La splenomegalia è una condizione caratterizzata dall’ingrossamento anormale della milza. Quali sono i sintomi, le cause e i trattamenti possibili
La milza, quando si parla di splenomegalia?
La milza è un organo fondamentale del sistema linfatico e immunitario. Situato sul lato sinistro dell'addome, sotto le costole, svolge diverse funzioni vitali nel nostro corpo:
- pulisce il sangue: elimina i globuli rossi vecchi e danneggiati, i detriti cellulari e i batteri
- Combatte le infezioni: produce anticorpi e aiuta a difendere l'organismo da batteri e virus.
- Mantiene l'equilibrio del sangue: regola il numero di globuli bianchi e piastrine.
- Aiuta il feto: durante la gravidanza, la milza contribuisce alla produzione di globuli rossi per il futuro nascituro.
Le sue dimensioni possono variare da persona a persona, ma in generale ha una lunghezza media di circa 12 centimetri.
Si parla di splenomegalia quando la milza presenta dimensioni al di là delle misure considerate normali.
Quali sono le cause della milza ingrossata?
Una delle principali condizioni che può portare alla splenomegalia è l'iperattività della milza stessa, nota anche come ipersplenismo. Questa condizione può essere causata da diversi fattori, tra cui anomalie dei globuli rossi, congestione sanguigna, infiltrazioni di cellule anormali e malattie del midollo osseo, sistemiche o infettive.
Le malattie del sangue o del sistema immunitario sono spesso associate all'ingrossamento della milza. Questo organo, infatti, aiuta a mantenere il sangue sano e a combattere le infezioni. Quando le sue funzioni vengono compromesse a causa di malattie come leucemia o linfoma, la milza può ingrandirsi in risposta alla richiesta di sforzo aggiuntivo o per compensare la mancanza di funzionalità di altri organi danneggiati.
Anche la rottura della milza stessa, spesso causata da traumi o patologie, può portare al suo ingrossamento. In generale, qualsiasi condizione che comporti uno sforzo eccessivo per la milza o che comprometta le sue normali funzioni può contribuire allo sviluppo della splenomegalia.
Cosa succede se si ingrossa la milza?
L'ingrossamento della milza si manifesta con una serie di sintomi che, sebbene aspecifici, possono indicare la presenza di questa condizione.
Tra i sintomi più comuni vi sono:
- l'affaticamento
- il dolore localizzato nella parte superiore sinistra dell'addome o nella spalla sinistra
- infezioni o sanguinamenti (nei casi più severi).
Altri segni di milza ingrossata possono includere gonfiore addominale e una sensazione di pienezza dopo aver mangiato anche una piccola quantità di cibo.
Inoltre, a causa della distruzione dei globuli rossi che può verificarsi in presenza di splenomegalia, è possibile sviluppare anemia, che può causare facile affaticabilità.
Quando è pericolosa la milza ingrossata?
La milza ingrossata può diventare un serio rischio per la salute quando, a seguito di complicazioni, si arriva alla rottura dell'organo.
La rottura della milza può causare un'emorragia interna potenzialmente letale.
Se la milza ingrossata è causata da patologie sottostanti più gravi, come leucemia o linfoma, la cura della malattia di base diventa essenziale per evitare complicazioni future e proteggere la salute dell'individuo.
Cosa fare in caso di milza ingrossata?
Se si sospetta di avere la milza ingrossata, è essenziale consultare immediatamente un medico per una valutazione e una diagnosi precise. Quest'ultimo sarà in grado di identificare la causa principale dell'ingrossamento e di avviare il trattamento più adeguato.
Se l'ingrandimento della milza è lieve e non provoca sintomi gravi, il medico potrebbe consigliare di monitorare attentamente la situazione per rilevare eventuali cambiamenti nel tempo.
Tuttavia, se l'ingrandimento è significativo o se sono presenti complicazioni, potrebbe essere necessario un intervento medico immediato, che potrebbe includere trattamenti farmacologici o, nei casi più gravi, la rimozione chirurgica dell'organo (splenectomia).
Diagnosi per la milza ingrossata
Per confermare l’ingrossamento della milza e la relativa causa, è necessario sottoporsi ad esami diagnostici.
Ad una prima visita il medico esegue una palpazione addominale durante l'esame fisico per individuare un eventuale ingrossamento. In seguito, per poter analizzare con precisione le dimensioni e la struttura della milza, potrebbero essere necessari ulteriori esami di imaging, come:
Infine, possono essere prescritti esami del sangue per valutare i livelli di cellule ematiche e identificare eventuali anomalie.
Rimedi e tempi di recupero
Una volta confermata la diagnosi di milza ingrossata, il trattamento sarà principalmente mirato alla causa sottostante, con l'obiettivo di correggere la malattia alla base.
Nei casi in cui la splenomegalia è causata da infezioni batteriche o virali, il medico potrebbe prescrivere antibiotici o antivirali specifici per eliminare l'agente patogeno responsabile.
In caso di anemia o leucemia si procede con la terapia farmacologica o la chemioterapia.
Nei casi più gravi, o refrattari al trattamento, si ricorre alla rimozione chirurgica della milza (la splenectomia è però considerata un'opzione terapeutica estrema e viene presa in considerazione solo quando tutti altri trattamenti non sono efficaci o quando la milza ingrossata causa gravi complicanze alle funzionalità del corpo).
Dopo l'asportazione della milza, è necessario che il paziente segua un protocollo di vaccinazioni, in quanto il sistema immunitario interno, soprattutto nei primi tempi dopo l’operazione, fa più fatica a proteggere l'organismo dalle infezioni batteriche e virali (in particolare da agenti patogeni come il pneumococco e il meningococco e l'influenza).
I tempi di recupero variano a seconda della gravità della patologia sottostante e del tipo di trattamento adottato. In generale, con una cura adeguata, la milza può ridursi alle dimensioni normali e tornare a svolgere le sue funzioni fisiologiche, permettendo al paziente di riprendere gradualmente le normali attività quotidiane.
È però raccomandabile sottoporsi a controlli regolari per monitorare lo stato di salute della milza e prevenire eventuali recidive.
Cosa mangiare e cosa evitare se si ha la milza ingrossata?
In presenza di una milza ingrossata, è importante adottare una dieta che non sovraccarichi l'organo e che favorisca il recupero e il benessere generale dell'organismo.
Ci sono alcuni alimenti e bevande che è consigliabile evitare o limitare se si ha la milza ingrossata.
Tra questi:
- cibi piccanti e grassi, che possono irritare ulteriormente la milza e aumentare il malessere
- l'alcol, che può aumentare il rischio di complicazioni e influire negativamente sulla funzionalità del fegato, un organo correlato alla salute della milza.
Si consiglia inoltre di limitare il consumo di alimenti che possono essere difficili da digerire o che possono causare gonfiore addominale, come cibi fritti, latticini ad alto contenuto di grassi e alimenti ricchi di zuccheri raffinati.
Una dieta equilibrata, ricca di frutta, verdura, cereali integrali e proteine magre può invece favorire il recupero e mantenere la salute della milza.