L’allergia da parietaria comporta sintomi tipici di un’allergia, dovuti al forte rilascio di istamina. Scopriamo come riconoscerla per tempo, trattarla e prevenirla.
Allergia da parietaria, di cosa si tratta?
L’allergia alla parietaria interessa intorno al 25% - 30% della totalità dei casi di allergia da polline che interessano i Paesi dell’area del Mediterraneo. La parietaria ha un periodo di pollinazione piuttosto lungo: inizia a marzo e raggiunge ottobre, dunque il suo polline rimane in aria per molti mesi.
Questo lungo arco di tempo può portare questa allergia a possibili complicazioni quali l’asma, se non si interviene per tempo e in modo adeguato. Di seguito, si approfondirà le specifiche di questa pianta, i sintomi allergici che determina, quali esami e terapie sostenere e, infine, quali cibi è meglio evitare per un sovraccarico di istamina ai danni dell’organismo.
Cos’è la parietaria e come riconoscerla?
Esistono due tipi di parietaria, la Parietaria Officinalis e la Parietaria judaica, ma in termini comuni queste due piante sono chiamate Erba vetriola o Vetriola comune, Erba muraiola, Erba vento. Si tratta infatti di una pianta che tende a crescere lungo muri, pareti e rocce e veniva usata un tempo per la pulizia di bottiglie di vetro.
In Italia è molto diffusa poiché è tipica delle zone con clima temperato-caldo, prospera in terreni azotati e cresce preferibilmente all’ombra.
Quali sono i sintomi dell’allergia da parietaria?
Al pari delle allergie primaverili, l’allergia da parietaria si scatena per via del polline. Attraverso le vie respiratorie, questo allergene entra nell’organismo e determina un aumento nella produzione di istamina. Ed è proprio l’attività dell’istamina, un composto azotato, che determina i sintomi dell’allergia da parietaria, come di ogni altra allergia che, si precisa, si distingue dall’intolleranza perché interessa il sistema immunitario.
L’istamina lavora a livello di secrezione gastrica, di attività celebrale e nelle reazioni relative a infiammazioni e, appunto, nelle allergie. Di seguito, un elenco dei principali sintomi dell’allergia da parietaria:
Importante ricordare come in alcuni casi i sintomi di un’allergia tendano ad affievolirsi nel corso degli anni, fino a scomparire a volte. È il caso dell’allergia agli acari della polvere, che spesso interessa i bambini. Nel caso del polline di questa pianta, invece, recenti studi rilevano come i sintomi possono anche aumentare con il trascorrere del tempo.
Esami e diagnosi
Per diagnosticare in modo certo l’allergia al polline della parietaria, specie in caso di sintomi sospetti, il soggetto ha a propria disposizione tre tipi di test:
- prick test, attraverso il quale viene testata la sensibilità del soggetto a determinati allergeni, che vengono messi in contatto con la pelle leggermente punta da una lancetta sterile
- patch test, ovvero l’applicazione di un cerotto con un estratto allergizzante
- rast test per mezzo del quale vengono cercati nel sangue gli anticorpi IgE, rilasciati dall’organismo per combattere l’allergene, considerato come intruso.
Cosa evitare di mangiare se si è allergici alla parietaria?
In caso di allergia da parietaria, bisogna precisare come spesso il soggetto veda sorgere i sintomi anche in caso di assunzione di alcuni tipi di cibi. I sintomi possono essere prurito, naso che cola, bruciore agli occhi. Circa il 70% di chi soffre di allergia ai pollini può sviluppare delle reazioni crociate rispetto ad alimenti che hanno un’origine vegetale.
Ci sono allora dei cibi il cui consumo dovrebbe essere limitato il più possibile:
- ortica
- basilico
- piselli
- ciliegie
- melone
- more del gelso
- pomodori.
Ci sono poi altri alimenti che dovrebbero essere rigorosamente esclusi dalla propria dieta:
- sedano
- pesche
- carote
- kiwi
- finocchi
- anguria.
Quali terapie per l’allergia da parietaria esistono?
Come accade per le allergie in genere, una sensibile riduzione dei sintomi può essere determinata dall’assunzione di antistaminici o cortisonici. Il soggetto allergico, anche durante la terapia, può inoltre beneficiare della spirometria, così da avere sotto controllo la propria situazione respiratoria.
Nei casi di peggioramento dei sintomi, soprattutto nei casi in cui il soggetto dovesse sviluppare asma bronchiale, è consigliato il ricorso a farmaci broncodilatatori, sempre sotto stretto consiglio dello specialista allergologo.
Non è da escludere, in alcuni casi, complicanze di una certa importanza: l’asma, come si è già indicato, oltre alla sinusite ed alla poliposi.
Come prevenire l’allergia da parietaria
Non è possibile in senso stretto prevenire questa forma, come altre, di allergia, a meno che il soggetto non decida di sottoporsi ad una immunoterapia specifica (in somministrazione sottocutanea o sublinguale), in altri termini: un vaccino, la cui possibile adozione è sempre vincolata all'indicazione dello specialista.
Imperativo è semmai esporsi il meno possibile alla fonte pollinica. Si vogliono comunque indicare alcuni consigli utili per ridurre al minimo il rischio determinato da una possibile esposizione:
- dotarsi di un calendario dei pollini
- evitare di uscire in campagna, o nei parchi, durante la fioritura della parietaria. E comunque non uscire nelle ore più calde
- non uscire né durante né al termine di un temporale. I pollini possono essere più presenti nell’aria per via del calore e dell’umidità.
Per ridurre al minimo le reazioni allergiche i luoghi chiusi, come la propria abitazione o il luogo di lavoro, dovrebbero essere arieggiati; i tappeti, i cuscini e le tende potrebbero essere evitati, dal momento che attirano polline. Lavarsi, al rientro in casa, è un’altra pratica consigliata, oltre al togliersi le scarpe. Senza dimenticare che la macchina dovrebbe essere dotata di filtri anti-polline.
In ogni caso, si consiglia una visita allergologica per diagnosticare professionalmente tipo ed entità dell’allergia.