Gli acufeni sono suoni percepiti dal paziente nelle orecchie, ma che non provengono dall'ambiente esterno. Facciamo il punto su cause, diagnosi e rimedi
Che cos’è l’acufene?
L’acufene è una problematica dell’orecchio che consiste nella percezione di un suono dalla tonalità acuta. Questa problematica, che viene chiamata anche tinnito e che il paziente solitamente descrive come fischio, sibilo, rombo o ronzio, si manifesta solitamente in assenza di rumori provenienti dall’esterno.
Possono presentarsi sin dall’età pediatrica, sebbene sia difficile che vengano riportati dal bambino, oppure insorgere in età adulta. Sono più frequenti nel sesso maschile che nel sesso femminile e compaiono con l’avanzare dell’età. E si ha maggiore incidenza tra i 45 anni e i 75 anni.
È possibile distinguere tra:
- acufeni soggettivi, che consistono nel percepire un suono senza che ci sia alcuno stimolo esterno, e solo il paziente li percepisce
- acufeni oggettivi, molto meno comuni e dovuti a suoni che provengono da strutture vicine all’orecchio medio.
Come funziona l’orecchio
L’orecchio è formato da:
- orecchio esterno, rappresentato dal padiglione auricolare
- orecchio medio, dove si trova il timpano che è una membrana con la funzione di trasmettere il suono alla coclea (o chiocciola) dell’orecchio interno
- orecchio interno, contenente appunto la coclea che trasforma i suoni in impulsi nervosi, trasmessi infine al cervello
La coclea, che analizza le onde sonore, è uno strumento molto complesso ma anche molto sensibile alle variazioni ossidative, metaboliche e ormonali dell’organismo. Potremmo definire l’orecchio interno come un sensore dell’alterazione dell’equilibrio del nostro organismo e quindi proprio per questo motivo si presentano sintomatologie uditive in presenza di alcune patologie come ad esempio l’ipertensione, il diabete o le ipercolesterolemie.
Quali sono i sintomi degli acufeni?
I sintomi più comuni degli acufeni soggettivi sono suoni come ronzii, fischi, sibili, cigolii dalla durata di secondi o pochi minuti. In caso di acufeni oggettivi i suoni sono pulsanti oppure intermittenti. Il paziente può percepire questi suoni solo nell’orecchio destro o anche nell’orecchio sinistro.
Alcuni pazienti descrivono gli acufeni come un suono lieve e appena percepibile, mentre altri ne sono gravemente colpiti, al punto che il fenomeno può influenzare significativamente la qualità della loro vita. La percezione degli acufeni può variare nel corso della giornata, a volte amplificandosi durante la notte o in momenti di quiete, quando il rumore di fondo diminuisce e il suono diventa quindi più evidente.
Questo disturbo, inoltre, può avere un impatto diretto su ascolto e concentrazione e può portare a stress, ansia, irritabilità o problemi di sonno. In alcuni casi, gli acufeni sono accompagnati da iperacusia, una maggiore sensibilità ai rumori ambientali.
Perché l’acufene aumenta la sera?
Alla sera, o durante la notte, si ha una importante riduzione dei suoni che provengono dall’ambiente. Come conseguenza, si ha la percezione che l’acufene sia più forte. Inoltre, l’assenza di stimoli visivi fa sì che l’attenzione sia focalizzata esclusivamente sull’udito, e anche in questo caso gli stimoli, interni, provenienti dall’orecchio sembreranno amplificati.
Quando l’acufene è pericoloso?
Se il ronzio, il sibilo o qualsiasi manifestazione tipica dell’acufene persiste per oltre 2, 3 giorni, è allora il caso di rivolgersi al proprio medico o direttamente all’otorinolaringoiatra.
Perché vengono gli acufeni?
Le cause degli acufeni soggettivi possono essere diverse, e quasi sempre sono riconducibili a condizioni a carico delle vie acustiche. Per fare alcuni esempi:
- perdita dell’udito: spesso associata all’età (presbiacusia) o all’esposizione a rumori forti
- esposizione a rumori forti: lavoro o hobby in ambienti rumorosi possono danneggiare l’orecchio interno
- otosclerosi: una crescita anormale dell’osso intorno alla finestra ovale, la struttura attraverso cui le vibrazioni passano nell’orecchio interno
- malattia di Ménière: disturbo dell’orecchio interno
- farmaci ototossici: alcuni farmaci possono avere effetti negativi a carico dell'udito
- malattia di Lyme: infezione dovuta al morso di zecca
- stress e affaticamento: queste sono condizioni psicologiche possono inasprire o scatenare gli acufeni
- problemi alla mandibola e al collo: disordini dell’articolazione temporo-mandibolare (ATM) e problemi cervicali possono influenzare l’udito e determinare acufeni.
