.

La fibrillazione ventricolare ha dunque esito potenzialmente fatale, se non trattata entro pochi minuti. Per questo quasi esclusivamente i pazienti che già si trovano in osservazione in ospedale possono sopravvivere nel caso in cui si verifichi. Si tratta infatti della principale causa di morte improvvisa nella popolazione generale.

Se la fibrillazione ventricolare si verifica al di fuori di un contesto ospedaliero occorre intervenire immediatamente con massaggio cardiaco e con impiego del defibrillatore, laddove ve ne fosse uno a disposizione nelle vicinanze e allertando immediatamente i soccorsi.

Cause della fibrillazione ventricolare

La principale causa della fibrillazione ventricolare è l’infarto miocardico o ischemia miocardica acuta. Altre cause possono essere:

I pazienti che vengono trattati per fibrillazione ventricolare vengono sottoposti ad esami e approfondimenti per rilevare la presenza di una cardiopatia. Se non vengono identificate specifiche patologie si parla di fibrillazione ventricolare idiopatica; talvolta la causa può essere una malattia genetica sconosciuta. 

Quali sono i sintomi di una fibrillazione ventricolare?

I sintomi della fibrillazione ventricolare possono essere:

  • palpitazioni ad esordio improvviso con percezione di irregolarità e accelerazione del battito cardiaco
  • dolore al torace
  • dispnea (respiro affannoso)
  • sensazione di affaticamento
  • perdita di conoscenza
  • cianosi (colorazione bluastra/violacea delle estremità e della cute), legata all’arrivo di insufficiente quantità di ossigeno

Fondamentale è la prevenzione cardiovascolare per individuare fattori di rischio cardiovascolare e condizioni predisponenti allo sviluppo di una cardiopatia.

Durante la visita cardiologica il medico specialista interroga il paziente, raccoglie informazioni circa patologie in atto e pregresse e circa la storia familiare, indaga sulla presenza di eventuali sintomi; procede quindi ad una accurata valutazione clinica e alla registrazione di un ECG. Può dunque prescrivere esami più approfonditi, quali ecocardiogramma color Doppler, radiografia del torace, TAC o RMN. In alcune circostanze si rende necessaria la prescrizione di farmaci a scopo preventivo o per trattare condizioni concomitanti (quali ipertensione arteriosa, elevati livelli di colesterolo nel sangue).

In alcuni casi il paziente viene indirizzato verso un ricovero ospedaliero per eseguire accertamenti più specifici. Uno di questi è l’angiografia coronarica, esame che serve per valutare le condizioni delle coronarie, vasi arteriosi che riforniscono di sangue il cuore. Un altro esame eseguito in regime di ricovero è lo studio elettrofisiologico che serve per valutare le condizioni del sistema di conduzione elettrico del cuore, che genera e propaga l’impulso elettrico attraverso le camere cardiache.

Quanto può durare una fibrillazione ventricolare?

Dal momento in cui la fibrillazione ventricolare ha inizio, il decorso è estremamente rapido. Se non si interviene immediatamente ad interrompere l’aritmia, si arriva alla morte entro pochi minuti.

Qual è più pericolosa: la fibrillazione atriale o ventricolare?

La fibrillazione ventricolare è estremamente più pericolosa della fibrillazione atriale

Come trattare la fibrillazione ventricolare?

La fibrillazione ventricolare deve essere trattata come un’assoluta emergenza tramite l’impiego di uno strumento chiamato defibrillatore: dopo avere appoggiato delle piastre sul torace del paziente si erogano una o più scariche elettriche che tentano di ripristinare il normale ritmo cardiaco.

In assenza di defibrillatore si può tentare una rianimazione cardiopolmonare tramite respirazione bocca a bocca e massaggio cardiaco: occorre esercitare una energica forza sul torace con movimenti ritmici e profondi per far sì che una pur minima quantità di sangue arrivi al cuore e al cervello.

In molti casi la defibrillazione immediata è in grado di ripristinare il corretto ritmo cardiaco (in assenza di insufficienza cardiaca o stato di shock, ovvero scarso apporto di ossigeno). Tuttavia, è elevato il rischio di recidiva

Per tale motivo nel paziente che sopravvive a una fibrillazione ventricolare si impianta un defibrillatore-cardioversore impiantabile (ICD) sottocute in grado di riconoscere precocemente la ricomparsa della fibrillazione ventricolare e di erogare immediatamente una scarica elettrica per ripristinare il normale ritmo cardiaco.

Naturalmente, laddove si individui la causa scatenante della fibrillazione ventricolare, questa viene trattata con provvedimenti ad hoc (trattamento della cardiopatia sottostante attraverso somministrazione di farmaci o interventi chirurgici/percutanei).