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Pericardite: cos'è, quali sono i sintomi e come si cura

A cura di
Bruno
Andreuzzi

La pericardite è un'infiammazione a carico del pericardio. Avere una diagnosi accurata permette di intervenire con una terapia efficace.

Cos’è la pericardite?

La pericardite è l’infiammazione del pericardio, la doppia membrana che avvolge e protegge il cuore. Più precisamente, queste due membrane sono separate da una minima quantità di liquido lubrificante, e permettono al muscolo cardiaco di muoversi agevolmente in mezzo alle altre strutture toraciche.

Questa infiammazione comporta in genere l’aumento reattivo del liquido di separazione delle due membrane, una condizione che prende il nome di versamento pericardico. In alcuni casi, l'accumulo di liquido può determinare una compressione del cuore, e conseguente tamponamento cardiaco.

In base alle modalità di insorgenza, è possibile distinguere due forme principali della condizione: acuta e cronica.

La pericardite acuta è caratterizzata da un'infiammazione rapida e improvvisa del pericardio. I sintomi possono essere intensi ma di solito durano per un breve periodo, tipicamente meno di 6 settimane. 

La pericardite cronica può essere continua o ricorrente. È definita da un decorso più prolungato dell'infiammazione, che dura per più di 3 mesi. In questa forma, i sintomi possono essere meno intensi ma più persistenti e tendono a variare d’intensità nel tempo. La forma cronica si differenzia ulteriormente in:

  • continua: si manifesta con sintomi persistenti che non cessano
  • ricorrente: i sintomi si ripresentano dopo un periodo di assenza, generalmente di 4-6 settimane.

Che sintomi si hanno con la pericardite?

Il sintomo principale della pericardite è il dolore toracico. Questo è provocato dalla frizione delle due membrane irritate e si riduce, talora scomparendo, quando il liquido si accumula, formando il versamento. Si tratta nella maggior parte dei casi di un dolore continuo, accentuato dalle variazioni di posizione. Aumenta, ad esempio, quando si è distesi o sdraiati, o durante la respirazione. La patologia, come tutte le infiammazioni, può associarsi a febbre.

Quando l’accumulo di liquido avviene in tempi rapidi, il cuore può risultare compresso, con conseguente:

Possono, inoltre, comparire:

Quali sono le cause?

Le cause della pericardite possono essere varie:

  • infettiva, in genere virale. Sono ben note le pericarditi da Covid, anche se qualunque virus può determinare la condizione
  • batterica. In tal caso il liquido che si accumula è talora purulento, contiene cioè globuli bianchi decomposti. Un particolare tipo di pericardite dipende dalla tubercolosi
  • idiopatica, ovvero senza una causa evidente. Spesso la causa è una lieve infezione virale, e in tal caso è in genere benigna
  • da radiazioni, spesso iatrogena, dovuta cioè a radiazioni utilizzate per curare tumori toracici
  • tumorale e in tal caso il versamento è in genere ematico, cioè il liquido contiene sangue
  • traumatica, dovuta, per esempio, a un urto al torace, o a una ferita, come una coltellata
  • iatrogena. Può essere la conseguenza di un massaggio cardiaco durante la rianimazione cardio-respiratoria. Oppure è dovuta a interventi, sia di cardiochirurgia che percutanei, come l’ablazione delle aritmie.

La condizione, infine, può essere la conseguenza di:

Quali sono le complicazioni?

La pericardite, nella maggioranza dei casi, è una malattia relativamente benigna. Tuttavia, se non curata adeguatamente, comporta il rischio di ricadute.

Se il liquido del versamento pericardico si accumula rapidamente (possibilità più frequente in caso di trauma) può verificarsi una compressione del cuore. Il muscolo cardiaco non è più in grado di riempirsi di sangue in modo funzionale né può, di conseguenza, pomparlo. Si determina come conseguenza uno stato di shock. Questa eventualità è una emergenza medica che richiede un trattamento immediato: la pericardiocentesi. È in questo modo, ad esempio, che si può morire per un colpo al cuore inferto da un’arma da taglio o un d’arma da fuoco.

Quando l’infiammazione si propaga al muscolo cardiaco, si ha una miopericardite. Solo raramente questa comporta una grave disfunzione del muscolo cardiaco, cosa che si verifica invece più di frequente in una miocardite primitiva. Soprattutto nel caso di pericardite da radiazioni o da tubercolosi può svilupparsi una cicatrice che comprime permanentemente il cuore. Si determina, in questo modo, una pericardite costrittiva: una situazione di permanente malfunzionamento del cuore, che può richiedere un intervento cardiochirurgico. 

Quanto dura una pericardite?

La pericardite non complicata, nella maggioranza dei casi, si risolve con una terapia appropriata in 2 settimane. Dopo questo periodo, si riduce progressivamente la dose del trattamento e si può riprendere una normale attività fisica. Gli atleti non dovrebbero riprendere allenamenti intensi e gare per almeno 3 mesi dopo la risoluzione dei sintomi.

La durata può essere decisamente maggiore nei casi di pericardite complicata o dovuta a specifiche cause, come ad esempio:

Se non curata scrupolosamente, la pericardite può durare a lungo o ricomparire in breve tempo. In queste circostanze si parla di pericardite recidivante.

Come avviene la diagnosi?

La diagnosi di pericardite si basa su:

Gli esami strumentali possono permettere, inoltre, la scoperta di una eventuale malattia sottostante, soprattutto in caso di pericardite complicata.

Come si guarisce da pericardite? Trattamenti e cure

La pericardite non complicata si cura con una terapia combinata a base di:

  • farmaci antinfiammatori non steroidei FANS, che vanno usati a dose piena fino alla risoluzione dei sintomi e alla normalizzazione degli esami del sangue. La dose viene poi ridotta progressivamente
  • colchicina, un alcaloide, che va assunto per almeno 3 mesi, per evitare ricadute. 

Nei casi complicati o gravi, è necessario trattare le causa della patologia e le complicazioni della malattia. Si ricorre a:

  •  antibiotici in caso di infezione batterica
  •  pericardiocentesi, come accennato, in caso di tamponamento cardiaco.

Quando si verificano ricadute o la pericardite non risponde alla terapia iniziale può essere necessario ricorrere al cortisone. Questo farmaco non si usa come terapia iniziale, a parte casi selezionati, perché può favorire le recidive. È una terapia più complessa e difficile da gestire.

In rari casi di pericardite refrattaria alle cure, si può dover ricorrere a terapie particolati, come ad esempio: