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Epatite. Le cause, i sintomi e le cure


L’epatite è una infiammazione, dovuta a infezione da virus, che determina una necrosi del tessuto epatico. In quali forme si presenta, con quali sintomi? E come può essere curata?

Che cos’è l’epatite?

L’epatite è una infiammazione a carico del fegato. Nella maggior parte delle occorrenze è determinata da un virus, ma può essere anche conseguenza di abuso di sostanze, prima tra tutte l’alcol, o essere determinata da patologie autoimmuni.

È comunque opportuno operare una divisione e parlare di:

  • epatite acuta, che si sviluppa in tempi rapidi e con sintomi estremamente violenti, dopo pochi giorni dall’infezione o dalla esposizione alla sostanza che l’ha determinata
  • epatite cronica, specie quando le cause sono riconducibili a virus oppure alcol. In questa circostanza si determina una cirrosi epatica, con disfunzioni irrimediabili del fegato.

Quanti tipi di epatite esistono?

Si parla di epatiti virali, o infettive, quando la causa è riconducibile a microorganismi patogeni. Nello specifico la causa è l’Hepatitis Virus, HV, nel quale è presente una delle prime cinque lettere dell’alfabeto. Si parla di virus HAV, HBV, HCV, HDV e HEV che determinano rispettivamente:

A cosa è dovuta?

Accanto alle forme di tipo virale sono da annoverare alcune forme di epatite dovute ad altri microrganismi:

Quali sono i sintomi dell’epatite?

Il quadro sintomatologico, nei casi di epatite acuta, fa il suo esordio con:

  • febbre leggera, nausea oppure vomito
  • debolezza e senso di malessere
  • mancanza di appetito e dolori addominali
  • urine scure e ittero, ovvero ingiallimento della pelle e della sclera degli occhi.

Questi sintomi durano tra le tre settimane, nei casi di intossicazione ed epatite A, fino a diversi mesi, per la B e la C. Solitamente regrediscono senza conseguenze. La forma D è presente esclusivamente nei pazienti che hanno già contratto la forma B; questi tipi di coinfezione possono determinare una accelerazione dei sintomi.

La forma E fa invece il suo esordio con febbre leggera, oltre ai sintomi indicati per le forme acute, cui si associano dolori alle articolazioni ed eruzioni cutanee.

Come ci si ammala di epatite?

Le modalità di trasmissione dipendono dal tipo di epatite. Nella A, si ha una trasmissione via oro-fecale, così come per la forma E, dal momento che il virus si trova nelle feci circa 10 giorni prima dell’insorgenza dei sintomi e fino ad una settimana dopo, mentre nel sangue è presente solo alcuni giorni. Il contagio accade, da persona a persona, per contatto diretto, oppure per mezzo dell’assunzione di acqua o cibi crudi o cotti in modo insufficiente.

La trasmissione del tipo B, C e D può accadere con l’esposizione a fluidi corporei, attraverso rapporti sessuali o a sangue infetto, o da madre infetta al figlio. Si può essere esposti al sangue infetto per mezzo di una trasfusione di sangue, o nel contesto di operazioni chirurgiche di tipo invasivo.

Come viene svolta una diagnosi?

Di base, una diagnosi di epatite viene svolta attraverso un prelievo di campione ematico. Quindi attraverso un esame del sangue. Nel caso della forma A, il prelievo serve a rilevare la presenza sia di anticorpi IgG anti-HAV che degli anticorpi IgM anti-HAV.

Nel caso della forma B, il campione di sangue permette di rilevare la presenza dell’antigene s del virus dell’epatite B. Nella forma C, ad essere interessati sono gli anticorpi anti-HCV. Nel contesto di una diagnosi di forma C, è possibile che un paziente risulta negativo anche un anno dopo l’infezione. Qualora l’esame risultasse positivo, si rende necessaria la biopsia di un campione di tessuto epatico.

Quali sono le cure?

Una volta avvenuta la diagnosi, l’approccio terapeutico varia in base al variare sia del tipo di epatite, sia dell’avanzamento dell’infiammazione:

  • l’epatite A, in forma cronica e contestuale alla mononucleosi, tende a guarire nel corso del tempo, e necessita di riposo adeguato, privazione di bevande alcoliche e una dieta molto leggera e priva di grassi
  • l’epatite B, in caso di infezione acuta, guarisce spontaneamente e con una dieta adeguata e il riposo. Quando invece è cronica, richiede farmaci antivirali
  • l’epatite C, quando si verifica una forte replicazione del virus, richiede l’assunzione di farmaci antivirali.

Nelle forme autoimmuni si stabilisce la somministrazione di farmaci antinfiammatori e immunosoppressori. Vengono somministrati farmaci corticosteroidi quando l’epatite alcolica è in progressione avanzata.

È possibile fare prevenzione?

Esistono vaccini, sicuri ed efficaci, per le forme A e B. In età pediatrica, il vaccino per la forma B è obbligatorio, e la sua protezione si estende anche alla forma D. Il vaccino per la forma A non è invece obbligatorio, ma viene consigliato fortemente nei casi di viaggi in cui si ha una diffusione importante, come nel caso di Centro e Sud America, Medio Oriente, Asia e Africa, bacino del Mediterraneo.

Non esiste vaccino per la forma C, né esiste alcun tipo specifico di azione preventiva. L’unica modalità di riduzione del rischio di infezione è data dall’adozione di siringhe monouso, prestando particolare attenzione a oggetti che possono essere veicolo di contagio: spazzolini, forbici, rasoi. Si consiglia quindi l’uso del preservativo, nel caso di rapporti sessuali promiscui.