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Le patologie della spalla

A cura di
Simone
Bianchi

La spalla è un'articolazione molto complessa e può andare incontro a sollecitazioni che con il tempo provocano disturbi dolorosi. Vediamo insieme alla fisiatra del Centro Medico Santagostino quali sono le patologie della spalla più frequenti.

Patologie della spalla: di cosa si tratta

Le patologie della spalla sono tra i disturbi più comuni dell’apparato muscolo-scheletrico del corpo umano e colpiscono indifferentemente uomini e donne di qualsiasi età.

In età giovanile, questo genere di affezioni è da imputare prevalentemente all’attività sportiva che richiede un'elevata sollecitazione delle braccia. Dopo i 50 anni, le patologie della spalla tendono a essere di tipo degenerativo e cronico.

Ma perché la spalla può essere soggetta facilmente a patologie dolorose? La risposta a questa domanda è da rintracciare nella sua anatomia. 

Anatomia della spalla 

La spalla è l’articolazione più mobile e una delle più complesse dell’apparato muscolo-scheletrico, ed è per questo che può essere facilmente soggetta a patologie. L'articolazione della spalla, infatti, è composta da sette articolazioni distinte, tutte ugualmente necessarie alla sua corretta funzionalità.

Oltre alle giunzioni articolari, la spalla fonda la sua stabilità e mobilità sull’azione di muscoli altamente coordinati tra loro e sulle strutture capsulo-legamentose. L'insieme di queste parti anatomiche, che lavorano insieme, costituisce il complesso articolare della spalla.

La cuffia dei rotatori 

I muscoli responsabili dei movimenti più complessi della spalla costituiscono la cosiddetta cuffia dei rotatori. Questi muscoli agiscono come rotatori e abduttori. Quest'ultimo movimento è svolto insieme al deltoide, che agisce in sinergia durante il movimento di allontanamento del braccio dal tronco (abduzione). I muscoli rotatori sono quattro: 

  • Sovraspinato 
  • Sottospinato
  • Piccolo rotondo 
  • Sottoscapolare

Questi si inseriscono sulla testa dell’omero ricoprendola come una cuffia. Tre dei quattro muscoli si inseriscono con un unico tendine grosso e piatto, dando origine a una particolare struttura comune.

Quali sono le patologie della spalla?

Le patologie della spalla comprendono disturbi molto diversi tra loro, dovuti a cause eterogenee che vanno dal trauma all'infiammazione. Vediamo un elenco delle patologie principali:

  • Lesioni della cuffia dei rotatori
  • Calcificazione
  • Capsulite adesiva (spalla congelata)
  • Lesione del capo lungo del bicipite 
  • Lussazione gleno-omerale
  • Artrosi
  • Instabilità 

I sintomi delle patologie dipendono dal tipo di disturbo e dalla parte dell’articolazione interessata, ma in genere comprendono:

  • Dolore alla spalla
  • Dolore notturno
  • Difficoltà di movimento
  • Perdita di vigore

Ma entriamo nel dettaglio ed esaminiamo i disturbi più comuni.

Lesioni della cuffia dei rotatori

È proprio a livello della cuffia dei rotatori che le sollecitazioni meccaniche dovute ai movimenti quotidiani, all'uso lavorativo e sportivo, raggiungono l'intensità massima.

Inoltre, situata profondamente nel tendine comune, esiste una fitta rete di vasi sanguigni che si congiungono tra loro. Proprio per questo motivo anatomico e funzionale, tale zona è elettivamente interessata in caso di patologie che comprendono tendiniti, degenerazioni, calcificazioni e anche lesioni o rotture della cuffia stessa: da qui il nome di zona critica.

La causa più frequente di dolore di origine non traumatica alla spalla è la tendinite della cuffia dei rotatori. Il processo patologico insorge e si sviluppa all'interno del suo tendine e in particolare del sovraspinato (nel 90% dei casi). 

La malattia è prevalentemente di natura degenerativa. Ricordiamo, inoltre, che lo spazio anatomico nel quale si muovono i tendini è alquanto ristretto e ogni movimento produce attriti, compressioni e microtraumi che, nel tempo, possono dare origine a dolore e limitazione funzionale della spalla. 