Gli acufeni oggettivi, comunque meno comuni, possono avere come cause:
- problemi vascolari, come l’ipertensione
- patologie delle valvole cardiache
- spasmi dei muscoli dell’orecchio medio
- danni di tipo neurologico
- tumori dell’orecchio medio.
Gli acufeni possono comparire anche essere associati a depressione, ansia e insonnia oltre a patologie mediche.
Tra queste troviamo, ad esempio: malattia di Lyme, otiti medie, tumori dell'angolo ponto-cerebellare, malattia di Menière (specialmente acufeni di bassa frequenza sonora), ipoacusia da rumore, traumi cranici ed altre patologie cardiovascolari o neurologiche. Infine, possono essere dovute all'effetto collaterale di alcuni farmaci.
Come si diagnostica l’acufene?
L'obiettivo delle indagini diagnostiche da eseguirsi sul paziente che lamenta acufeni è quello di individuare la causa determinante; tuttavia, lo scopo si raggiunge solo in una minoranza di casi. Va però detto che anche nel caso in cui la causa non dovesse essere scoperta, questo non comporta automaticamente un peggioramento della prognosi del paziente.
Fra gli esami prescritti, il più frequente è l’acufenometria, che misura la frequenza e l’intensità di un acufene, accompagnato dall’audiometria, per valutare la capacità uditiva del paziente.
Come capire se è acufene da stress?
L’organismo risente di ansia e stress, e il sistema nervoso può essere negativamente influenzato, diventando più eccitabile e suscettibile di condizioni proprio come l’acufene.
C’è poi correlazione tra l’acufene da stress e una aumentata produzione di glutammato, proprio sotto stato di stress o di ansia. Il glutammato è infatti un neurotrasmettitore, il cui eccesso di produzione può determinare un altrettanto alto numero di segnali che eccitano i neuroni, che possono determinare conseguenze negative nelle aree cerebrali, inclusa l’area in cui è ricompreso il nervo acustico. Di qui, l’acufene.
Come si cura l’acufene?
La terapia è mirata, quando essa viene riconosciuta, alla causa dei diversi tipi di acufene.
In ogni caso, ha come scopo quello di evitare un peggioramento della funzione uditiva. Data la frequenza della patologia uditiva da rumore e assodato che in fase iniziale essa possa manifestarsi con acufeni, è sempre consigliato mettersi al riparo dai danni che l'esposizione lavorativa o voluttuaria al rumore può arrecare.
Nel caso di acufeni secondari all'effetto di farmaci, la sospensione del farmaco incriminato rappresenta spesso la cura della patologia. I soggetti che hanno manifestato tali problemi dovrebbero sempre richiedere al medico curante che si occupa della modifica della loro abituale terapia, spiegazioni riguardo la possibile ototossicità dei nuovi farmaci da assumere.
Nel caso di acufeni idiopatici (di cui non si è individuata la causa sebbene siano state eseguite tutte le indagini necessarie), la gestione può essere estremamente complicata vista l'assenza di farmaci che si siano dimostrati realmente efficaci in trial clinici. E proprio in caso di acufene idiopatico, possono essere adottati strumenti che producono il cosiddetto rumore bianco, un tipo di frequenza grazie alla quale il cervello viene schermato dagli acufeni.
Cosa non mangiare con gli acufeni?
Nell’orecchio esistono anche delicati equilibri elettrolitici, cioè i liquidi che sono all’interno dell’orecchio devono mantenere una pressione costante e per questo è meglio evitare i cibi in grado di aumentare la pressione dei liquidi labirintici.
Chi soffre di acufene è meglio che eviti alimenti quali:
- cibi ricchi di sale come patatine, salatini, salse, il dado
- formaggi stagionati
- carni insaccate e lavorate
- caffè
- cioccolato
- alcune verdure come pomodori, zucchine, melanzane e peperoni
- gli alcolici.
Altri rimedi contro gli acufeni
I farmaci più frequentemente utilizzati in caso di acufene sono gli antiaritmici, come la lidocaina, mexiletina, flecainide e gli antidepressivi a basso dosaggio con lo scopo di aumentare la soglia di eccitabilità del sistema nervoso implicato nella conduzione e percezione dei suoni.
Ginkgo biloba e agopuntura hanno invece mostrato risultati discordanti, ma possono tuttavia impedire un deterioramento della funzione uditiva e pertanto non dovrebbero far perdere la fiducia che il paziente ripone nel medico.