La coxartrosi è una forma di artrosi che colpisce l’anca provocando dolore articolare, gonfiore e una scarsa mobilità. Può essere trattata conservativamente o chirurgicamente
Che cos’è la coxartrosi?
La coxartrosi è una forma di artrosi che colpisce l’anca, provocando una progressiva degenerazione della cartilagine che compone l’articolazione.
Con il progredire della patologia, la cartilagine si sfilaccia e lo spazio protettivo tra le ossa si riduce, fino a farle sfregare le une con le altre. Come meccanismo di risposta, le ossa, a loro volta, possono iniziare a crescere formando degli osteofiti, ossia speroni ossei che si sviluppano verso l’esterno e che sono dovuti ad una risposta di compensazione a fronte della cartilagine consumata.
Il risultato di questa condizione clinica sono principalmente dolori e riduzione della mobilità a carico dell’articolazione che compone l’anca.
Secondo i dati diffusi dall’Istituto superiore di sanità, i problemi osteoarticolari riguarderebbero circa il 12% della popolazione italiana, con una prevalenza maggiore tra le donne e le persone anziane.
L’età, in particolare, è uno dei principali fattori di rischio per questa patologia. A partire dai 50 anni, infatti, il numero di casi di coxartrosi cresce significativamente.
Come tutte le altre forme di artrosi, anche la coxartrosi è una patologia cronica che può essere curata, sia conservativamente sia intervenendo chirurgicamente, ma non guarita completamente.
Quali sono le cause di questa patologia?
Come anticipato, l’avanzare dell’età è il principale fattore che può far aumentare le probabilità di sviluppare forme di artrosi, ma ci sono anche altri aspetti da considerare quando si parla di patologie simili.
Ad esempio, le persone che hanno familiari con coxartrosi hanno una predisposizione genetica a sviluppare tale condizione clinica e quindi maggiori probabilità di esserne affetti nel corso della vita.
Il genere è un altro fattori di rischio: le donne hanno più probabilità degli uomini di sviluppare coxartrosi.
Tra gli altri fattori di rischio, infine, possiamo includere anche traumi a carico dell’anca, che possono innescare i problemi articolari; obesità, che comporta un carico eccessivo sulle articolazioni dell’anca e la conformazione di ciascun individuo, anche questa predeterminata a livello genetico.
Coxartrosi, sintomi e segni
Le manifestazioni sintomatologiche principali della coxartrosi, come accennato in precedenza, sono dolore articolare e rigidità. Questi sintomi possono essere associati a scarsa mobilità, diretta conseguenza delle rigidità, gonfiore e sensazione di sfregamento tra le ossa durante il movimento.
In un’anca sana, infatti, la superficie ossea è ricoperta da un sottile strato che fa da rivestimento e che si chiama sinovia. Essa ha l’importante compito di lubrificare l’articolazione attraverso la produzione di piccole quantità di fluido, riducendo di conseguenza l’attrito tra le cartilagini. Quando i rivestimenti si consumano e questi meccanismi vengono a mancare, si sviluppa artrosi, con tutta la sintomatologia sopra indicata.
Diagnosi della coxartrosi
La diagnosi passa dai tre stadi classici di diagnostica, quindi anamnesi, esame obiettivo e esami diagnostici.
In particolare durante l’esame obiettivo, cioè la visita medica vera e propria lo specialista farà svolgere alcuni test di mobilità al paziente, tra cui:
- test del movimento
- test del crepitio
- test della camminata
- test del dolore
Può comunque essere necessario svolgere in seguito degli ulteriori esami, come radiografia e artroscopia, per determinare con certezza la diagnosi.
Cosa fare per curare la coxartrosi?
Il trattamento della coxartrosi può essere di tipo conservativo o chirurgico, quando le altre terapie si siano rivelate inefficaci. Vediamo di seguito in che cosa consistono questi due tipi di approcci.
Interventi di tipo conservativo
L’obiettivo della terapia conservativa è quello di preservare l’anca attraverso una serie di comportamenti e aggiustamenti dello stile di vita.
In primo luogo, è fondamentale mantenere il normopeso per evitare di caricare eccessivamente l’articolazione.
È importante, poi, praticare con regolarità attività fisica che non sia, però, eccessivamente stressante. Vanno bene sport come il nuoto o il ciclismo, mentre sono sconsigliate pratiche ad alto impatto come la corsa che possono sollecitare troppo le articolazioni.
Bisogna curare bene eventuali traumi che, come abbiamo visto, possono essere all’origine dell’insorgere di forme di artrosi.
Altri trattamenti conservativi comprendono la fisioterapia per il miglioramento della mobilità e il rinforzo dei muscoli delle gambe, l’impiego di dispositivi di assistenza opportunamente indicati dallo specialista e farmaci antinfiammatori per ridurre il dolore, quando questo impatta negativamente sulla qualità di vita del paziente. I Fans, ad esempio, possono alleviare il dolore riducendo, al contempo, l’infiammazione.
In alternativa, sempre su indicazione e prescrizione medica, possono essere assunti altri agenti antinfiammatori come i corticosteroidi.
Quando la coxartrosi è da operare?
Qualora i trattamenti di tipo conservativo si siano rivelati inefficaci, si può anche ricorrere alla chirurgia, intervenendo con una protesi d’anca totale o una sostituzione parziale.
Con la prima tecnica chirurgica, vengono sostituiti sia l’osso sia la cartilagine danneggiati con protesi che possono essere realizzate in ceramica, plastica o metallo.
In caso di sostituzione parziale, invece, con l’intervento chirurgico di sostituisce solo la testa del femore.
La tecnica meno invasiva è l’artroscopia che consiste nel praticare due piccole incisioni e, sotto la guida di una microcamera e strumenti di microchirurgia, nella riparazione dei danni provocati dall’usura.
Infine, le conseguenze dell’usura possono essere corrette anche con l’osteotomia, ossia un tipo di intervento con cui si interviene nell’area che si trova intorno all’anca. Questa tecnica permette di preservarne la struttura generale.