Dopo i 40-50 anni infatti (ma anche prima, in base a fattori costituzionali, occupazionali ecc.) spesso i tendini della cuffia presentano, anche senza sintomi particolari, segni di degenerazione e involuzione.

Una tendinite degenerativa della cuffia può rimanere a lungo asintomatica, manifestandosi, invece, improvvisamente con una sintomatologia dolorosa di intensità variabile, dovuta a un movimento brusco o, nei casi più frequenti, a un normale movimento di attività quotidiana.

Calcificazione

La calcificazione non è altro che la deposizione di sali di calcio sulla zona infiammata e degenerata all'interno del tendine. Inizialmente microscopica e spesso asintomatica, con il tempo, se la causa originaria persiste, si organizza in grossolane calcificazioni, che diventano visibili alle indagini diagnostiche.

Il tendine, così degenerato e consumato, perde parte della sua funzionalità e subisce sollecitazioni e microtraumi sempre più intensi. Si può, così, sviluppare una reazione infiammatoria locale anche intensa che può portare a una vera e propria deformazione o tumefazione con dolore acuto durante il movimento, in particolare quello di abduzione del braccio (allontanamento del braccio dal corpo). Una situazione del genere spesso sfocia nell'impotenza funzionale della spalla e prende il nome di tendinite calcifica.

Capsulite adesiva

La capsulite adesiva è un’infiammazione aspecifica che interessa la capsula articolare della spalla. Può insorgere spontaneamente o come conseguenza di traumi. 

La capsulite si manifesta con la progressiva perdita della capacità articolatoria, dovuta alla riduzione della flessibilità della capsula. Colpisce maggiormente le donne tra i 40 e i 60 anni. I fattori di rischio che predispongono a questa patologia sono:

Come si diagnosticano le patologie della spalla?

La diagnosi delle patologie della spalla si esegue attraverso un’accurata visita specialistica.

Dal punto di vista clinico, in caso di patologia, la palpazione manuale della parte anteriore e laterale della spalla risulta sempre molto dolorosa e il movimento passivo o attivo del braccio, anche minimo, risulta compromesso, limitato e debole. I movimenti più dolorosi sono l'abduzione e la rotazione.

Dal punto di vista strumentale, la diagnosi si completa con una radiografia, o ancora meglio con un'ecografia muscolo-tendinea, grazie alla quale si riesce a focalizzare e valutare la gravità del problema sottostante.

Quando il quesito diagnostico è di più complicata risoluzione e, spesso, quando si ritiene necessario un intervento chirurgico, si prescrive la risonanza magnetica.

Qual è il trattamento delle patologie della spalla?

Il trattamento delle patologie della spalla si avvale dell’utilizzo di:

  • Farmaci antinfiammatori e analgesici
  • Terapie fisiche (riabilitazione fisioterapica)
  • Chirurgia

Nella fase acuta, che solitamente dura qualche giorno, si consiglia il riposo articolare (spesso è meglio tenere il braccio al collo), l'assunzione di farmaci antinfiammatori o sedativi e le applicazioni locali di ghiaccio.

Riabilitazione fisioterapica

Nei giorni successivi alla fase acuta, quando si è ottenuta una riduzione soddisfacente del dolore, è indicata la mobilizzazione della spalla e possono essere eseguiti esercizi particolari (inizialmente passivi). Questi esercizi sono noti come esercizi pendolari di Codman e sono concepiti per escludere i movimenti di rotazione e abduzione, consentendo di mobilizzare l'articolazione con una leggera trazione che serve a decomprimere i tessuti colpiti. 

Solo quando il dolore è nettamente diminuito e l'articolarità è migliorata si possono intraprendere programmi di riabilitazione fisioterapica anche intensi al fine di evitare l'instaurarsi di rigidità dolorosa ingravescente della spalla, restituendone l'articolarità, la forza e quindi la funzionalità normale.

Quando è necessario l’intervento chirurgico?

Si ricorre all’intervento chirurgico a seconda della patologia da trattare.

Di solito, è necessario in caso di lesione della cuffia dei rotatori, e, in questo caso, viene eseguito in artroscopia, attraverso piccole incisioni sulla spalla. Anche le lussazioni possono richiedere l’intervento chirurgico, soprattutto in caso di recidive. Infine, si ricorre alla chirurgia, per l’artrosi gleno-omerale, il cui intervento prevede solitamente l’innesto di una protesi.